“Madrigale senza suono”, il libro con cui Andrea Tarabbia ha trionfato al Campiello, vede protagonista Gesualdo da Venosa, il celebre principe madrigalista vissuto a cavallo tra Cinque e Seicento

Andrea Tarabbia, autore di Madrigale senza suono, è il vincitore della 57esima edizione del premio Campiello. Il libro, pubblicato da Bollati Boringhieri,

Tarabbia, nato a Saronno nel 1978 (ma vive a Bologna), ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi La calligrafia come arte della guerra (2010), Il demone a Beslan (2011), Il giardino delle mosche (2015; Premio Selezione Campiello 2016 e Premio Manzoni Romanzo Storico 2016) e il saggio narrativo Il peso del legno (2018). Nel 2012 ha curato e tradotto Diavoleide di Michail Bulgakov.

E veniamo al libro con cui Tarabbia ha trionfato al Campiello: un uomo solo, tormentato, compie un efferato omicidio perché obbligato dalle convenzioni del suo tempo. Da lì scaturisce, inarginabile, il suo genio artistico.

Andrea Tarabbia_Campiello 2019 (1)

Gesualdo da Venosa, il celebre principe madrigalista vissuto a cavallo tra Cinque e Seicento, è il centro attorno a cui ruota il romanzo. Come può, è la domanda scandalosa sottesa, il male dare vita a tale e tanta purezza sopra uno spartito?

Per vendicare l’onore e il tradimento, il principe di Venosa uccide Maria D’Avalos, dopo averla sposata con qualche pettegolezzo e al tempo stesso con clamore. Fin qui la Storia. Il resto è la nostalgia che ne deriva, la solitudine del principe: è lì, nel sangue e nel tormento, che Tarabbia intinge il suo pennino e trascina il lettore in un labirinto.

Con un gioco colto e irresistibile, tra manoscritti ritrovati e chiose di Igor’ Stravinskij − che nel Novecento riscoprì e rilanciò il genio di Gesualdo − Tarabbia ha così conquistato i Trecento Lettori anonimi del Campiello 2019.

nota: la foto è tratta dalla dalla pagina Facebook del premio Campiello

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