Sabaa Tahir

Caino crolla a terra e io mi accascio accanto a lui, Non è ancora morto. Ma lo sarà presto. Ha gli occhi fissi davanti a sé, guarda nel nulla, e quando parla è come se la sua voce fosse moltiplicata decine di volte. «Non è mai stato uno. Sono sempre stati tre. L’Averla Sanguinaria è stata la prima. Laia di Serra, la seconda. E il Traghettatore di Anime, il terzo e ultimo. Se uno fallisce, tutti falliscono. Se uno muore, tutti muoiono. Tornate al principio e lì troverete la verità. Combattete fino alla morte, altrimenti tutto è perduto.»

Le sue dita si ricoprono di sale, mentre dalle mie gocciola fuoco. Magari conoscessimo tutti il terreno crepato dei nostri cuori infranti. Allora, forse, non saremmo così crudeli con chi cammina accanto a noi in questo mondo solitario.

Siete piegata, sì. Ma sono proprio le cose piegate le più appuntite, le più letali. Sono le cose piegate le più inaspettate e sottovalutate.

Mi riaffiora alla mente un ricordo: un giorno di tanto tempo fa, a Rupenera, quando ci siamo visti per la prima volta. Cielo, quanta determinazione, quanta vita c’era in lei. Già allora era brace sempre ardente, non importava quanto il mondo cercasse di spegnere il suo fuoco.

Caino crolla a terra e io mi accascio accanto a lui, Non è ancora morto. Ma lo sarà presto. Ha gli occhi fissi davanti a sé, guarda nel nulla, e quando parla è come se la sua voce fosse moltiplicata decine di volte. «Non è mai stato uno. Sono sempre stati tre. L Averla Sanguinaria è stata la prima. Laia di Serra, la seconda. E il Traghettatore di Anime, il terzo e ultimo. Se uno fallisce, tutti falliscono. Se uno muore, tutti muoiono. Tornate al principio e lì troverete la verità. Combattete fino alla morte, altrimenti tutto è perduto.»

Le sue dita si ricoprono di sale, mentre dalle mie gocciola fuoco. Magari conoscessimo tutti il terreno crepato dei nostri cuori infranti. Allora, forse, non saremmo così crudeli con chi cammina accanto a noi in questo mondo solitario.

Siete piegata, sì. Ma sono proprio le cose piegate le più appuntite, le più letali. Sono le cose piegate le più inaspettate e sottovalutate.

Mi riaffiora alla mente un ricordo: un giorno di tanto tempo fa, a Rupenera, quando ci siamo visti per la prima volta. Cielo, quanta determinazione, quanta vita c era in lei. Già allora era brace sempre ardente, non importava quanto il mondo cercasse di spegnere il suo fuoco.

Sto per avvicinarmi quando l'istinto mi grida di fermarmi. Sento un rumore di stivali alle mie spalle. Mi giro di scatto spaventata e un asse del pavimento scricchiola sotto i miei piedi. Scorgo un lampo d'argento liquido che non lascia dubbi Maschera proprio nell'istante in cui mi tappano la bocca con una mano e mi torcono le braccia dietro la schiena.