Per fortuna si discute sempre più spesso dei diritti delle donne e arrivano anche proposte da mettere in pratica. Ma cosa c’è dietro a questa nuova ondata di attenzione per i diritti delle donne? Come ci racconta “Donne senza paura”, graphic novel firmato dalle norvegesi Marta Breen e Jenny Jordahl, ci sono più di centocinquant’anni di lotte portate avanti da donne che si sono scontrate con la società. Tra gli aspetti più interessanti del volume, l’intersezionalità delle storie proposte…

Dei diritti delle donne, per fortuna, negli ultimi anni si sta discutendo non poco. Purtroppo, però, i comportamenti sessisti non sono stati sradicati dalla nostra società, così come l’equità salariale non è stata raggiunta, ma è diventato un po’ più facile per le donne, e non solo, riconoscere e denunciare le ingiustizie, per provare a cambiare le cose.

Pensiamo ad esempio al mondo dell’editoria e all’attenzione da parte di molte donne e alcuni uomini del settore per la rappresentazione di scrittrici in libreria ma anche in festival e eventi.

donne senza paura

Non mancano, inoltre, le proposte di nuovi movimenti femminili, e neanche i tentativi di creare nuovi femminismi, come quello proposto dalla studiosa britannica Helen Hester, che va a scardinare il patriarcato attraverso la negazione della società capitalista. O, ancora, la ricerca di Jessa Crispin, che l’ha portata a contestare il femminismo dell’empowerment (che va di moda negli ultimi anni) e ad abbracciare una visione più radicale.

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Ma cosa c’è dietro a questa nuova ondata di attenzione per i diritti delle donne? Come ci racconta Donne senza paura, graphic novel firmato dalle norvegesi Marta Breen e Jenny Jordahl (tre60, traduzione di Ilaria Katerinov), che ha ricevuto la menzione speciale nella categoria Non Fiction nell’edizione 2019 del Bologna Ragazzi Award, il premio annuale della Bologna Children’s Book Fair, ci sono più di centocinquant’anni di lotte portate avanti da donne che si sono scontrate con la società.

Lotte spesso anche violente, come quelle delle suffragette britanniche guidate da Emmeline Pankhurst, che hanno incendiato cassette della posta, sfidato la polizia in manifestazioni spesso sfociate nella violenza, rischiando il carcere e maltrattamenti atroci, come l’alimentazione forzata.

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Ma anche movimenti culturali promossi da grandi intellettuali che, in quanto donne, hanno subito un trattamento spesso diverso rispetto a quello riservato ai colleghi uomini. Non tutti sanno, infatti, che durante l’Età dei Lumi una donna francese, Olympe de Gouges, scrisse la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina in risposta alla ben più famosa Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.

O che l’intellettuale Mary Wollstonecraft, madre dell’autrice di Frankenstein Mary Shelley, e fondatrice del femminismo liberale, scrisse la sua opera più nota, Rivendicazione dei diritti della donna, per criticare le posizioni sulla “natura femminile” espresse da Rousseau nell’Emilio.

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Un aspetto molto interessante di Donne senza paura è l’intersezionalità delle storie proposte: accanto ai grandi nomi del femminismo occidentale trovano spazio anche donne di altre latitudini ed etnie, come la prima martire del femminismo, l’iraniana Tàhirih, o l’afroamericana Harriet Tubman che si è battuta contro la schiavitù liberando milioni di persone. Ma anche l’attenzione per il mondo LGBTQ a cui dedicato un intero capitolo.

Il viaggio nelle lotte femministe arriva ai giorni nostri e trova spazio anche per Malala, la giovane donna afghana che ha vinto il Nobel per la pace.

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E infine, dedica una serie di tavole alle questioni ancora aperte: dalla violenza domestica alle mutilazioni genitali. Che servono da monito per continuare la lotta iniziata quasi due secoli fa.

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