Biblioteche senza risorse per rinnovare il proprio patrimonio rappresentano una delle motivazioni dei bassi indici di frequentazione – A Più libri più liberi i dati italiani

Partiamo dai numeri: 0,63 euro per cittadino per l’acquisto di nuovi libri nelle biblioteche pubbliche in Italia, 0,68 euro per quelle scolastiche. Nei Paesi moderni le biblioteche sono uno degli elementi fondamentali per la diffusione del libro e della lettura. Nei fatti, però, nel nostro Paese la situazione è lontanissima dai 760milioni di sterline di investimento per quelle pubbliche inglesi. E biblioteche senza risorse per rinnovare il proprio patrimonio rappresentano una delle motivazioni dei bassi indici di frequentazione: il 24% in Italia (ma una indagine Aie colloca questa percentuale al 12%), contro il 74% di Svezia, 47% del Regno Unito, 45% di Olanda, 33% di Francia e Spagna (Fonte: European Commission, «Special Eurobarometer» 399, Cultural Access and Partecipation Report, 2013).

Oltre a rappresentare un bacino di mercato (sono oltre 6mila le biblioteche pubbliche in Italia) in larga parte precluso all’accesso dell’offerta della piccola editoria ai cittadini italiani. Questa situazione non può che riflettersi sui dati che verranno presentati da Istat, su chi e quanti, e in quali fasce di età frequentano le biblioteche di pubblica lettura e come sono cambiati tra 1995 e 2015. Di questo si parlerà nell’incontro Investire sì, ma in biblioteche, in programma il 9 dicembre alle 10.30 nella Aldus Room a Più libri più liberi, la fiera nazionale della piccola e media editoria, in programma fino al 10 dicembre al Roma Convention Center La Nuvola. Ne discuteranno Paolo Fallai (Biblioteche di Roma), Rosa Maiello (Presidente AIB) e Miria Savioli (Istat), introdotti da Enrico Iacometti (Armando Editore, Consiglio Piccoli editori AIE).

La situazione delle biblioteche, però, è molto disomogea. A situazioni di eccellenza (si spendono 5 euro ad abitante nella provincia di Bolzano) si affiancano situazioni di ritardo e di scarsità di risorse (si spendono 0,10 centesimi in Puglia). Certo in questi anni c’è stato uno sforzo nel rinnovamento delle biblioteche, nella loro innovazione. Ma l’innovazione è sempre e solo una innovazione di servizi, architettonica, o può spingersi anche oltre?

Le biblioteche possono vendere libri, direttamente o attraverso le librerie, quando non ci sono librerie nei loro comuni? Questo sarà il tema dell’incontro successivo, Biblioteche innovative. Perché non vendere quando non ci sono librerie?, in programma il 9 dicembre alle 11.30 nell’Aldus Room. Ne discuteranno Antonella Agnoli (Consulente bibliotecaria), Enrico Iacometti (Armando Editore, Consiglio Piccoli editori AIE), Rosa Maiello (Presidente AIB), Domenico Canzoniero e Paolo Pelliccia (Biblioteca Consorziale di Viterbo).

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