Hanno entrambe diciannove anni e si chiamano tutte e due Maria, ma sono una l’opposto dell’altra, o almeno è quello che sembra a una prima lettura. Sono la Maria protagonista del romanzo di Yasmin Incretolli, “Mescolo tutto” e la Maria di Marta Morotti raccontata in “Le due metà del mondo”

Hanno entrambe diciannove anni e si chiamano tutte e due Maria, ma sono una l’opposto dell’altra, almeno così sembra a una prima lettura. Sono la Maria protagonista del romanzo di Yasmin Incretolli, Mescolo tutto (Tunuè) e la Maria di Marta Morotti raccontata in Le due metà del mondo (uscito un anno fa per Harlequin). Due romanzi di formazione che raccontano la difficoltà di essere una giovane donna.

le due metà del mondo

La Maria di Morotti vive a Torino, avrebbe voluto frequentare il liceo, proseguire poi gli studi e diventare psicologa, e invece frequenta una scuola professionale e si prepara a un futuro da operaia. La Maria di Incretolli, invece, è di Roma e frequenta sporadicamente il liceo artistico, perché pensava fosse un ambiente per persone fuori dagli schemi. Autolesionista, ha una madre alcolizzata, che si dice in giro abbia l’AIDS. Quella dell’altra Maria invece è una donna che “per bene”, che per amore del marito si è trasferita al nord dalla sua amata Agrigento e che si prende cura del figlio nato con un ritardo mentale.

Entrambe le Marie hanno un alter ego maschile: la Maria buona ha l’amico Salvatore con cui bazzica la periferia nord di Torino, i parchetti limitrofi a Corso Giulio, parlando del futuro. Sono come fratello e sorella e non mancano mai di ribadirlo. L’altra Maria invece ha Jesus, Chus per gli amici, ventenne argentino sadico che la coinvolge in giochi erotici a base di pellicola trasparente e con cui fa regolarmente sesso.

giovani donne

Ma a un certo punto a entrambe le Marie viene tolta la loro spalla. La Maria di Torino entra in crisi mentre Salvatore è in vacanza e a causa della sua assenza fa nuove amicizie, incontra perfino un ragazzo che le piace. La Maria di Roma, invece, senza Chus scappa di casa per sfuggire alla madre, ma soprattutto al suo nuovo convivente che l’ha molestata la notte di Natale. Va al nord e incontra Margherita, una ragazza coi capelli rosa, che la inserisce in un giro di figli di papà perversi e viziati.

Entrambe si perdono e annaspano nelle acque profonde che sono l’età adulta. La Maria buona ha paura di legarsi a nuovi amici e di affrontare una relazione d’amore con il ragazzo da cui è attratta. La Maria cattiva si sballa tra un festino casalingo a base di cocaina e un party di Capodanno in un locale che prende fuoco poco nel cuore della notte.

Perché diventare adulte è difficile, soprattutto se come queste due Marie hai ricevuto un colpo così forte che non riesci nemmeno ad accettarlo.

La Maria di Torino ha visto il padre togliersi la vita sopo aver ucciso il fratellino nato con un ritardo mentale. Ma lei non lo ha mai accettato, ha smesso di parlare per qualche anno, poi ha deciso di vivere come se non fosse mai accaduto niente. Si è creata un padre e un fratello immaginari e ha costretto la madre a seguire il suo gioco, per anni. Si è perfino tarpata le ali da sola, costringendosi a frequentare la scuola professionale e a cercare lavoro in FIAT. Fino all’estate dei suoi diciannove anni.

Anche l’altra Maria, quella di Roma, ha smesso di parlare per un po’, dopo la morte della nonna, quella che lei chiama “progenitrice”, l’unica persona da cui si è sentita amata. Poi ha ripreso la parola, ma ha scelto di parlare secondo un suo lessico personale, ricco di parole forbite e démodé, come se il linguaggio ostico potesse esprimere tutta la sua inadeguatezza a esprimersi e a vivere come gli altri.

Alla Maria di Morotti – la cui storia è ambientata nel 2000, in un anno di passaggio tra due millenni – bastano l’amore della madre e degli amici per comprendere la verità, accettarla e andare avanti. Anni dopo, la madre la racconta psicologa con un appartamento nel quartiere “bene” della Crocetta.

L’altra Maria, quella adolescente oggi, di amore non ne trova da nessuna parte, se non in Margherita, borghese dai capelli rosa, ma trattasi di un amore non corrisposto. E allora torna a Roma, prega Chus di amarla, ma lui ormai è andato avanti. E così la lasciamo sola, a Roma. L’unica carriera che le si prospetta è seguire le orme della madre, anche lei scappata di casa a diciannove anni e ritornata con una bambina appena nata. Oppure che faccia la velina, glielo hanno proposto ben due uomini nel corso del romanzo.

Due Marie agli antipodi, che però non si dimostrano tanto diverse nel momento più difficile della loro vita, i mesi che sanciscono il loro passaggio da adolescenti a giovani donne.

 

 

 

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