“La grande abbuffata della saggistica di attualità è finita e anche gli editori più blasonati hanno tirato il freno a mano…”. Su IlLibraio.it la riflessione (dall’interno) dell’editor di Chiarelettere sulle cause della crisi dei libri-inchiesta. E sul futuro del settore

La saggistica di attualità, questa sconosciuta. Raccolgo qualche idea prima di iniziare a scrivere e apro il file con l’elenco dei 100 libri più venduti del 2014. Solo 12 (un misero 10 per cento) riportano a fianco la scritta non-fiction. Tra questi: l’immortale André Agassi, sempre lui, Luciana Littizzetto e poi Alberto Angela con gli ultimi giorni di Pompei, 79 dopo Cristo. Poca attualità. Spicca su tutti il caso dell’anno, Braccialetti rossi con la fiction tv su Rai1 e la storia vera e straordinaria di Albert Espinosa. C’è Ammazziamo il Gattopardo di Alan Friedman, un libro che si è imposto come caso mediatico ed è stato premiato anche in libreria. Tra le firme del giornalismo ci sono ancora Aldo Cazzullo (il racconto della guerra dei nonni 100 anni dopo l’inizio della Prima guerra mondiale) e Lilli Gruber (storia della sua vita, seconda puntata). Attualità ancora molto poca. Se non fosse per l’autobiografia di Malala (premio Nobel per la pace) e il saggio di Piketty sulla diseguaglianza verrebbe da intonare il de profundis. Eppure la saggistica d’inchiesta e di attualità è stato l’evento editoriale più clamoroso degli ultimi 10 anni.

La Casta e Gomorra sono stati letti da più di un paio di milioni di persone solo in Italia. Gomorra rimane un bellissimo reportage sulla camorra, sicuramente più non-fiction che fiction. Tantissimi libri hanno segnato questo periodo: Regime di Gomez e Travaglio esce nel 2004 e diventa subito un caso editoriale. Poteri forti di Ferruccio Pinotti (2005) arriva secondo in classifica nella categoria saggistica e ci resta un bel po’. E’ un libro sul caso Calvi, per chiunque sia tentato dalla risposta che all’origine di quei successi ci fosse Berlusconi. Vaticano Spa di Gianluigi Nuzzi (2009) si afferma subito come un grande bestseller, sarà il libro di saggistica più venduto dell’anno.

Certo, Berlusconi e il berlusconismo hanno avuto un’influenza innegabile. La gestione sfacciata e arrogante del potere ha contribuito a determinare il successo di alcuni libri ma non può essere la spiegazione di un fenomeno così eccezionale, che per anni ha influenzato pure gli scrittori di fiction. E’ che c’era un’aria diversa da quella che si respira oggi. Una voglia di partecipazione diffusa. Di saperne di più sul potere e su come funziona, sui suoi meccanismi e su chi li controlla, sulla storia italiana più recente.

Le presentazioni di libri – poi basta con l’amarcord, promesso – erano veri eventi con centinaia di persone. Chiarelettere nasce proprio cavalcando l’onda e con una formula che i lettori riconoscono subito e seguono: un marchio editoriale libero dunque credibile; un autore esperto, non importa se conosciuto o sconosciuto; un libro sempre molto raccontato e leggibile. Poi l’onda cresce e diventa sempre più lunga. Arriva la valanga. L’inchiesta diventa il genere di successo in libreria, i libri si moltiplicano e si afferma un nuovo mercato che per anni se la gioca alla pari perfino con i grandi autori di fiction. Ma il mercato alla lunga conferisce ai suoi prodotti un’aria di somiglianza. E i lettori cambiano strada.

Sicuramente c’è la stanchezza e un po’ l’impotenza nel leggere storie di scandali e corruzione senza che nulla cambi. Ma è una banale semplificazione pensare che la saggistica di attualità sia soprattutto questo. Sicuramente c’entra la rete e l’informazione on line ma è un alibi modesto e una resa inaccettabile pensare che tutto arrivi da lì: i libri d’inchiesta sono anzitutto libri, con una struttura, una gerarchia, uno stile. Sono storie, noi li abbiamo sempre considerati tali. Storie da leggere. Sicuramente c’è la nuova onda dell’intrattenimento e dell’evasione che rende vincenti storie di buoni sentimenti. Solo qualche anno fa avrebbero prodotto risultati probabilmente molto diversi. Un’onda che anche in questo caso va facendosi valanga. La formula è assurta a codice e applicata in modo seriale: temi leggeri ma intelligenti, autore promuovibile in tv, una spruzzata di marketing sempre più indispensabile per imporre libri spesso troppo simili.

L’editoria vive di stagioni, la grande abbuffata della saggistica di attualità è finita e anche gli editori più blasonati hanno tirato il freno a mano. E’ come al risveglio da una sonora sbornia, eppure non si può vivere di sola evasione. In una recente intervista su la Lettura, lo scrittore americano Jeffrey Eugenides ammoniva i lettori con queste parole: “Evadete dall’evasione”. Il libro ha un’altra forza e un’altra storia. Non solo intrattenimento, resta a oggi lo strumento più sofisticato per raccontare la realtà senza semplificazioni. I lettori sono lì, in attesa che arrivi qualcosa di nuovo che magari li motivi a mollare l’ultima serie tv per tornare in libreria. Quando arriverà sarà una sorpresa per tutti, come un tempo lo furono La Casta e Gomorra e molti altri libri importanti e di successo. Lascerà il segno. Forse s’inizia un po’ a sentirne anche l’odore. Qualcuno quel libro lo sta già scrivendo e probabilmente nemmeno lo sa.

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