Dalla prigione di San Quintino, in California, arriva il Podcast “Ear Hustle”, il progetto che vuole dare voce ai detenuti nelle mura del carcere, realizzato dagli stessi detenuti…

Una storia che arriva dalla prigione di San Quintino, in CaliforniaEar Huste è il podcast che viene registrato e prodotto integralmente all’interno del carcere, per dare voce ai detenuti, perché raccontino la propria quotidianità.

Come ha raccontato anche Repubblica, l’idea è nata dall’iniziativa dai due detenuti: Earlonne Antwan con la collaborazione dell’artista Nigel Poor; ogni episodio, prima di poter essere diffuso, deve ottenere l’approvazione delle autorità, ma il podcast non dà l’impressione di essere censurato.

Il titolo Ear Hustle è un’espressione dello slang carcerario che designa l’origliare conversazioni private e l’obiettivo del podcast è quello di rappresentare il più fedelmente possibile la realtà quotidiana all’interno del carcere: da Prison Break a Orange is the new Black, non mancano rappresentazioni della vita carceraria, ma sono finzionali, costruite sull’immaginazione di chi sta fuori. Gli stessi detenuti di San Quintino sostengono di non sentirsi rappresentati da queste interpretazioni.

“Produciamo storie e racconti di ‘vita quotidiana’, vita reale che si svolge però tutta all’interno di quattro mura, tra celle, corridoi e ore d’aria di una delle prigioni più conosciute al mondo”, spiega Nigel Poor. Proprio per questa volontà di realismo, alcuni episodi e alcune storie sono particolarmente difficili da accettare e digerire, il che ne fa un progetto ancora più importante.

Certo, non è facile essere ascoltati da dietro le sbarre, come spiega l’incaricato di sound design Antwan, condannato a 15 anni per rapina a mano armata: “Abbiamo commesso gravi crimini, se la gente ha paura o ha qualche problema nei nostri confronti è comprensibile”. Per il suo collega Earlonne, invece, il podcast è una forma di terapia, non solo per se stesso: “Chiedo agli altri prigionieri che incontro, mi racconti la tua storia? E a chi risponde ‘non ho una storia’ propongo di raccontarmi di quando si sono sposati, dei figli, di qualsiasi cosa gli passi per la mente…”.

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