“Non siete genitori migliori, nonni migliori, zii migliori se li riempite di giocattoli. Anzi…”. Su ilLibraio.it la presa di posizione di Isabella Milani (pseudonimo di un’insegnante e blogger che ha trascorso la vita nella scuola, in libreria con “L’arte di insegnare”)

Care mamme, care nonne, care zie (mi rivolgo alle donne, perché comprano più giocattoli), se vi piace che il vostro bambino abbia tanti giocattoli, questo articolo è per voi.

Giocare è molto importante. I giocattoli sono solo il mezzo – non l’unico – che il bambino ha per giocare. Quello che serve a far crescere in modo sano il bambino, non è il giocattolo ma il gioco. Il bambino deve giocare molto e avere pochi giocattoli, e adatti alla sua età.

Il bambino non sa nulla della vita e impara principalmente attraverso il gioco. Prima di tutto impara a usare i cinque sensi: la vista, l’udito, il tatto, l’olfatto, il gusto. Impara a spostarsi in tutte le direzioni, usando mani, ginocchia; impara a stare in piedi, a stare in equilibrio, a spingere, a tirare, a lanciare, a osservare. Il bambino non gioca perché si annoia. Il bambino gioca per scoprire, per sperimentare, per imparare a vivere.

Il bambino non sa nulla del mondo. Sono i genitori che devono insegnargli a muoversi nel mondo.

Cari genitori, avete un compito importantissimo e meraviglioso: state costruendo un uomo o una donna. Non lasciate che questo ruolo lo svolga la televisione o l’industria del giocattolo. Se volete che i vostri bambini diventino bravi alunni e poi bravi studenti dovete pensarci adesso. Molti dei problemi di comportamento e di apprendimento che emergono nei primi anni di scuola nascono quando i vostri bambini sono piccolissimi. Pensateci per tempo, per non trovarvi con bambini che girano per la classe, lanciano gli oggetti, si annoiano, non vogliono fare i compiti, hanno difficoltà di concentrazione, sono “troppo vivaci” o – al contrario – “dormono”. In quel momento non capirete come possa essere accaduto che il vostro bambino sia diventato così svogliato o indisciplinato. Ecco, sto per dirvelo oggi, prima che accada.

Quello che scriverò in questo articolo potrà esservi molto utile. E quello che dico dei bambini di due anni vale per i tre, i quattro, i sette, i dieci, i dodici. Cambiano i particolari ma il concetto è lo stesso.

Care mamme care nonne, care zie, guardate il vostro stupendo bambino. Diciamo – come esempio – che è una bambina e che ha un anno e mezzo. Guardate quanti giocattoli ha a disposizione. Contateli. Quanti sono? Una cucina corredata di pentole, piatti, posate e bicchieri? Non una, ma due palle, una di stoffa e una di plastica? Sette pupazzi? Una bambolina? Giochi a incastro? Un pianoforte con le voci degli animali? Un carrello della spesa con frutta e verdura colorata? Un cavallino a dondolo? Un cane a pile che cammina e abbaia? Una tenda? Una trottola sonora? Quattro libretti cartonati? Non uno ma due tricicli, anche se il triciclo è consigliato per un bambino di tre o quattro anni? Una papera di legno da trainare? Tutto fuori, a sua disposizione. E tante altre cose nella sua cameretta, e altre in bagno, nella camera della mamma e del babbo, e altre a casa della nonnina.  Dalla zia no, ma ogni volta che va a casa sua trova un giocattolo nuovo.

Il giocattolo non è lo strumento per eccellenza per far divertire un bambino. Si può divertire – e anche di più – senza giocattoli.

Se un bambino prende in mano una pallina, la gira, la rigira e la lascia andare, imparerà piano piano che un oggetto con quella forma rotola. Se prende in mano un cubo di plastica e lo gira, lo rigira e lo lascia andare, imparerà piano piano che un oggetto con quella forma non rotola. Studia, sperimenta, capisce. Lentamente, concentrandosi. Impara la lentezza e la concentrazione che gli saranno indispensabili quando andrà a scuola. Se lo riempite di giocattoli sempre più numerosi e sempre diversi, imparerà che nella vita si ha tutto in abbondanza, che ha diritto di avere subito quello che desidera, e che è normale che ogni giocattolo venga sostituto subito da un altro. Il vostro bambino crescerà incapace di soffermarsi su una cosa per volta. Ci sarà da stupirsi se non vorrà stare fermo nel banco? Se non gli piacerà leggere e se – a casa e a scuola –  pretenderà di cambiare attività ogni cinque minuti?

Care mamme, care nonne e care zie – lo so – è così bello e così gratificante comprare quella bella bambolina, quel mini servizio di piatti, quella Ferrari rossa fiammante. Lo so perché l’ho provato e lo provo anch’io, con mio figlio e con la mia nipotina.

Com’è bello tornare a casa con la sorpresina. “Guarda che cosa ti ha portato la mamma!”. Nonne e zie, diciamocelo! È bello anche fare a gara a chi compera il regalo più bello. A chi raccoglie più bollini del supermercato per prendere tanti bei pupazzi. Tutti quei pupazzi faranno sicuramente felice il supermercato, che in un colpo solo vi fa spendere e crea le basi del futuro consumatore compulsivo.

Imparate a trattenervi, quando state per comperare regali, perché questa indigestione di giocattoli li farà stare male dopo. Diventeranno bambini che desiderano compulsivamente giocattoli nuovi, ma che sono incapaci di provare interesse per un gioco o una attività per più di mezza giornata. Immaginateveli quando andranno a scuola.

Non siete genitori migliori, nonni migliori, zii migliori se li riempite di giocattoli. Anzi.

(epub) L'arte di insegnare (nuova edizione)

L’AUTRICE – Isabella Milani è lo pseudonimo di un’insegnante e blogger che ha trascorso la vita nella Scuola. Per Vallardi ha pubblicato L’arte di insegnare – Consigli pratici per gli insegnanti di oggi. Qui il suo blog.

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