In occasione del centenario dalla disfatta di Caporetto Massimo Bubola, musicista e coautore di personaggi del calibro di Fabrizio de André, è in libreria con “Ballata senza nome”, frutto del suo lavoro di ricerca e documentazione del patrimonio storico, artistico e musicale legato alla Prima Guerra Mondiale…

A cento anni dalla battaglia di Caporetto Massimo Bubola, cantautore veneto autore di pilastri della storia della musica italiana come Cielo d’Irlanda e coautore degli album Rimini e L’indiano di Fabrizio de André, pubblica Ballata senza nome (Frassinelli), libro con cui fonde le sue doti di musicista e una particolare sensibilità linguistica per far parlare i soldati morti in un importante evento storico.

Nella basilica di Aquileia, il 28 ottobre 1921, c’è una donna che cammina tra undici bare allineate. È Maria Bergamas, la donna scelta in rappresentanza di tutte le madri italiane che hanno perso il figlio durante la Prima Guerra Mondiale. Maria deve scegliere, tra gli undici feretri, quello che verrà tumulato a Roma e che diventerà simbolo di tutti i soldati caduti, nel monumento al Milite Ignoto.

La donna passa davanti a ogni bara, le sfiora con la mano, ognuna di loro ha una storia da raccontare. Sono giovani, strappati alle madri e ai figli, ai loro amori, finiti come carne da macello a morire in una guerra durissima; nessuno di loro è nato soldato: sono contadini, borghesi, maestri elementari, minatori, fornai, veterinari, a ricordare la vecchia bugia del Dulce et decorum est pro patria mori.

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Attraverso le voci di questi soldati Bubola ci porta a rivivere in una trance empatica i momenti cruciali dei protagonisti, a riscoprire un’Italia scomparsa.

Oltre alla sua produzione cantautorale di venti album a partire dagli anni Settanta, ha pubblicato il suo primo romanzo con Gallucci, Rapsodia delle terre basse. Dopo essersi dedicato alla ricerca di documentazione sul patrimonio storico, artistico e musicale delle vicende legate alla Prima Guerra Mondiale, ha inciso Quel lungo treno e Il Testamento del Capitano, seguito dall’album antologico Caporetto al Piave.

 

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