Quarant’anni di concerti e di vita on the road raccontati da Claudio Trotta nella sua autobiografia “No pasta no show”, dove “l’organizzatore delle star” racconta e si racconta (con una menzione speciale all’amico Bruce Springsteen)

Quarant’anni di carriera come promoter raccontati dal suo punto di vista: Claudio Trotta, noto organizzatore di concerti e produttore di spettacoli dal vivo tra i più importanti e conosciuti a livello internazionale, è in libreria con la sua autobiografia No pasta no show – I miei 40 anni di musica dal vivo in Italia (Mondadori Electa).

Claudio trotta no pasta no show

Trotta, milanese classe ’57, mostra un tracciato di storia italiana che orbita intorno alla passione della sua vita: la musica. Un amore nato negli anni Settanta, con l’inizio della sua carriera e l’organizzazione dei primi concerti – nel 1979 si diploma come operatore musicale alla Civica Scuola d’Arte Drammatica a Milano e fonda la Barley Arts, l’azienda che tuttora dirige -.

No pasta no show è quindi la manifestazione di questa lunga storia d’amore, della musica come mezzo di promozione culturale, in cui Trotta racconta una serie di episodi unici che riguardano musicisti del calibro di Bruce Springsteen – al quale l’autore è molto affezionato – Ry Cooder o i Guns N’ Roses.

Tra le pagine di questo libro si trova uno Springsteen che una sera, sui Navigli, molla tutti e si perde per le vie di Milano, senza avvisare nessuno; c’è Axl Rose, leader dei Guns N’ Roses, che trasforma in una palestra la sua camera d’albergo (e a Torino non ci penserà nemmeno per un secondo a salire su una Mercedes, perché una volta ha sognato di morire su quell’auto); o ancora John Martyn che sale sul palco nonostante – o forse grazie a – diciassette birre, una bottiglia di whisky e un litro e mezzo di vino rosso. E questo è solo l’inizio…

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