“Perché c’è qualcuno che fa così fatica a parlare d’amore?”. Se lo chiede Roberto Emanuelli…

Me lo chiedo spesso, ma perché c’è qualcuno che fa così fatica a parlare d’amore? Perché stigmatizzare e liquidare come “noiosi sentimentalismi stucchevoli” i tentativi di alcuni autori di affrontare certi argomenti, di guardarsi dentro? Qualche “intellettuale” risponderebbe che il rischio che si corre è quello di scivolare nella banalità, nelle cose già dette, trite e ritrite. Io dico che dipende molto da una mentalità snob, maschilista, alimentata, a volte, anche da una parte – per fortuna molto piccola – del mondo femminile che in un certo senso, nel tentativo di emanciparsi o competere su un terreno sbagliato, indirettamente tende la mano a certo cinismo che è alla base di un analfabetismo emotivo inquietante.

Non c’è nulla di male nel leggere un romanzo nel quale si affrontano temi come l’amore, le sofferenze che ne derivano, i sogni che ne sono alla base. E non c’è nulla di male nell’essere semplici nell’esposizione, nella narrazione. La semplicità è il modo migliore che abbiamo per descrivere la bellezza, ed è l’unica lingua che conosce i codici del cuore, l’unica in grado di accarezzare alcune corde, facendo suonare melodie segrete e preziosissime nascoste in ognuno di noi, protette in un angolo della nostra storia, in un punto preciso del nostro equilibrio. E per farlo qualche volta è necessario dire qualcosa che è stato già detto, sfidando l’ovvio, è vero; ed è necessario ripeterlo e ripeterlo e ripeterlo, ma ogni volta è in modo diverso, un po’ come certe storie che non sono mai la stessa cosa anche se apparentemente si somigliano tutte. Un po’ come certi sguardi che si posano sulle nostre vite con un tocco sempre nuovo e ci scaldano nemmeno fossero abbracci magici e lunghissimi.

Guardarsi dentro fa paura, esporsi è pericoloso, si rischia tutto, e in questo il mondo femminile ci spiega come fare, ci mostra la strada. Da sempre. Una donna sa che dopo non sarà più come prima, ma sa anche che è l’unico modo di vivere la propria vita, l’unico che abbia un senso, e sa che, alla fine, ne sarà valsa la pena. Una donna ha il coraggio di sbilanciarsi ed esporsi. E tutte le volte che lo fa, invece di percepirsi più debole, si sente più forte. Ecco perché è per larga maggioranza femminile il pubblico dei romanzi che trattano sentimenti e introspezione. Abbiamo bisogno di togliere, sottrarre, sì, ma non parole o emozioni, non per forza. Dobbiamo togliere di mezzo tutta quella roba che ci allontana da chi ci guarda e non trova il coraggio di dirci “mi piaci, ti voglio bene”. E quando qualcuno, sfogliando un romanzo, sentirà che, facendolo, le sta dicendo quelle parole, allora quel romanzo, sarà un romanzo che avrà cambiato qualcosa nella vita di quella persona. Allora quelle saranno pagine che avranno buttato giù muri. Stretto mani. Asciugato lacrime. Accorciato distanze. Costruito ponti. Accarezzato cuori. Perché è molto meno banale di quello che sembra dire “Mi piaci, ti voglio bene”. E io non voglio sottrarre. Io non voglio sottrarmi.

Roberto Emanuelli e allora baciami

L’AUTORE – Come abbiamo raccontato, Roberto Emanuelli (nella  foto di Stefania Morelli, ndr) molto seguito sui social e protagonista in queste settimane nella classifica dei libri più venduti, nei suoi romanzi parla d’amore con un linguaggio semplice, molto semplice, e dalle sue storie (Davanti agli occhi E allora baciamile lettrici-fan “estrapolano” citazioni da condividere su Facebook e Instagram.

roberto emanuelli

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