Torna la rubrica #LettureIndimenticabili. Paolo Roversi, in libreria con “La confraternita delle ossa”, racconta quanto è stato importante per la sua carriera di scrittore (e lettore) “Post office” di Charles Bukowski…

di Paolo Roversi

I libri sono, da sempre, una grande passione. Quelli scritti bene, quelli che ti sorprendono, quelli che non ti aspetti. E quelli che ti vengono a cercare.

Come mi capitò in una biblioteca della Bassa, più di vent’anni fa. Era un caldo pomeriggio, nell’estate del diploma, ed io mi aggiravo lungo i corridoi alla ricerca d’ispirazione.

Desideravo leggere libri importanti, romanzi che mi ispirassero per le scelte future. I libri questa magia riescono davvero a compierla. Non dovetti attendere molto: un romanzo con la copertina un po’ sgualcita attirò la mia attenzione facendo capolino da uno degli scaffali. Quel volume restò ben poco tra le mie mani, giusto il tempo della lettura perché, appena sfogliata l’ultima pagina, corsi a comprarlo, comprendendo per la prima volta cosa significasse possedere realmente un libro. Rileggerselo, goderselo.

Quel libro era di un autore che poi diventò per me una sorta di feticcio: Charles Bukowski.

La sorte mi sorrise perché il romanzo in questione s’intitolava Post Office uno dei più riusciti e intensi secondo me. Non solo per la storia che raccontava ma per il messaggio che comunicava a uno che desiderava fare lo scrittore. Bukowski sapeva scrivere ma, soprattutto, aveva costanza, qualità fondamentale se si vuole fare questo mestiere. Bukowski, dal canto suo, aveva fatto i lavori più umili finché, a cinquant’anni, aveva mollato tutto per mettersi a scrivere e in diciotto giorni era nato Post Office la storia – nemmeno tanto romanzata – del suo lavoro alle poste degli Stati Uniti incontrando l’umanità più varia e raccontandola con lucido cinismo e una gran dose d’ironia.

Dopo quel romanzo mi appassionai all’autore, lessi tutti suoi libri sottolineando avidamente le frasi ed i passaggi che mi piacevano di più. Poi le trascrissi con la macchina da scrivere (eh sì esistevano ancora all’epoca), le infilai in una busta e le spedii a un editore. Qualche mese più tardi la raccolta di quegli aforismi diventarono il mio primo libro pubblicato. Sempre grazie alla passione per Bukowski, negli anni seguenti, ebbi l’occasione d’intervistare Fernanda Pivano per scrivere una biografia sullo scrittore americano. Insomma, sospetto che, dal preciso momento in cui afferrai quel libro dallo scaffale, ebbe iniziò la mia carriera di scrittore.

LA RUBRICA – Letture impossibili da dimenticare, rivelatrici, appassionanti. Libri che giocano un ruolo importante nelle nostre vite, letti durante l’adolescenza, o da adulti. Romanzi, saggi, raccolte di poesie, classici, anche testi poco conosciuti, in cui ci si è imbattuti a un certo punto dell’esistenza, magari per caso. Letture che, perché no, ci hanno fatto scoprire un’autrice o un autore, di ieri o di oggi.
Ispirandoci a una rubrica estiva del Guardian, A book that changed me, rifacendosi anche al volume curato da Romano Montroni per Longanesi, I libri ti cambiano la vita. Cento scrittori raccontano cento capolavori, abbiamo pensato di proporre a scrittori, saggisti, editori, editor, traduttori, librai, bibliotecari, critici letterari, ma anche a personaggi della cultura, della scienza, dello spettacolo, dell’arte, dell’economia, della scuola, di raccontare un libro a cui sono particolarmente legati. Un’occasione per condividere con altri lettori un momento speciale.

L’AUTORE – Paolo Roversi è nato nel 1975. Scrittore, giornalista e sceneggiatore, vive a Milano. Con Marsilio, nel 2015 ha pubblicato il dittico Città rossa, due romanzi sulla storia della criminalità milanese degli anni Settanta e Ottanta: Milano criminale e Solo il tempo di morire (premio Selezione Bancarella, premio Garfagnana in giallo). La confraternita delle ossa rappresenta il primo episodio di una serie con protagonista il giornalista hacker Enrico Radeschi che comprende anche i romanzi: La marcia di Radeschi (Mursia), La mano sinistra del diavolo (Mursia, premio Camaiore di Letteratura Gialla 2007), Niente baci alla francese (Mursia) enL’uomo della pianura (Mursia). Gli altri suoi romanzi sono Taccuino di una sbronza (Morellini), PesceMangiaCane (Edizioni Ambiente) e L’ira funesta (Rizzoli). È fondatore e direttore del NebbiaGialla Suzzara Noir Festival e del portale MilanoNera.

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