Dal 16 aprile all’1 maggio è in programma la 57esima edizione della Fiera dei Librai di Bergamo. Libricity quest’anno è la app ufficiale della manifestazione. Per l’occasione, i due ideatori hanno intervistato uno degli organizzatori, Antonio Terzi: “La grande svolta è avvenuta negli ultimi 7 anni, quando la formula è completamente cambiata. Non più banchi delle singole librerie, che spesso portavano a sovrapposizioni nella proposta che non servivano né ai lettori né ai librai, ma una unica grande libreria temporanea, divisa in 6 aree tematiche, nella quale i librai lavorano insieme, fianco a fianco, mettendo in comune le proprie competenze…”

“La Fiera dei Librai Bergamo è un percorso che parte da lontano, dalla tradizione delle storiche librerie del centro, che – immaginando di essere depositarie di un messaggio – decisero di donarlo alla comunità: libertà di scelta e di proposta, di essere controtendenza, di dimostrare che il valore della collaborazione sta nel moltiplicare le opportunità e le possibilità di crescita”.

Tradizione. Comunità. Libertà. Collaborazione. Crescita. Se è vero che le parole sono importanti, in queste poche righe di presentazione della Fiera dei librai di Bergamo ci sono tutti gli ingredienti che rendono la storica manifestazione l’esempio perfetto dal quale partire per dimostrare che, in un momento di grandi trasformazioni come quello che stiamo vivendo, occorre essere in grado di unire la solidità della tradizione alla potenza dell’innovazione.

1_giornalepagina 10 dell’’Eco di Bergamo, 1966

La Fiera dei librai Bergamo, che si svolgerà dal 16 aprile al 1 maggio 2016 per la 57esima volta, esiste e perdura grazie a questi presupposti. La tradizione è quella dei luoghi fisici, dei portici del Sentierone, cuore pulsante della città di Bergamo. L’innovazione è quella dei luoghi virtuali, potenziali nuovi punti di contatto tra i libri e i loro lettori, grazie alla collaborazione della Fiera con Libricity che quest’anno sarà la app ufficiale della manifestazione a partire dal 5 aprile (app iOS e app Android).

Sono solo 6 librai, penserà qualcuno, quelli della Fiera Bergamo, ma solo l’anno scorso sono riusciti a portare sul Sentierone circa 160mila visitatori, organizzando 97 incontri e vendendo più di 21.000 libri nella libreria temporanea.

In un paese i cui lettori sembrano, a molti, sempre più da inseguire, crediamo  sia un risultato importante. L’ingrediente segreto è che non c’è nessun segreto, se non il desidero e la capacità di lavorare insieme per un obiettivo comune.

Ne abbiamo parlato con Antonio Terzi, della cartolibreria NANI di Bergamo:

Il 16 aprile inizia la Fiera dei Librai a Bergamo. Com’è nata l’idea, come si è sviluppata, quali sono le prospettive future?
“La Fiera è alla sua 57esima edizione e negli anni ha subito tante trasformazioni. Bergamo ha una lunga tradizione di librerie storiche guidate da grandi librai che iniziarono con una piccola esposizione di banchi allestiti dalle singole librerie sotto i portici del Sentierone, il cuore della città. Nel corso degli anni poi, quando il numero dei librai è aumentato, la manifestazione si è trasferita all’interno di una tensostruttura che l’ha ospitata per anni”.

Quindi  cosa è successo?
“La grande svolta è avvenuta negli ultimi 7 anni, quando la formula è completamente cambiata. Non più banchi delle singole librerie, che spesso portavano a sovrapposizioni nella proposta che non servivano né ai lettori né ai librai, ma una unica grande libreria temporanea, divisa in 6 aree tematiche, nella quale i librai lavorano insieme, fianco a fianco, mettendo in comune le proprie competenze”.

Quali sono stati i vantaggi di questa organizzazione?
“Ci ha consentito di allargare notevolmente lo spettro dei titoli proposti, ma soprattutto ci ha permesso la realizzazione di un progetto di collaborazione tra i librai che poi ha l’ambizione di protrarsi anche a Fiera finita”.

Quali sono i vantaggi del lavorare in rete?
“Il lavoro in rete, soprattutto in funzione dell’evento, permette ad ognuno dei librai di essere il più efficace possibile in termini di sviluppo delle proprie attitudini. Il lavoro riguardante gli ordini — non portiamo in Fiera i libri dalle librerie, ma li ordiniamo apposta in funzione della Fiera — viene diviso tra le librerie in modo da valorizzare le specificità di ognuna”.

Quali sono le difficoltà?
“Le difficoltà sono soprattutto legate al poco tempo che la gestione della propria libreria lascia per le altre attività e al trovare, e qui si parla invece dello sviluppo di attività comuni nel corso del resto dell’anno, un minimo comune denominatore sul quale lavorare”.

2_libreriaLa libreria temporanea della scorsa edizione della Fiera

Tra voi librai vi considerate competitor? Come conciliate questo con il lavoro insieme?
“Quando si parla di libri e di librerie non è poi così vero che la competizione sia molto serrata. A dispetto di quello che può credere la gente, tra i cataloghi di due librerie i titoli che si sovrappongono sono meno del 20 per cento. Certo, l’essere librai è una cosa che ci unisce, ma di fatto siamo molto diversi tra noi, sia per proposta al pubblico che per impostazione delle librerie. Anche per questo riteniamo che in fondo sia molto di più ciò che guadagniamo stando insieme che il non farlo. Perché, parliamoci chiaro, vista la situazione delle librerie indipendenti, oggi sarebbe proprio una follia trattarsi da nemici”.

Quali sono i problemi maggiori nella gestione di una libreria?
Il primo problema è quello della liquidità, soprattutto in alcuni periodi dell’anno. Nonostante si possa cercare di ottenere modalità di pagamento agevolate e ci sia la possibilità di rendere parte dell’invenduto, ci sono sempre momenti nei quali far fronte alle scadenze, riuscendo anche a retribuirsi, è difficile, se non impossibile. Soprattutto per chi deve sostenere affitti, personale e costi di gestione sempre più importanti”.

Lavorare in gruppo aiuta?
“Ad ora, eccezione fatta per il periodo della Fiera e altre manifestazioni, purtroppo non abbiamo modo di poter far gruppo in questo senso, ad esempio facendo ordini centralizzati di alcuni titoli che, peculiarità di ognuno di noi escluse, avremmo tutti nelle nostre librerie. Tuttavia, noi collaboriamo quanto possibile scambiandoci libri: abbiamo modo di verificare in tempo reale le giacenze delle librerie del gruppo, quindi, per quanto siano piccole le nostre singole realtà, insieme riusciamo a coprire una quantità di offerta altrimenti impensabile. In questo modo ovviamo anche a un’altra difficoltà – emersa in modo più pesante da quando il mercato online ha preso piede – e cioè la velocità nel reperire per i nostri clienti titoli che, quando ci vengono chiesti, non abbiamo”.

Che altri modi di collaborare avete ideato?
“Non è sempre detto che ci si scambino i titoli in questione. A volte succede che si veicolino i clienti in quella o quell’altra libreria: in questo modo, facciamo conoscere ogni nostra realtà, eventualmente ancora non nota. Esattamente come facciamo quando parliamo ai nostri clienti della app di Libricity e gliela facciamo scaricare”.

Com’è attualmente il rapporto con gli editori? Pensate possa svilupparsi positivamente in qualche direzione?
“Non è previsto quasi in nessun caso un rapporto diretto con gli editori, se non con qualche indipendente, che privilegiamo”.

Perché il rapporto diretto con gli editori vi interessa?
“Ci aiuta a conoscere bene il loro catalogo, a poter organizzare più facilmente presentazioni e, in alcuni casi, ad avere forniture dirette, ma questo solo se l’editore non è vincolato, con contratto di esclusività, ai distributori. Qualcuno di noi ha rapporti di conoscenza diretta con dirigenti di qualche casa editrice e questo può facilitare soprattutto in termini di contatti e di possibilità di avere loro autori in libreria. Crediamo sia difficile però, che, a parte reciproci incontri e contatti, il rapporto possa cambiare molto da quello che è oggi, almeno non a breve e, in ogni caso, non con tutti”.

La fiera dei librai è tra le prime ad usare Libricity come app ufficiale per la manifestazione. Cosa pensate del fatto di “esporre” i dati del vostro catalogo?
“Crediamo che coniugare innovazione e tecnologia con tradizione e competenza dei librai sia un mix vincente. Giovani e ormai anche meno giovani hanno sempre meno tempo, cercano efficienza e comodità, e hanno sempre a disposizione uno smartphone. Spesso le librerie indipendenti e più piccole soffrono di un gap di visibilità rispetto ai colossi e alle catene, sostenute anche da molti investimenti pubblicitari. La vostra app è certamente l’ideale per soddisfare i bisogni dei lettori, anche di quelli che hanno dovuto cedere alla frenesia moderna, e fornisce occasioni di far conoscere le librerie del territorio a chi si è abituato ad altri percorsi e ad altre esperienze d’acquisto”.

3_appfiera-dei-librai

Il programma della Fiera accessibile tramite la app Libricity a partire da lunedì 4 aprile

Cosa vi ha portato a scegliere Libricity come app ufficiale della manifestazione? Che risultati vi aspettate?
“La nostra Fiera ha fatto, a nostro giudizio, ma anche visti i riconoscimenti esterni (ora iniziamo ad avere autori che ambiscono a venire a Bergamo), dei grandi passi avanti in questi anni. Il palinsesto dell’offerta culturale si pone su un livello di eccellenza e in più rappresenta una validissima occasione per visitare non solo la Fiera, ma anche la città. Avere a disposizione una app è diventato imprescindibile (ricordiamo che si tratta pur sempre di una Fiera realizzata da piccole librerie indipendenti e svilupparne una autonoma diventa proibitivo): certamente ci aspettiamo di uscire ancor di più, tramite la app, dall’ambito locale di Bergamo e provincia ed arrivare almeno nelle province vicine per spingere sempre più pubblico a venirci a trovare”.

Che cosa vuol dire essere librai indipendenti?
“L’indipendenza sta nella libertà di scegliere e di proporre libri e percorsi che spesso, altrove, restano nascosti e poco valorizzati per via delle direttive e delle politiche di vendita imposte dai proprietari delle catene (quando questi sono i grandi gruppi editoriali). Di certo, nelle nostre librerie davanti a tutto sta la qualità e il gusto del libraio, che è espressione della sua formazione e delle sue ricerche”.

Pensate che esista uno scontro con le catene o che, invece, sia possibile una convivenza?
“Per la tutela della bibliodiversità sarebbe necessario un riequilibrio delle forze in campo che tolga la variabile prezzo di vendita e sconto dalla competizione, dinamiche che sovente “guidano” gli acquisti dei lettori a discapito di una scelta basata sulla qualità. Diciamo che così la competizione sarebbe più genuina e tramonterebbe la continua rincorsa alle svendite e allo svuotamento del valore del prodotto libro”.

Che messaggio vi sentite di mandare ai vostri colleghi sparsi in tutta Italia?
“Pensiamo che sia fondamentale la tutela sindacale della categoria. In particolare, anche in virtù dell’appoggio locale di Confesercenti, segnaliamo il rilancio dell’attività del SIL, il Sindacato Italiano Librai. Gli sforzi su quel fronte sono aumentati negli ultimi 2 anni e invitiamo i librai italiani a sostenere questo percorso informandosi e aderendo.
Stessa cosa circa Libricity: come già detto, dà la possibilità anche ai più piccoli librai di essere scoperti, è un’opportunità importante secondo noi. Per il resto, sarebbe bello poter organizzare, magari anche più volte all’anno, qualche operazione simile a ‘Italian Book Challenge – Il campionato dei lettori indipendenti’, che coinvolge lettori e librerie indipendenti di tutta Italia”.

I librai:

LIBRERIA PALOMAR: Valentina Porta

LIBRERIA PUNTO A CAPO: Federica Balzaretti

LIBRERIA ARNOLDI: Pierpaolo Arnoldi

LIBRERIA IL PARNASO: Paolo Gerotti

LIBRERIA ALESSIA: Roberto Squinzi

LIBRERIA NANI: Antonio Terzi

libricity
I due ideatori dell’app

LEGGI ANCHE – Come trovare il libro che stai cercando nella libreria più vicina: l’app Libricity 

Senza-titolo-4
La partnership tra ilLibraio.it e l’app Libricity


LEGGI ANCHE – Se vuoi che le persone facciano più volte una cosa, rendigliela più facile – di Adriano Guarnieri e Lorenzo Losa

Libri consigliati