Il mare non ispira solo i grandi narratori. Anche nel fumetto, in particolare in Italia, questo elemento è protagonista di numerose narrazioni, dai classici racconti d’avventura come Corto Maltese di Hugo Pratt, fino alle storie più sperimentali come “Il porto proibito” di Stefano Turconi e Teresa Radice, oltre a diverse altre… – L’approfondimento

La grande letteratura a fumetti italiana ha le sue origini in un celebre titolo dedicato al mare di Hugo Pratt, Una ballata del mare salato, in cui esordisce il personaggio di Corto Maltese. Considerato il primo romanzo a fumetti nostrano, datato 1967, la Ballata è ambientata nelle affascinanti isole di Bougainville, nell’Oceano Pacifico, che tanto calmo non è, come recita l’incipit. Nel libro, Corto fa la sua apparizione per la prima volta in mezzo ai flutti, legato a una struttura di legno come punizione per aver subìto un ammutinamento da parte della sua ciurma. Pratt affermò che il suo interesse per il mare nacque da Laguna Blu di Vere Stackpoole, ma il suo fumetto è comunque pregno di riferimenti letterari: Melville sopra tutti e, ovviamente, La ballata del vecchio marinaio di Coleridge.

Per i suoi fumetti, l’autore più che ai libri si è sempre ispirato alla vita vissuta: dalla sua esperienza a Buenos Aires, dove si formò come fumettista, ai suoi viaggi in Sudamerica nei primi anni ‘60. Quando tornò in Italia, a 40 anni, Pratt esordì sulle pagine di Sgt. Kirk, dove la Ballata venne pubblicata a puntate. Secondo Umberto Eco, che ne ha firmato la prefazione, questo libro “rimane nella mente dei suoi primi lettori come un evento, un modello di un nuovo modo di fare letteratura attraverso il fumetto”.

Nell’ispirare Pratt hanno avuto un ruolo fondamentale i fumetti di Franco Caprioli, che viene ricordato nel panorama italiano proprio per la sua passione per il mare, da cui nacquero innumerevoli storie originali e adattamenti letterari. Caprioli incominciò a disegnare il mare durante l’infanzia, negli anni ’20, senza averlo mai visto, ispirato dai racconti di uno zio in Marina. Dopo aver abbandonato la pittura, decise di dedicarsi alle “storie a quadretti” (termine adottato durante il fascismo), arrivando a realizzare quello che è considerato il suo capolavoro personale, L’Isola Giovedì, ambientata negli stessi mari del Sud di Corto Maltese. In seguito, dal 1964 fino alla sua morte, diventato collaboratore fisso de Il Giornalino, lavorò a opere originali sempre a tema marino e realizzò gli adattamenti dei racconti d’avventura di Jules Verne (L’isola misteriosa) per cui è tutt’ora ricordato.

Il mare torna di continuo nei romanzi a fumetti italiani e Sofia dell’Oceano è l’ultimo esempio, un titolo di Tunuè uscito a febbraio 2018 che ha ottenuto molti riconoscimenti. Scritto da Marco Nucci e disegnato da Kalina Muhova, è una favola a metà tra Alice nel Paese delle meraviglie e Ventimila leghe sotto i mari. Sofia ha sette anni, vive in una casa sperduta vicino al mare e non conosce il mondo esterno perché soffre di una malattia grave, l’Ombra rossa. L’Oceano rappresenta la sua unica possibilità di salvezza, perché è l’unico interlocutore che possa capirla. Perciò proprio a lui affida i suoi pensieri attraverso messaggi in bottiglia. Così riesce a entrare in contatto con il Capitano Occhioblu, personaggio che ricorda una versione piratesca del capitano Nemo, che le svelerà come “l’oceano è ricco di meraviglie ma anche di orrori”. Il disegno a matita estremamente barocco di Muhova, esordiente del mondo dell’autoproduzione, ricorda da vicino quello di un’altra opera a fumetti che ha conquistato i lettori italiani e non solo.

Sofia dell'Oceano 1

Il porto proibito di Stefano Turconi e Teresa Radice, pubblicato nel 2015 da Bao Publishing, è una delle graphic novel che ha generato maggior approvazione, anche grazie al passaparola che lo ha reso uno dei successi italiani degli ultimi anni. Realizzato interamente a matita senza inchiostrazione (non tanto per approssimazione, ma forse per ricordare l’immediatezza degli schizzi di viaggio e i disegni che accompagnano le carte nautiche), Il porto proibito trascina il lettore nel pieno di un’avventura romantica, un omaggio alla letteratura di ambientazione marittima. I richiami a L’isola del tesoro, ai poeti romantici, tra cui emerge ancora una volta la Ballata di Coleridge, e soprattutto a Moby Dick, rendono questo fumetto un perfetto amalgama di poesia e arte. Il libro è stato ristampato due anni dopo in una versione speciale, ampliata con bozzetti e illustrazioni, a riprova dell’affetto che i lettori hanno riservato verso quest’opera.

Il Porto Proibito cover

Venendo ai classici, Il vecchio e il mare è l’ultimo romanzo di Hernest Hemingway che ha ispirato molteplici adattamenti, anche a fumetti: quello di Nicola Lo Cascio e Andrea Laprovitera di NPE (2016) e quello di Thierry Murat pubblicato da Oscar Ink Mondadori (2018). In quest’ultimo, l’autore francese (tradotto per la prima volta in Italia) alterna due soluzioni cromatiche contrastanti – i colori caldi del rosso, del ruggine e dell’arancione per il giorno, e i blu petrolio per la notte – su cui traccia dei segni neri molto marcati a rappresentare i personaggi e l’ambiente. Il mare, in questo caso, ricorda la scenografia scarna di una scena teatrale, con la sua immobilità e indifferenza verso la sorte del vecchio pescatore Santiago.

Blue Pat Grant

Pat Grant è un fumettista australiano che prima di pubblicare il suo libro d’esordio, Blue (BD Edizioni, 2014) era conosciuto soprattutto per le sue strisce comiche sul web. In questo libro, che adotta un formato orizzontale, l’autore rielabora una propria esperienza d’infanzia in un’avventura esemplare: in una provincia fittizia dell’Australia, tre ragazzini bigiano scuola per andare a fare surf, vagando senza meta e, fondamentalmente, perdendo tempo. L’autore, in una lunga postfazione, rivela che a ispirarlo è stato il racconto The Body di Stephen King, da cui è tratto il film Stand by Me. Il rapporto con il mare, che fa da sfondo ma anche da implacabile osservatore, viene poi spiegato meglio nello stesso testo: l’autore ammette di essere stato influenzato soprattutto dai comics americani sui surfisti Tony Edwards e Rick Griffin. Il mare, per un fumettista che viene dall’Australia, costituisce il confine per eccellenza, il passaggio obbligato che lo separa dal resto del mondo e in particolare dagli Stati Uniti, con cui è costretto a confrontarsi e da cui attinge suo malgrado, soprattutto se si parla di certe sottoculture come il surf o i fumetti.

Guardando alle sponde opposte del Pacifico invece, Addio, Chunky Rice (Rizzoli Lizard, 2012) è il primo libro a fumetti realizzato da Craig Thompson, fumettista americano. Si tratta di una fiaba dolceamara sulla fine di un amore, quello tra una tartaruga e una topolina, e in cui il mare costituisce quel luogo metaforico di tumultuosa separazione. Il talento dell’autore emerge in maniera distinta in questo graphic novel, innanzitutto nel suo tratto nero inconfondibile, ma anche nei temi a lui cari e che verranno approfonditi nei suoi libri successivi, Blankets e Habibi: l’impossibilità di ricongiungersi con la persona amata, le difficoltà che portano i due amanti a separarsi contro la loro volontà e il nostalgico allontanamento.

 

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