Su ilLibraio.it i consigli di Nicola Gardini, autore di “Viva il latino”, per prepararsi alla seconda prova degli esami di maturità. E per superarla – La guida

Consigli per superare la seconda prova della Maturità: quest’anno tocca al Latino

Anche a me all’esame di maturità toccò la prova di latino. Quell’anno era Tacito, un brano lunghetto e abbastanza complesso; e, dunque, stimolante, sebbene lì per lì, uscito dalla busta, sembrasse solo una sfida pericolosa. Non bisogna aver paura delle sfide. Bisogna saperle affrontare, e vincerle. Non dimenticare mai che lo studio è anche gioco. Come tutti i giochi comporta regole e fatiche, e magari qualche errore, ma dà anche felicità e appagamento.

Come procedere?

STRUMENTI

Occorre un quaderno nuovo: il Quaderno degli Esercizi di Latino per la Preparazione alla Traduzione della Maturità.

Tenete a portata di mano grammatica e dizionario.

Munitevi di buona volontà. Questa potrebbe anche diventare entusiasmo, se già non l’avete.


LEGGI ANCHE – Esami di maturità: 5 consigli d’autore per superare la prima prova (“bluffando…”) 

L’ALLENAMENTO

Da oggi al giorno dell’esame tradurre quotidianamente una decina di righe di latino. Il tardo pomeriggio è un buon momento per farlo. La pratica quotidiana vi renderà più capaci, vi darà tranquillità, si trasformerà in breve in un esercizio vitale e gratificante.

Provatevi con gli autori più vari: Cicerone, Tacito, Sallustio, Livio, Seneca, Quintiliano, sant’Agostino. Cercate di cogliere del passo la specificità stilistica. Insomma, un conto è Tacito un conto Livio. In che cosa si distinguono? In che cosa sono più riconoscibili?

Il dizionario usatelo solo dopo un’attenta lettura preliminare del brano. Al libro di grammatica ricorrete ogni volta che ne sentiate la necessità.

Tradurre significa non solo trasporre in italiano, ma apprezzare le caratteristiche dell’originale in quanto originale – particolarità grammaticali, retoriche, lessicali.

Quello che vi salta più all’occhio – vuoi perché strano secondo voi vuoi perché del tutto ignoto – mettetelo da parte, memorizzatelo. Le cose grammaticali che non vi sono sufficientemente note ripassatele molto attentamente dopo aver compiuto la traduzione. Fate esercizi mirati solo su quelle. Non agite con affanno e con la paura di non recuperare tutto. Una cosa alla volta, di volta in volta, ogni giorno.

Cercate di acquisire molto lessico. Di tutto quello che traducete sarebbe ideale che memorizzaste ogni parola, o quasi. Provate a imparare a memoria il branetto che avete tradotto oggi. Se l’avete letto più volte, non dovreste metterci molto tempo. La memorizzazione dei brani, anche parziale, contribuirà a formare nella vostra mente un piccolo archivio, di cui vi avvantaggerete, anche inconsciamente, durante la prova scritta di maturità.

Ripassare i pronomi. Sono quelli che più confondono. Nessun dizionario potrà aiutarvi, se non sapete come agiscono.

Gli indefiniti e i relativi sono i più capaci di indurre in confusione. Fate esercizi mirati solo su questi.

Attenzione alle doppie negazioni: se il “non” precede “nemo”, “nemo” ha un significato; se il “non” segue, “nemo” ne assume un altro, e la resa in italiano è per forza diversa.

Ripassare gli utilizzi del congiuntivo indipendente; e di quello che si trova in frasi dove di norma ci si aspetterebbe un indicativo.


LEGGI ANCHE  – Perché, da Oxford, difendo lo studio del latino, che in Italia molti vorrebbero abolire 

ALL’ESAME

Leggere il brano con attenzione, una due tre quattro volte. Non avere fretta di cominciare a tradurre per iscritto, cioè di aprire il dizionario e di riportare parole italiane sul foglio. Quello, lo scrivere la versione, si fa in pochi minuti, alla fine del processo di assimilazione e di comprensione. La lettura è una pratica fondamentale. Fatta più e più volte, rivela ogni volta qualcosa. Scrivere la traduzione sarà l’ultima cosa. Prima si ascolta. Il testo, per quanto oscuro all’inizio, si chiarirà via via.

Il processo di comprensione avviene, infatti, per gradi. Certe cose appaiono prima, altre dopo. Molto dipende anche dallo stato emotivo e fisico in cui ci si trova.

Non arrivate all’esame dopo una notte insonne. Dovete essere riposati, ossigenati, sereni. Un eccesso di adrenalina sarà inevitabile, ma aiuterà la concentrazione.

Fate del vostro meglio. Non accontentatevi della prima cosa che vi viene in mente. Tornate sempre al latino, dopo aver pensato a una possibile resa in italiano. Molti errori si commettono perché a un certo punto il brano latino viene abbandonato, dimenticato, messo da parte, e si continua a lavorare sulle parole italiane che si sono trovate – con la pretesa che siano giuste e vadano soltanto “sistemate”. TORNARE SEMPRE AL LATINO. Che cosa ci dice? Come lo dice?

La resa italiana: non sforzatevi di abbellire all’eccesso, e non allontanatevi dall’originale. Dunque, non saltate parole, e non aggiungetene. Lavorate per una versione limpida, corretta e scorrevole. Evitate di mettere traduzioni alternative tra parentesi. Una dovete scegliere – quella più giusta al contesto.

Il brano che avrete da tradurre potrà essere complesso, arduo, strambo quanto si voglia. Ma sarà comunque “comprensibile”. Voi potete e dovete comprenderlo. Il latino non è un indovinello malvagio. È un’arte magnifica; un momento sublime della storia della lingua umana. Rendetegli onore; e fate onore alla bellezza e all’importanza dei vostri studi, che stanno per compiersi.

L’AUTORE – Nicola Gardini, insegna letteratura italiana ad Oxford, ed è l’autore di un libro di grande successo, Viva il latino. Storia e bellezza di una lingua inutile (Garzanti).

 

Libri consigliati

Abbiamo parlato di...