“La casa nella prateria” era la tua serie preferita? Conosci tutti gli accessori del perfetto “paninaro”? Giocavi con il Meccano, i mattoncini Lego o il Dolce Forno Harbert? Arriva in libreria un viaggio ricco di curiosità su un decennio spumeggiante e allo stesso tempo contraddittorio, in cui il culto dell’immagine dominava…

Ogni decennio porta con sé un’eredità per le generazioni future e gli anni ’80 sono stati un periodo molto fecondo, che resta indelebile nella memoria di chi lo ha vissuto, ma anche di quanti ne hanno subito l’influenza indirettamente. Erano anni spumeggianti e contraddittori, di forte crescita economica, dove c’era un vero culto dell’immagine e una grande voglia di apparire, a partire dalla moda, con i suoi eccessi nelle acconciature, nel makeup e nei vestiti.

In ambito tecnologico, fu in quel periodo che iniziarono a diffondersi i primi computer, allora voluminosi, e le console, su cui caricavamo i videogame che riproducevano quelli più in voga nelle sale giochi e in compagnia dei quali passavamo molte ore.

I bambini e i ragazzi si divertivano tuttavia anche con molti passatempi manuali, come il Meccano, i mattoncini Lego, il Dolce Forno Harbert, tanti giochi in scatola, come Monopoli, L’Allegro Chirurgo, Indovina Chi?, e attività ludiche all’aria aperta, tra cui gli evergreen Ruba bandiera, Nascondino, Strega comanda colore.

La merenda alle quattro era d’obbligo, mentre in TV andavano in onda i cartoni animati appena sbarcati dal Giappone, che invasero anche le edicole con le loro storie di robot e feuilleton strappalacrime.

Non avevamo gli smartphone e quando eravamo fuori casa, per fare una telefonata, dovevamo cambiare le lire in gettoni e raggiungere una cabina telefonica, che svettava agli angoli delle strade o nelle piazze. I gettoni lasciarono poi il passo alle schede telefoniche; oggi sono entrambi oggetti da collezione.

Immortalavamo i nostri ricordi su pellicola e chi non voleva aspettare settimane per lo sviluppo degli scatti poteva affidarsi alla Polaroid, l’avveniristica fotocamera che in pochi minuti stampava le fotografie. Una volta impressionata, la carta era estratta manualmente dalla macchina e separata dal foglio cosparso di reagente, che permetteva alle immagini di delinearsi a poco a poco, a contatto con l’aria. Sul bordo bianco di queste fotografie piccole e quadrate scrivevamo a penna il luogo e la  data, e “taggavamo” fisicamente i presenti, che si passavano curiosi la foto di mano in mano.

Allora il mezzo principe per trasmettere grandi eventi mediatici, tra cui i concerti di star internazionali, era la televisione. Il 4 settembre 1987 il concerto a Torino dell’icona pop americana Madonna fu visto su Rai 1 da più di 14 milioni di telespettatori… E furono oltre 800 milioni in mondovisione a seguire le nozze di Carlo e Diana, che il 29 luglio 1981 pronunciarono il fatidico “sì” nella St. Paul’s Cathedral di Londra.

Riuniti in casa o nei bar davanti alla televisione, assistemmo non soltanto a concerti mozzafiato e matrimoni da favola, ma anche a un evento sportivo che resta vivido nella memoria di molti: la finale dei Mondiali di Calcio in Spagna del 1982, quando l’Italia trionfò sulla Germania Ovest per 3 a 1. L’11 luglio tutti gli italiani sollevarono simbolicamente la coppa insieme al portiere Dino Zoff.

Io c'ero negli anni '80

Le informazioni, le curiosità e le immagini contenute nel libro Io c’ero negli anni ’80 (Magazzini Salani) di Valentina Cambi vogliono ricreare l’atmosfera e i sapori degli anni ’80. Spazio  alle mode in voga, agli oggetti di culto, ai giochi e al cibo di quegli anni, caratterizzato dal boom delle merendine e dalla nascita dei fast food. Nel saggio si parla anche delle tendenze musicali, e viene puntata una lente di ingrandimento sul panorama televisivo (telefilm, cartoni animati, varietà, giochi a premi) e sul suo palinsesto, estremamente variegato anche grazie all’impulso crescente delle reti commerciali, nate a fine anni ’70. Si parla anche della fitta produzione cinematografica e del mercato editoriale.

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