I libri italiani viaggiano (talvolta) all’estero, e cambiano di veste perché ogni paese ha la sua cultura e i suoi codici visivi… – Torna la rubrica di Paolo Zaninoni, dedicata alla grafica editoriale

I libri italiani viaggiano (talvolta) all’estero, e cambiano di veste perché ogni paese ha la sua cultura e i suoi codici visivi. Uno dei piaceri della recente Fiera del libro di Francoforte è stato ritrovare opere che si sono lette e amate in patria tradotte anche graficamente in altre lingue.

Dazieri (Italia)

Un esempio è Uccidi il padre di Sandrone Dazieri, un romanzo che è piaciuto ai lettori e a critici esigenti come Antonio D’Orrico: uscito da Mondadori nel 2014, si è fregiato di una copertina molto efficace firmata dall’art director Giacomo Callo e dal graphic designer Susanna Tosatti dove spicca la silhouette di un passerotto che evoca una immagine di innocenza violata. La consonanza con la trama è perfetta, anche se non letterale: per intenderci, fra le pagine del libro non vola nessun uccellino.

Dazieri (Germania)

Uccidi il padre è arrivato in Germania, tradotto dalla rinomata Piper, che ha fatto scelte piuttosto radicali: ha cambiato il titolo in In der Finsternis (“Nella tenebra”), ha ridotto le dimensioni del nome dell’autore, che inevitabilmente fuori dai confini nostrani esercita un richiamo minore, e ha tradotto la dimensione del buio spezzando senza riguardi la lunga parola-titolo. A questo punto forse si sarebbe potuta persino risparmiare di scrivere “thriller”: il genere del romanzo è chiarissimo.

Hansen

Copertina migliore? Copertina peggiore? Né l’una né l’altra cosa: copertina giusta per un mercato che usa correntemente questo linguaggio, e che se deve usare un uccellino in copertina lo riserva a un romanzo generazionale intitolato Altes Land, Terra antica.

*L’autore della rubrica dedicata alla grafica e copertine, è direttore editoriale della Garzanti

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