Spesso crediamo, più per grande capacità di marketing degli amici oltreoceano, che chi voglia fare startup debba andare in America. L’autore del libro “Il coaching per la tua startup” dimostra che non è così…

Un giorno sì e l’altro pure si parla di startup. Lorenzo Paoli (autore del libro “Il coaching per la tua startup”, Vallardi) fa il punto della situazione in Italia, dove in questo ambito le speranze non mancano…
di Lorenzo Paoli
Sono le 18.00 di un venerdì sera e Milano si prepara per il fine settimana. Il centro si popola di persone che escono dagli uffici e corrono a casa per il meritato riposo, o si fermano con gli amici nei tanti bar per il classico aperitivo alla milanese. Nella città c’è però una piccola folla, circa 50 persone, che in questo momento stanno andando nella direzione opposta. Li incontriamo in uno dei tanti incubatori e luoghi di co-working che stanno emergendo non solo a Milano, ma in tutta Italia. Luoghi dove si condividono idee, si lavora su progetti e a volte si è supportati nel lancio della propria startup. Per i prossimi tre giorni queste 50 persone lavoreranno assiduamente, fino alle 23.00, per dare forma alla loro idea. È un corso di Lean Startup, e ci sono persone di tutte le età: non solo giovanissimi, ma anche trentenni e più. C’è chi non ha voglia di fare il dipendente, chi cerca un futuro migliore, chi ha voglia di cambiare vita e chi semplicemente ha un’idea in testa che vuole trasformare in un’azienda.
Tra le presentazioni ci sono giovani startupper, tutti Italiani, alla guida di piccole ma promettenti società. Alcuni hanno ricevuto importanti finanziamenti da bandi e attività di promozione dell’imprenditoria. Altri hanno semplicemente sfruttato quello che di meglio abbiamo nel nostro paese: la grande creatività mista alla voglia di sviluppare qualcosa di nuovo che ci ha contraddistinto per decenni.
Spesso crediamo, più per grande capacità di marketing degli amici oltreoceano, che chi voglia fare startup debba andare in America. Vero, c’è maggiore supporto. Ma anche in Italia esistono 24 BIC (molti più della Germania) e, sebbene solo il 10% delle idee si trasformino in azienda (quasi in linea con la media Europea), le nostre startup una volta avviate hanno una probabilità maggiore di sopravvivere ai famigerati tre anni di lancio.
In questi luoghi si possono trovare spazi per fare impresa, investimenti sulla propria impresa (ancora troppo pochi!) e persone con cui condividere un percorso. I nostri incubatori possono sicuramente migliorare, soprattutto in termini di efficacia, però per chi desidera aprire un’attività questo mondo è carico di idee, prospettive, opportunità. Nella serata sulla Lean Startup i partecipanti hanno costruito senza sosta le basi della loro impresa condividendo idee e incertezze con altri. In tutta Italia vengono organizzate anche serate ed eventi per le startup e si moltiplicano i corsi sulla generazione di società innovative, soprattutto internet-based. Da queste esperienze non si esce necessariamente con molti soldi da venture Capitalist, ma sicuramente con la mente molto più aperta su quello che esiste in Italia e nel mondo e sulle opportunità che si stanno aprendo per chi vuole diventare imprenditore. Inoltre, vedendo altri, come noi, che magari sono a capo di aziende che stanno crescendo, ci può fornire la giusta motivazione che serve per superare il lungo e spesso difficile periodo di lancio di una nuova impresa.
Esperienze del genere ci aiutano a non racchiuderci nel nostro piccolo guscio, ma anzi a cogliere i vantaggi di un mondo che cambia anche in positivo.
Sono le 23.20. La prima parte del corso di Lean Startup si è conclusa. Attraverso il nuovo complesso di palazzi costruito di fianco alla Stazione Garibaldi. Grattacieli alti e iper-moderni. All’interno, una piazza accoglie una visione inaspettata: librerie e bar aperti, l’intero spiazzo stracolmo di persone, molti seduti per terra sopra delle grandi coperte distese sul pavimento a chiacchierare amabilmente. Sembra di essere a New York. Il mondo sta cambiando. Che ci piaccia o meno. Cogliamone ogni opportunità e facciamone esperienza, invece di concentrarci sempre sui difetti.

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