“Cari genitori, nonni, amici di genitori e nonni, ricordate che i bambini, anche se piccoli, vi guardano e vi ascoltano…”. Ci sono errori che si fanno in buona fede, senza rendersi conto delle conseguenze. E qualche sbaglio si può fare ancora prima dell’inizio della scuola. Altri si possono commettere durante… – Ecco i consigli dell’esperta per evitare di commetterli

 

Ci sono errori che genitori e nonni fanno in buona fede, senza rendersi conto delle conseguenze. Qualche errore si può fare ancora prima dell’inizio della scuola. Altri si possono commettere dopo.

Scuola dell’infanzia – Cari genitori, nonni, amici di genitori e nonni, ricordate che i bambini, anche se piccoli, vi guardano e vi ascoltano. Qualcuno vi chiederà senz’altro: “La mandi all’asilo?” (la gente continua a usare la parola “asilo” perché effettivamente è più semplice e quindi preferibile). Non rispondete con aria afflitta “Eh sì… Lei non ci vuole andare, ma devo mandarla per forza perché non so a chi lasciarla”. Prima di tutto: “Lei non ci vuole andare”? Ma come fa una bambina così piccola a sapere che cos’è l’asilo? Sa quello che le dite voi. Se non ci vuole andare è perché le avete messo delle paure anticipatorie. Le avete insegnato a dipendere troppo da voi e a essere ansiosa. Le avete insegnato a provare verso la scuola sentimenti di diffidenza e a immaginarla come un luogo brutto, di cui avere paura. Siete voi a vedere la scuola così, e non stupitevi se la bambina non andrà volentieri a scuola.

La nonna a volte proprio non vuole lasciare andare il bambino all’asilo. “Poverino, ma perché lo mandi all’asilo quando ci sono qua io che posso guardartelo?”. Cara nonna, il bambino ascolta! Un bambino ha bisogno di stare anche con i suoi coetanei. Passare tutto il giorno con la nonna non gli dà l’opportunità di imparare a rapportarsi con gli altri, ad aspettarsi uno schiaffo se dà uno schiaffo. Impara che i giochi si possono e si devono condividere, e che non tutto è suo. Soprattutto, capisce che non può fare quello che vuole. Quando lo lasciate all’asilo non fate ciao con la mano, con le lacrime agli occhi. Se si mette a piangere è perché percepisce che non ce lo portate volentieri, che non vi fidate delle maestre. Non vi sentite in colpa: il bambino starà bene! Non lo avete abbandonato. Appena volterete l’angolo smetterà. È bene che impari a vivere anche al di fuori dell’ambiente familiare.

Scuola primaria – Quando accompagnate il bambino in prima elementare (la chiamiamo ancora tutti così), non lo riempite di raccomandazioni come se andasse da solo nel bosco dove vive l’orco cattivo. Parlategli di quanto è bello stare con tanti altri bambini, di quanti giochi potrà fare.

Se il bambino frequenta le classi successive, state attenti (voi genitori e voi nonni), quando si comporta male, a non urlargli “E smettila! Non vedo l’ora che tu vada a scuola! La maestra ti metterà a posto! Ti darà tante punizioni, vedrai!”. L’inizio della scuola – con queste premesse – lo farà sentire rifiutato, perché percepirà che non vedete l’ora di mollarlo ad altri.

Non parlate davanti a lui di fatti di cronaca che hanno per soggetto maestre che vengono arrestate perché picchiano i bambini. Non dite alla vostra bambina “Stai attenta! Se un bambino ti picchia, devi dirlo subito alla maestra!”. Penserà che la scuola sia il luogo delle botte!

Man mano che il bambino cresce, il genitore (non tutti, ma molti) diventa sempre più apertamente critico verso la scuola e – soprattutto – verso gli insegnanti.

Si comincia alla fine delle elementari e si continua alle medie. Lo ripeto: i bambini e i ragazzi vi ascoltano. Se dite “Meno male che cambia scuola, perché le elementari le ha fatte da schifo. Le maestre non lo hanno preparato. Non hanno fatto niente, e poi la maestra di matematica ce l’aveva con lui!” renderete il suo ingresso alle medie un inferno di ansia e di preconcetti.

E qui devo dire qualcosa anche a quelle maestre che per fare studiare gli alunni di quinta li riempiono di racconti terrorizzanti del tipo “alle medie vedrete! Danno un mucchio di compiti! Mettono tanti brutti voti! I professori sono severissimi, vi sospendono, vi puniscono, vi bocciano!”, e così via. Non va bene. Non serve. In questo modo i bambini arrivano già prevenuti.

Nei primi giorni non fate il terzo grado a vostra figlia e ai suoi compagni di classe: “E perché ti ha messo al secondo banco, scusa? E perché non ha chiamato anche te alla lavagna? E che cosa interessa al professore il lavoro che facciamo noi? Che cosa ha detto la professoressa? Si impiccia anche della merenda? Il professore vi ha già dato dei compiti? E che cosa ha detto lui? E lei? A sì? E perché?” ecc. Lasciate lavorare gli insegnanti e vivere tranquilli i vostri figli. Non partite dal presupposto che la scuola sia il luogo delle ingiustizie per eccellenza. Cari genitori, bisogna insegnare ad amare la scuola, e per poterlo fare prima di tutto dovete amarla voi. Se volete che il vostro bambino, o il vostro ragazzo veda la scuola come un luogo dove stare bene e non come una prigione ingiusta, dovete considerarla così prima di tutto voi.

Gli errori che fate danneggeranno prima di tutto i vostri figli.

L'arte di insegnare

L’AUTRICE – Isabella Milani è lo pseudonimo di un’insegnante e blogger che ha trascorso la vita nella scuola. Per Vallardi ha pubblicato L’arte di insegnare – Consigli pratici per gli insegnanti di oggi.

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