“Questo non è un romanzo in senso stretto sulla maternità, ma sicuramente lo Tsunami Maternità costringe la protagonista a riaprire un dialogo con la parte più profonda e sconnessa di sé e a tornare, dopo dieci anni, sull’isola dove quel dialogo si era interrotto… Per quanto riguarda me, quello che vivo da sempre condiziona quello che scrivo, che a sua volta condiziona quello che vivo, dunque senz’altro essere diventata madre – lo avverto, ma non so ancora dire come – sta portando delle rivoluzioni anche nella mia scrittura…”. In occasione dell’uscita de “L’isola dell’abbandono”, ilLibraio.it ha intervistato Chiara Gamberale, che ha parlato di famiglia, amore, autofiction e di come Naxos, il luogo dov’è ambientata la vicenda, sia un posto “che mi strazia il cuore, perché su quell’isola sono stata molto felice, e la felicità, si sa, quando si trasforma in un ricordo porta inevitabilmente con sé delle emozioni contraddittorie…”

Ci sono ombre del nostro passato che restano lì, su un’isola che cerchiamo in parte di dimenticare e in parte teniamo stretta come se fosse uno dei nostri ricordi più cari: la protagonista del nuovo romanzo di Chiara Gamberale (nella foto di © Sara Lando, ndr), L’isola dell’abbandono (Feltrinelli), come una nuova Arianna viene abbandonata su Naxos, ma il suo è un Teseo angosciato, che ha ben poco di eroico, che vive il sentimento amoroso nel tormento (vissuto e inferto). Ma, soprattutto, lì sull’isola, la protagonista si trova a vivere esperienze che restano chiuse in una bolla di rinascita, che le farà compagnia negli anni a venire.

Finché nasce suo figlio. E ora che è una madre, deve imparare ad accettare tutto di sé, riemergono fragilità che vanno assolutamente spiegate, forse risolte, per il bene della sua famiglia e per capire perché ha ormai messo in dubbio tutto, anche il rapporto con il padre di suo figlio. E perché lei avverte questo bisogno di tornare dove tutto è cominciato? 

L’isola dell’abbandono viaggia tra Roma e Naxos, tra il presente e il passato, omaggiando in chiave moderna uno dei miti più amati della letteratura.

l'isola dell'abbandono chiara gamberale

Chiara Gamberale, nell’Isola dell’abbandono, fin dalle prime pagine facciamo la conoscenza di genitori single, che partecipano a un incontro tra “genisoli”, portando con sé i propri vissuti, tanti rancori e non poche frustrazioni. La monogenitorialità (termine molto arido, in sé) è una sfida, un’opportunità, un percorso a ostacoli o…?
“Qualcosa che può accadere, e di cui la società mi auguro abbia sempre più rispetto e meno paura. Fra i ‘genisoli’ delle prime pagine del mio libro c’è chi subisce di crescere suo figlio da solo, c’è chi l’ha scelto… Ma famiglia è dove famiglia si fa: è sempre stato il mio credo. E ogni famiglia è una sfida, un’opportunità, un percorso a ostacoli… La fonte principale delle nostre gioie e delle nostre amarezze”. 

Nel nuovo romanzo, appare evidente come la maternità cambi lo sguardo sul mondo. Cambia anche lo sguardo sulla scrittura?
“Questo non è un romanzo in senso stretto sulla maternità, ma sicuramente lo Tsunami Maternità costringe la protagonista a riaprire un dialogo con la parte più profonda e sconnessa di sé e a tornare, dopo dieci anni, sull’isola dove quel dialogo si era interrotto… Per quanto riguarda me, quello che vivo da sempre condiziona quello che scrivo, che a sua volta condiziona quello che vivo, dunque senz’altro essere diventata madre – lo avverto, ma non so ancora dire come – sta portando delle rivoluzioni anche nella mia scrittura”. 

L’amore non manca mai nei suoi romanzi, e in effetti è spesso lo specchio in cui si riflettono tantissime caratteristiche dei personaggi: li conosciamo meglio anche scoprendo come reagiscono davanti ai sentimenti ed è inevitabile chiedersi cosa avremmo fatto al loro posto. Più volte, i suoi personaggi riflettono sul tradimento: pensa che fare l’amore con qualcun altro possa generare anche qualcosa di diverso dalla crisi di coppia?
“Addirittura in certi casi un tradimento può rinsaldare una coppia, che la persona tradita sappia o non sappia che cosa è successo… Ma i tradimenti che subisce la mia protagonista dal suo primo, disperato amore, Stefano, sono atti sadici, distruttivi, perché lui tiene a lei tanto quanto gli viene istintivo farsi e farle del male”.

“Sei proprio convinta che un lungo matrimonio tiri fuori chi siamo, mentre un amore che non è stato destinato a durare no, non lo possa tirare fuori? E se invece la nostra verità più profonda non fosse che un frammento e avesse a che fare proprio con quella purezza, con quello splendore divino?”, leggiamo a pagina 203. Anche la scrittura, come l’innamoramento, vive di questi frammenti di storie, di verità?
“Assolutamente sì. Almeno la mia funziona così”. 

Nel romanzo, l’isola dell’abbandono è per eccellenza Naxos, che porta con sé la sua eco fatta di miti, leggende e tradizioni; eppure per la protagonista diventa un luogo tutto suo, che porta con sé negli anni, un ricordo dolce-amaro. Qual è la Naxos di Chiara?
“È un posto che mi strazia il cuore, perché su quell’isola sono stata molto felice, e la felicità, si sa, quando si trasforma in un ricordo porta inevitabilmente con sé delle emozioni contraddittorie”. 

Il mondo delle favole, che ha frequentato direttamente con Qualcosa (Longanesi, 2017) e con il più recente Tutti i colori della vita, in questi giorni in libreria, torna anche in questo romanzo, perché la protagonista è una disegnatrice per bambini. Cosa la affascina del disegno abbinato alle sue storie? E come è nata la collaborazione con l’illustratrice Silvia Ziche?
“Adoro Silvia Ziche da sempre e mi sento onorata che abbia prestato il suo talento alla mia protagonista per le due tavole che ci sono nel romanzo. Del disegno, come della musica, mi affascina la possibilità di comunicare senza bisogno delle parole”.

“Ci sentiamo tutti protagonisti di un mito che smaniamo per raccontare, non vediamo l’ora di avvicinare il prossimo sconosciuto solo perché si fermi un attimo e ascolti, ma soprattutto permetta a noi di ascoltare la nostra voce ripetere ancora una volta che un giorno, tanti anni fa, poveri noi…” (p. 121). Cosa ne pensano Chiara-lettrice e Chiara-scrittrice di questa ossessione per l’autofiction?
“Che se serve ad approfondire la ricerca di chi siamo, aiuterà anche chi ci legge a conoscersi meglio. Se la usiamo per ribadire l’idea che abbiamo di noi stessi, è un’occasione persa, e per chi scrive e per chi legge”. 

 

GLI APPUNTAMENTI:

-Venerdì 22 febbraio 2019, ore 18, Torino, Circolo dei Lettori, via Bogino 9. Interviene Luciana Littizzetto, letture di Fausto Sciarappa;

-Domenica 24 febbraio 2019, ore 17, Milano, laFeltrinelli Piazza Duomo. Intervengono Annalena Benini e Massimo Recalcati;

-Venerdì 1 marzo 2019, ore 18, Savona, Sala Rossa del Comune. Piazza Sisto IV. Interviene Giorgio Scaramuzzino

-Sabato 2 marzo, ore 11.30, Genova, laFeltrinelli Libri e Musica. Via Ceccardo Roccatagliata Ceccardi. Interviene Gianna Schelotto

-Giovedì 7 marzo 2019, ORE 18.30, Pove del Grappa (Vi), Sala polivalente. Piazza degli Scalpellini. Interviene Lavinia Manfrotto

-Venerdì 8 marzo 2019, ore 18, Padova, laFeltrinelli Librerie. Via S. Francesco 7;

-Sabato 9 marzo 2019, ore 11.30, Villorba (Tv), Lovat. Via Isaac Newton 32. Interviene Elena Mattiuzzo;

-Sabato 9 marzo 2019, ore 17, San Donà di Piave (Ve). Libreria Moderna. via XIII Martiri 7;

-Domenica 10 marzo 2019, ore 11, Vicenza, Libreria Galla. Corso Andrea Palladio 11;

-Domenica 10 marzo, ore 16.30, Castelfranco Veneto, Libreria Massaro. Via G. Saviane 9;

-Domenica 17 marzo 2019, ore 17, Modena, Forum Monzani. Via Aristotele 33. Interviene Chiara Vecchi;

-Lunedì 18 marzo 2019, ore 18, Bologna, Librerie.Coop Ambasciatori. Via degli Orefici 19. Interviene Silvia Avallone

Fotografia header: Chiara Gamberale - foto di Sara Lando

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