Achille Mauri è in libreria con il suo primo romanzo, “Anime e acciughe”. Un libro pieno di ricordi, in cui l’amicizia gioca un ruolo importante, e in cui dominano i dialoghi (e l’ironia) – Su ilLibraio.it un estratto

Achille Mauri, nota personalità nel mondo dell’editoria, presidente di Messaggerie Italiane, della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, e dell’Associazione Fabio Mauri per l’Arte L’Esperimento del Mondo, è in libreria con il suo primo romanzo, Anime e acciughe (Bollati Boringhieri).

Nel libro Mauri ci porta, con leggerezza e autoironia, nell’aldilà. O, meglio, nell’aldiquà. Achille si sveglia poche ore dopo essere mancato nella sua casa milanese di via Cusani, e comincia subito a dialogare con un trapassato illustre, il maresciallo Radetzky, già inquilino dello stesso palazzo ai bei (per lui) tempi dell’occupazione austriaca… La conversazione continua con le più disparate anime che vagano nei dintorni, e in parecchi altri luoghi, vicini e lontani, in una sfera ultraterrena ma attaccatissima a quella terrena, che il trapassato, giustamente, dalla sua postazione, ribattezza “aldiquà”.

L’anima di Achille si è trasferita nel garage di piazza San Marco, nella Porsche di amici di uno dei suoi figli, dove da tempo dimora anche il suo gatto Ely. Da qui in poi gli incontri, le storie, e i dialoghi (anche legati all’attualità) si fanno sempre più fitti… e, ovviamente, surreali. E di storie da raccontare ne hanno tante non solo Umberto Eco o Elio Fiorucci o il maresciallo Radetzky, ma anche altre anime, indicate con il solo nome di battesimo, Marco, Lucrezia…

E ne ha tante, soprattutto, lo stesso Achille protagonista di questo viaggio nell’aldiquà: quella che ricorda nel libro è infatti un’esistenza ricca di viaggi, amicizie, incontri (alcuni sorprendenti e inattesi, come quello con un cinico Woody Allen…).

Molto spazio nella storia hanno inoltre gli animali, che svolazzano a loro volta nell'”aldiquà”, dotati di anima. Comprese le acciughe, che nuotano in enormi banchi e che diventano mezzo di trasporto e guida delle altre anime, quelle degli esseri umani…

Su ilLibraio.it, per gentile concessione della casa editrice, pubblichiamo un estratto

«Sorpresa, perché appena mancato nel sonno mi sono
svegliato vivo, sono sceso dal letto e ora mi trovo qui,
in un garage vicino a casa mia, nella Porsche rossa
di amici di mio figlio – sono venuto qui perché è la
nuova residenza del mio gatto Ely».

Parte prima

Ci ha salvato il chiodo

[Milano. Camera da letto di ACHILLE, mattina presto]

ACHILLE Buongiorno.

MARESCIALLO RADETZKY Buongiorno a lei.

ACHILLE Ma cosa ci fa in camera mia? Non ci conosciamo.

MARESCIALLO RADETZKY Sono le cinque di domenica mattina, lei è mancato tre minuti fa.

ACHILLE Non ho contato i minuti ma lo so, anche se non mi sono ancora reso conto di come sia realmente avvenuto… Non stavo proprio dormendo, sono passato dal dormiveglia a questo nuovo stato… Ma lei chi è? Il mio Caronte?

MARESCIALLO RADETZKY No, sono il MARESCIALLO RADETZKY. Abito in questa casa da tantissimo tempo, sono qui per darle il benvenuto e fornirle alcune istruzioni per l’uso riguardanti il suo nuovo stato di Pura Anima.

ACHILLE Be’, grazie, ne sono onorato.

MARESCIALLO RADETZKY Tanto per cominciare si alzi, si tolga da questa situazione. Tra poco sua moglie si sveglierà e si renderà conto del suo decesso, cominceranno a organizzare le esequie… Lo vuole un consiglio? Le eviti!

ACHILLE Va bene, le evito, ma come faccio a uscire dal mio corpo?

MARESCIALLO RADETZKY Faccia come se ce lo avesse ancora. Per un po’ si conservano alcune facoltà e ci si può identificare in una propria forma. Le rimane anche una piccola riserva di voce, ma non la usi adesso: la tenga da parte come un bene preziosissimo, è un potere che attraversa i due mondi.

ACHILLE E per alzarmi?

MARESCIALLO RADETZKY Cambi la soggettiva, guardi verso il pavimento. Ecco, così… Adesso è seduto sul letto, si alzi e cammini. Benissimo. Per prima cosa, si tolga quel camicione da notte bianco, altrimenti sembrerà che si sia mascherato per Halloween: scelga dal suo armadio il vestito che preferisce, lo pensi intensamente e se lo ritroverà addosso.

ACHILLE Fatto!

MARESCIALLO RADETZKY Molto bene. Forse però potrebbe rinunciare alla cravatta.

ACHILLE Ma no, perché? È una piccola vanità residua.

MARESCIALLO RADETZKY Se proprio ci tiene… Ora avviamoci. Sa dove andare?

ACHILLE Veramente no, intanto però vorrei ringraziarla e festeggiare con lei questa divina sorpresa: sono come vivo! Sembrerebbe non essere cambiato un granché.

MARESCIALLO RADETZKY La accompagno a festeggiare se vuole, ma non oggi: ho una matinée alla Scala.

ACHILLE Per il momento potrei andare nel garage di piazza San Marco: lì c’è un mio gatto, Ely.

MARESCIALLO RADETZKY Il garage di piazza San Marco? Ma davvero? Lo uso anch’io, per andare ai concerti fuori città. C’è la Porsche rossa di una giovane coppia, di solito vado con loro.

ACHILLE Ma lei perché è qua?

MARESCIALLO RADETZKY Sono tornato da Vienna appena mancato. Questa casa, Palazzo Cagnola, è la più bella che abbia mai abitato, vicino alla mia adorata Scala. Il Weimaraner di bronzo all’ingresso è stato messo lì in mio onore. Io ero appassionato di Verdi e di Bellini, li preferivo di gran lunga a Mozart e a Hoffmann, i musicisti che andavano per la maggiore a Vienna. A quel tempo nessun militare era ben visto in Austria… soprattutto io, che comandavo il progetto di una grande Europa imperiale.

ACHILLE Unità d’Europa?

MARESCIALLO RADETZKY Sì, un’Europa imperiale che da Ungheria, Austria e Germania arrivava sino alla Spagna, con l’Italia come cerniera.

ACHILLE Ma chi sono i suoi amici qui, adesso?

MARESCIALLO RADETZKY I Visconti, gli Sforza, e tutti quelli che credevano in un’Europa unita, fatta di nazioni che avevano già una forte identità come per l’appunto Austria, Ungheria, Germania, Spagna, Francia… L’Italia no, l’Italia doveva ancora riconoscersi in se stessa e si sentiva repubblicana. Ecco perché quel progetto è fallito. Va be’, andiamo.

ACHILLE Devo portare qualcosa con me?

MARESCIALLO RADETZKY No, non ha bisogno di nulla, mi raggiunga all’ascensore. Anche Hermann, il padre di Albert Einstein, vive qui. Aveva preceduto il figlio con alcune invenzioni ed era comproprietario insieme al fratello Jacob della Elektrotechnische Fabrik J. Einstein & Cie. Nel milleottocentonovantacinque trasferirono la loro attività in Italia e si specializzarono in apparecchiature per la corrente continua. Lo so, le epoche non coincidono, comunque il sogno degli imperatori era mettere a disposizione i loro capitali per sviluppare le industrie del futuro, qui e nel Nord Europa. Che cosa non saremmo riusciti a realizzare!

ACHILLE I capitali per le imprese rimangono un discorso aperto anche oggi, e quanto alla faccenda dell’unità… Nemmeno l’Italia è ancora davvero unita, non è stato fatto niente di serio: Nord, Sud, Centro, regioni, province, città… La verità è che siamo quattro gatti, non c’è nessuna metropoli degna di questo nome: di notte, a Milano siamo meno di novecentomila e ci si sente isolati. Soli. Come se si conoscessero già tutti quelli che stanno per andare a dormire.

(continua in libreria…)

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