Elena Bardin è la moglie di uno dei personaggi più noti dell’editoria italiana, Gian Arturo Ferrari, attuale vicepresidente di Mondadori Libri. Con ilLibraio.it parla della sua candidatura con Sala in vista delle elezioni comunali a Milano: “All’inizio pensavo che non sarebbe stato facile vivere con una persona così ‘ingombrante’. Poi, invece, ho capito che era un vantaggio enorme. E ne ho approfittato…”. Ecco cosa ha in mente per le biblioteche, le librerie e per il futuro culturale della “capitale dell’editoria”

“All’inizio pensavo che non sarebbe stato facile vivere con una persona così ‘ingombrante’. Poi invece ho capito che era un vantaggio enorme. E ne ho approfittato!”. Elena Bardin è la moglie di uno dei personaggi più noti dell’editoria italiana, Gian Arturo Ferrari, attuale vicepresidente di Mondadori Libri, e si è appena candidata con Giuseppe “Beppe” Sala in vista delle elezioni comunali a Milano. Come dimostrano le parole tratte dal suo sito, Bardin ha scelto sin da subito di non mettere in secondo piano il marito, ricordando lei per prima – prima che siano altri a farlo – la sua notorietà. Del resto, inevitabilmente, della sua candidatura in queste settimane si vocifera non poco nel piccolo mondo dell’editoria libraria, reduce dal Salone del libro di Torino (la coppia, nella foto, ha girato a lungo tra i corridoi del Lingotto) e dalla discussa acquisizione di Rcs Libri da parte di Mondadori.

Ma cosa ha in mente Elena Bardin per la città in cui vive dal ’99 con Ferrari e il cane India? “Vorrei dare il mio contributo per costruire in città la prima grande rete civica contro la povertà culturale”, scrive sempre sul suo sito (qui la sintesi del suo programma).

Eppure Milano è la “capitale” dell’editoria, la città di Bookcity, quella in cui si vendono più libri in Italia… Parlare di “povertà culturale” nella metropoli reduce da Expo non è esagerato, le chiediamo? “Milano offre tantissimo a chi è già colto e informato. Io guardo invece ai tanti che restano esclusi e lontani dalla cultura. E’ un problema che hanno anche altre metropoli europee all’avanguardia, come Londra, in cui si vive questa spaccatura tra chi ha accesso alle attività e alle proposte culturali e chi rimane ai margini“.

Quanto alla propria formazione politica, la candidata ci spiega di non essere “mai stata un estremista”: “Ho avuto un’educazione cattolica, e sono sempre stata vicina alla sinistra, senza mai prendere tessere”.

Capitolo Renzi: Bardin si definisce “una renziana della prima ora”. E aggiunge: “Certo, il premier ha dei limiti. Ma sfido a trovare nell’Italia di oggi un politico con il suo senso pratico”.

La candidata, torinese, come è ovvio conosce bene il mondo del libro, e in passato ha lavorato nell’organizzazione del Salone. Nel suo programma i “luoghi del libro” sono citati spesso: ad esempio, Bardin punta a “trasformare le biblioteche dei municipi in centri dedicati ai cittadini”. In che senso? “Le biblioteche non devono essere luoghi dove si tengono solo presentazioni di libri, conferenze, feste per bambini, ma centri aggregativi in cui si possono trovare assistenza e supporto”. Un esempio concreto? “Tra poco finiscono le scuole e molte mamme si trovano a dover gestire i propri figli e allo stesso tempo lavorare. Ecco, io credo che una mamma dovrebbe andare nella biblioteca di quartiere e chiedere consigli e informazioni su come gestire questa situazione e non essere lasciata sola”. Tra le altre cose, Bardin vorrebbe favorire “la crescita delle figure professionali femminili nella gestione delle attività culturali a Milano”. Quanto alle librerie, Bardin pensa a “canoni agevolati per aiutare soprattutto i negozi di periferia”.

Chiudiamo tornando su Gian Arturo Ferrari, e chiediamo a Elena Bardin come ha preso la sua decisione di candidarsi? “E’ il mio primo sostenitore e consigliere. Anche se alla politica ha sempre preferito l’editoria”.

Le arriveranno voti dal mondo del libro?

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