“Cani selvaggi di Helen Humphreys mi ha strattonato fin dalla prima pagina. Una ballata d’amore densa di strazio…”. Torna la rubrica #lettureindimenticabili, con Annalisa De Simone (nella foto)

Ricordo che fuori pioveva. Ero entrata in libreria per ripararmi dallo scroscio che stava annerendo il cielo di Roma. Ho preso a sfogliare alcuni libri, non molti a dire il vero. Avevo fretta di tornare a casa. O forse no. Perdere tempo. Era quello il mio piano? Più che altro, impiegare il tempo. Sfuggire ai brutti pensieri che mi trascinavo appresso dalla mattina. Si trattava di un amore infelice, certo. Chiudere o meno con quell’uomo. Oltre i limiti della banalità, insomma. Ma con tutto il carico di malessere che certe quisquilie rimestano in pancia. Eccolo lì. Tante volte ho avuto l’impressione che un libro si rivolgesse solo a me, a me personalmente intendo. Ma mai con quella forza.

L’amore è come quei cani selvaggi. Se ti salta addosso, non molla la presa. E quello che non puoi mai sapere all’inizio è con quale intensità e quanto a lungo amerai; in quali modi un amore finito ti darà la caccia, un salto dopo l’altro come fuoco misterioso che ti scorre nelle vene.

I cani selvaggi esistono davvero. Sono lì fuori, oltre la sicurezza delle strade e delle case, oltre le luci della città. E uno di questi è il mio.

Poche righe in cui c’era dentro tutto. L’azzardo di assecondare un sentimento, lo spettro dell’abbandono, il senso di perdita che non ti lascia stare. Cani selvaggi di Helen Humphreys mi ha strattonato fin dalla prima pagina. Una ballata d’amore densa di strazio: è quello che mi serve, ho pensato.

Non adesso per faore Annalisa De Simone

Avrei scoperto solo dopo che il suo romanzo è molto più di questo.

In un piccolo sobborgo canadese, sei cani fuggono dalle case dove sono stati cresciuti. Scelgono le adiacenze della campagna, il bosco, la libertà di una vita selvaggia. I padroni si ritrovano alle soglie della città per iniziare la caccia. Vogliono richiamarli a loro, tornare alla normalità dei giorni passati. Insieme condividono la speranza del ritorno, e insieme si interrogano su un gesto che appare senza senso. Cosa si cela dietro il mistero della fuga? L’attesa si allunga. Mentre la speranza si assottiglia. I padroni si parlano e si scrutano. In silenzio s’indagano. Ai margini del racconto c’è l’aspettativa della ricomparsa, ma al centro della scena ci sono loro – Alice, Jamie, Lily, Walter, Malcolm e Rachel. Sei solitudini che non si stemperano con la vicinanza.

I loro cani fanno branco fra le fronde scure del bosco, sopravvivono grazie all’istinto, sbranano per cibarsi, latrano e corrono furiosamente. In mezzo al coro di queste voci – che formano sei io narranti – la scrittura si compone con pennellate brevi ed essenziali. Diversissime a seconda di chi racconta. Nasce un amore: la relazione fra Alice e Rachel, che cresce spontanea come fosse erbaccia. È selvaggia perché inospitale. Fin da subito, è incapace di cedere alla stabilità. D’altronde, farlo significherebbe contraddire l’istinto. Alle regole, taciute e non, di una vita a due si sostituiscono i lunghi silenzi. La natura graffia e castiga. La natura prende il sopravvento anche nei sentimenti.

Penso alla persona che ha costruito la capanna. Di notte mi sdraio sul letto e fisso la parete di fronte a me, i tronchi e le crepe, e penso a come doveva essere la vita qui duecento anni fa. I pionieri avevano dovuto imparare a vivere nel bosco, a cacciare e a pescare, a scambiare merci con chi viveva in questa zona. Sicuramente erano circondati dalla natura selvaggia. Qualunque tentativo di far crescere un orto sarebbe stato inutile, i cervi li avrebbero divorati.

Come inutile è lo sforzo di coltivare un amore. La brama di penetrare nell’animo della sua amante resta, per Alice, potenza che non si trasforma in atto. L’amore si vive finché scorre, e la protagonista non si lascia sedurre dall’idea di addomesticare una pulsione. Si offre a ciò che dirompe e che travolge. Perché resistere? Accogliere la bellezza di ogni istante, anche se fugace. Le sensazioni che l’attraversano non si cristallizzano, ma corrono via come fanno i cani. Le frasi raccontano attraverso i sensi.

Il rosso in uno dei dipinti era profondo e tuttavia lucente, come il sole che tramonta nell’acqua (…)

Dopo aver lasciato lo studio ho pensato intensamente a quel rosso. È rimasto con me, non proprio una sensazione, non esattamente un ricordo, ma qualcosa destinato a durare.

I cani selvaggi non dipendono da nessuno, solo dal proprio istinto. La mano carezzevole di un padrone non li attrae. Sanno sentirsi a casa nella sterminatezza di un bosco, nell’oscurità e nella solitudine. Se tornano, è perché hanno scelto di farlo.

Il cuore è una creatura selvaggia e in fuga.

Il cuore è un cane che torna a casa.

Fra le tante fini possibili, questa è quella a cui Alice decide credere.

LA RUBRICA – Letture impossibili da dimenticare, rivelatrici, appassionanti.Libri che giocano un ruolo importante nelle nostre vite, letti durante l’adolescenza, o da adulti. Romanzi, saggi, raccolte di poesie, classici, anche testi poco conosciuti, in cui ci si è imbattuti a un certo punto dell’esistenza, magari per caso. Letture che, perché no, ci hanno fatto scoprire un’autrice o un autore, di ieri o di oggi.

Ispirandoci a una rubrica estiva del Guardian, A book that changed me, rifacendosi anche al volume curato da Romano Montroni per Longanesi, I libri ti cambiano la vita. Cento scrittori raccontano cento capolavori, e dopo il successo dell’iniziativa proposta recentemente sui social da ilLibraio.it, #ilLibroPerMe, in occasione della presentazione della ricerca sul rapporto tra lettura e benessere, abbiamo pensato di proporre a scrittori, saggisti, editori, editor, traduttori, librai, bibliotecari, critici letterari, ma anche a personaggi della cultura, della scienza, dello spettacolo, dell’arte, dell’economia, della scuola, di raccontare un libro a cui sono particolarmente legati. Un’occasione per condividere con altri lettori un momento speciale.

L’AUTRICE – Annalisa De Simone (L’Aquila, 1983) vive a Roma, dove si laurea in Scienze umanistiche e, alcuni anni dopo, in Filosofia teoretica. Il suo romanzo d’esordio è Solo andata (Baldini&Castoldi 2013). E’ in libreria il suo nuovo libro, Non adesso, per favore (Marsilio)

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