Una raccolta di poesie firmata da due autori molto giovani: due liriche tratte da “Come un lampione spento” di Simone Apicella e Rocco Gerace

Una raccolta di poesie a quattro mani, firmata da due autori molto giovani: parliamo di Come un lampione spento (13labedition.co.ukdi Simone Apicella e Rocco Gerace (quest’ultimo collaboratore de ilLibraio.it, ndr). I loro versi hanno la forza empatica di colpire sin da una prima lettura, anche chi è meno incline alla lirica, “in una atmosfera di vissuto e, contemporaneamente, di fantasticherie”.

Come sottolinea la scheda, “la poesia che scaturisce da questa raccolta è nello stesso tempo attaccata al presente e inseribile nel sentire senza tempo dell’umanità, assoluta protagonista e destinataria di profonde riflessioni”. Con un taglio a tratti colloquiale, spazio ai temi della quotidianità, al dolore, all’amore, alla sofferenza, alle attese, alle speranze e alle ineluttabili disillusioni.

Su ilLibraio.it proponiamo due dei testi della raccolta.

Umano troppo umano (di Rocco Gerace)

I miei sogni si infrangono aprendo gli occhi alla vita,
crollano di schianto i miti, gli idoli e tu.
Mi spio di traverso allo specchio per vedere i segni del colpo,
non sono letali,
piccole rughe, come date sulle fotografie.

Linea  (di Simone Apicella)

S’è fatto tardi, ci vuole il cappotto,
rovino sul molo, affronto il lago.
Mi trovo a fissare una linea nera:
dalla tavolozza agitata sfuma
nella povera cornice celeste.
Amo quel profilo invisibile.
Ricorda i tuoi fianchi acerbi
E il dorso incerto della mia mano.

 

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