Succede sempre più spesso, molte volte senza malizia né cattiveria, che tra le chiacchiere di circostanza tra due conoscenti che si incontrano, si insinui la fatidica domanda: “figli ancora niente/un fratellino non glielo fai/ti manca ancora il maschietto/ti manca ancora la femminuccia…”- Giada Sundas spiega perché è sbagliato insinuarsi nella vita di una donna (e di una coppia)

Succede sempre più spesso, molte volte senza malizia né cattiveria, che tra le chiacchiere di circostanza tra due conoscenti che si incontrano, si insinui la fatidica domanda: figli ancora niente/un fratellino non glielo fai/ti manca ancora il maschietto/ti manca ancora la femminuccia…

La riproduzione di una famiglia sembra essere qualcosa di cui si può chiedere liberamente senza tabù, come parlare del tempo stagionale o dello spread. Quasi nessuno considera questo insinuarsi nella vita di coppia come un’intrusione nell’intimità. Chiedere sfacciatamente perché, come e quanto si ha intenzione di riprodursi è, da sempre, argomento inseribile tra i convenevoli da aperitivo.

Allora, lasciate che vi spieghi perché quelle che voi considerate innocue e consuete domande di routine sono, in realtà, indiscrete intrusioni:

-I bambini si fanno facendo sesso. Quando mi chiedi perché non ho figli o perché non ne ho altri, ti stai infilando nel letto tra me e mio marito.

-L’argomento potrebbe farmi soffrire. Alcune famiglie non hanno figli o ne hanno uno solo perché la natura non è dalla loro parte. L’argomento è delicato e potrebbe portare alla luce trascorsi difficoltosi. La tua indiscrezione riporta a galla momenti che voglio dimenticare.

-Non tutte le famiglie desiderano dei bambini. Farmi velatamente sentire una donna a metà perché ho volontariamente deciso che non voglio figli, non mi farà cambiare idea. L’esistenza di una donna non si misura sull’uso che fa delle sue ovaie e elencarmi i motivi per cui mi pentirò della mia scelta è sfacciato e maleducato. Io non sono te e tu non sei il metro con cui le donne si devono misurare.

-Non me lo posso permettere. “Dove si mangia in due si mangia anche in tre” è un’enorme stupidaggine. Prima di mettere al mondo un bambino bisogna assicurarsi di potergli garantire una vita dignitosa e stabile, se la situazione lavorativa ed economica della mia famiglia non me lo permette, non mi butto sul “in qualche modo si farà”. Potrei desiderare un figlio e non potermelo permettere e rimarcare l’argomento potrebbe farmi sentire non abbastanza.

-Non sono ancora pronta. Non so se voglio farlo o meno e sottolineare come il mio orologio biologico corra veloce non mi farà prendere una decisione seduta stante, anzi, mi farà sentire solo sotto pressione. Queste continue richieste e insinuazioni potrebbero farmi prendere la decisione sbagliata.

-Essere figli unici non è una maledizione. Quando mi domandi perché non faccio un fratellino a mio figlio, ti sfugge che io non sono un’incubatrice. Un figlio deve nascere dal desiderio di genitorialità della coppia, che sia il primo, il secondo o il decimo. Non farò un figlio solo per regalare un fratello al mio bambino e ricordarmi che lo sto lasciando solo non avvalora la tua tesi. Un fratello sarà anche un dono prezioso, ma io non desidero un altro figlio e questo non fa di me un’egoista. Ho il diritto di scelta sulla mia vita.

Le motivazioni potrebbero essere infinite. Alcune donne non hanno ancora trovato l’anima gemella con cui sentono di poter costruire una famiglia e potrebbero sentirsi divorate dall’ansia al pensiero dello scorrere del tempo; alcune famiglie sono felici così come sono e, per quanto assurdo possa sembrarvi, non si può scegliere il sesso del nascituro, quindi se manca il maschio o la femmina, ce ne si farà una ragione; alcune coppie sono portatrici di malattie genetiche e la coscienza ha dettato loro di non tentare la sorte… In ogni caso, che sia curiosità o semplice chiacchiera di circostanza, il mio utero non è argomento di conversazione.

 

L’AUTRICE – Giada Sundas è una giovane madre molto seguita in rete. Sui social racconta la sua esperienza di “madre imperfetta ma imperterrita” con freschezza e ironia. Il suo romanzo d’esordio, edito da Garzanti, si intitola Le mamme ribelli non hanno paura, e racconta la storia di Giada dal giorno in cui la piccola vita di Mya, sua figlia, ha cominciato a crescere dentro di lei.
A maggio è in uscita il suo secondo, atteso libro, Mamme coraggiose per figli ribelli , in cui l’autrice torna a parlare del mestiere più difficile del mondo: fare la madre. Con la sua inconfondibile vena ironica…

Qui tutti gli articoli di Giada Sundas per ilLibraio.it.

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