“O help me, Obi-Wan Kenobi, help. / Thou art mine only hope” –
E se la saga di Star Wars non fosse stata scritta da George Lucas, ma da William Shakespeare 400 anni fa? Torna la rubrica “Il quadernino dell’ingegnere”

E se Guerre Stellari non fosse stato scritto da George Lucas, ma da William Shakespeare 400 anni fa?

Non è l’inizio di un nuovo libro di Dan Brown, ma la domanda che si è fatto Ian Doescher, giovane teologo americano, dopo aver visto troppe volte la saga di Lucas e aver trascorso — evidentemente —un’insalubre quantità di ore in teatro. Alla pressante questione ha dato una risposta da solo, riscrivendo la saga di Star Wars come se fosse uscita dalla penna del Bardo 400 anni fa, con la benedizione della LucasFilm (e della Disney, che oggi detiene i diritti della saga).

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Il proposito è abbastanza folle, ma il risultato è molto più divertente del previsto. Doescher racconta ogni film rispettando struttura e stilemi di un testo shakesperiano: il primo volume (“Verily, a new hope”) si apre con la lista dei personaggi, Dramatis Personae, un Prologo in cui il Coro introduce le vicende (“In time so long ago begins our plays, In star-crossed galaxy far, far away”), seguito dai canonici 5 atti. Le regole del gioco sono rigide, ma sono fatte per essere aggirate: per esempio, tutti parlano in rigorosi pentametri giambici, il verso shakesperiano, fatto salvo per il Maestro Yoda. Lui si esprime solo pronunciando haiku giapponesi:

Nay Nay! Try thou not,

But do thou or do thou not,

For there is no “try.

—Yoda to Luke, The Empire Striketh Back Act III Scene 7

Se la storia è la stessa dei film, i personaggi rivelano aspetti nuovi nei soliloqui: per esempio scopriamo che R2D2 quando parla con se stesso lo fa in impeccabile inglese, mentre con gli umani si esprime come un modem rotto solo per far credere loro di essere un ingenuotto, e poter tramare nell’ombra per la vittoria della Ribellione. Tutto il testo (che è molto leggibile: non serve parlare fluentemente l’inglese del ‘600 per goderselo) è pieno di citazioni più o meno nascoste: dalle prese in giro delle linee di dialogo più goffe scritte da Lucas, a Jane Austen e addirittura a Star Trek…

Ad oggi, Doescher ha pubblicato la versione shakesperiana dei primi quattro titoli (seguendo l’ordine di uscita al cinema: “Verily, a new hope”, “The Empire striketh back”, “The Jedi doth return” e “The Phantom of Menace”), con le bellissime illustrazioni di Nicolas Delort: in autunno usciranno i due titoli mancanti. Lo trovate in carta, in ebook, e in una bella versione a più voci in audiobook. Se ancora non vi ho convinti, non resisterete al booktrailer sotto. Non c’è modo migliore di aspettare l’uscita di Episodio VII al cinema.

May the force be with thee.

{le note a piè di pagina}

Le prime pagine di Episodio IV

Alcuni easter-egg spiegati dall’autore

Appunti su una rilettura politica dell’odiato Jar Jar Binks

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