Giancarlo Bonacina, che è scomparso ieri a Milano, è stato uno dei più importanti e innovativi editor dell’editoria italiana del secondo Novecento – Il ricordo

Giancarlo Bonacina, che è scomparso ieri a Milano, è stato uno dei più importanti e innovativi editor dell’editoria italiana del secondo Novecento. Nato a Milano nel 1938, si era diplomato al Liceo Parini e poi aveva proseguito gli studi di Lettere alla Statale.

Giovanissimo, era entrato all’inizio degli Anni Sessanta alla Bompiani, allora diretta ancora da Valentino Bompiani, e aveva avuto come colleghi Umberto Eco per la saggistica, Paolo De Benedetti, Franco Quadri e una giovanissima Ginevra Bompiani. In Bompiani si era occupato della narrativa straniera pubblicando autori come Agnon, Tanizaki e Pynchon. E traducendo anche molte opere dall’inglese.

Poi, a metà degli anni Settanta era passato alla Mondadori dove si era presto imposto come una figura centrale della casa editrice, pubblicando tutti i più grandi autori anglo-americani: da Carver a Scott Turow a Grisham a Salman Rushdie, da Follett a Le Carré, da Patricia Cornwell a David Leavitt, da Philip Roth a Susan Minot e Martin Amis.

Nonostante il suo fiuto leggendario per i bestseller, da uomo coltissimo e amante della narrativa USA aveva pubblicato anche autori difficili come Richard Brautigan, Rick Bass o Colm Toibìn o ripubblicato, prima del successo mondiale, un autore come Kapuscinski.

Negli anni Novanta, caso unico nell’editoria italiana, aveva trascorso diversi anni a New York come scout e editor at large, andando a caccia di autori e frequentando editor e critici della Grande Mela.

Uomo molto schivo, di poche solidissime amicizie, era anche un grande amante della musica classica dell’opera, non solo italiana.

L’AUTORE – Marco Vigevani, agente letterario, è co-fondatore di The Italian Literary Agency.

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