Mentre sui giornali si rincorrono le voci e si “bruciano” possibili candidati, IlLibraio.it ha chiesto a un gruppo di intellettuali (tra cui Luciana Castellina, Erri De Luca, Sandro Veronesi e diversi altri autori, oltre a editori come Lorenzo Fazio ed Elisabetta Sgarbi) di indicare il proprio nome ideale per il dopo-Napolitano. Il più “votato” è risultato Rodotà. Ma ecco le loro risposte…

Giorgio Napolitano, come previsto, lo scorso 14 gennaio ha firmato la lettera di dimissioni e ha lasciato il Quirinale dopo quasi nove anni di mandato, in cui non sono mancate le difficoltà e le polemiche, come pure gli attestati di stima. In questi giorni sulla stampa si leggono indiscrezioni più o meno credibili sui nomi del prossimo Presidente della Repubblica. Il timore, in questi casi, è che così facendo il nome di turno venga “bruciato”. Una preoccupazione che, però, non deve riguardare gli intellettuali, le cui indicazioni in questa fase possono risultare utili, o addirittura illuminanti, per la politica. Ecco perché, in vista dell’elezione del nuovo presidente, IlLibraio.it ha chiesto ad alcuni scrittori ed editori di indicare il proprio “presidente ideale” per il dopo-Napolitano. Il più “votato”, come leggerete qui di seguito, è risultato Stefano Rodotà.

StefanoRodotà

Ecco loro risposte (in ordine alfabetico, ndr):

Alessandro Bertante, autore di Estate crudele (Rizzoli): “Vorrei Rossana Rossanda, raffinata intellettuale con grande esperienza politica”;

Luciana Castellina, politica, giornalista e scrittrice, è autrice, tra gli altri, de La scoperta del mondo e di Siberiana (entrambi pubblicati da Nottetempo): “E’ una domanda impegnativa… direi Stefano Rodotà, sia per la sua grande competenza in materia di diritto, sia perché, politicamente, mi fido di lui”;

Erri De Luca ha appena pubblicato (per Feltrinelli) La parola contraria, pamphlet sulla libertà d’opinione in vista della prima udienza del processo (in programma a Torino il 28 gennaio prossimo) in cui lo scrittore è chiamato a rispondere di istigazione al sabotaggio a favore della protesta No Tav in Val di Susa. A proposito del dopo-Napolitano, De Luca ci spiega: “Il mio primo nome è già impegnato. Si tratta di Papa Francesco. Il secondo è Stefano Rodotà, una persona per bene, qualità rara nell’ambiente…”;

Lorenzo Fazio, fondatore della casa editrice Chiarelettere: “Stefano Rodotà, perché occuperebbe la poltrona di Presidente della Repubblica avendo sempre in mente che è lì a servire lo Stato e i cittadini”;

Nicola Lagioia, autore de La ferocia (Mondadori): “Riccardo Muti, a patto che il giorno dopo l’elezione giocasse un brutto tiro a chi l’ha votato come tecnico interpretando il suo mandato in chiave squisitamente politica. Perché viene da un ambito (la cultura) in cui il rapporto tra investimento competente e risultati è tutto sbilanciato a favore di questi ultimi, e nondimeno è il settore da noi più bistrattato (l’Italia è all’ultimo posto nella UE per percentuale del Pil destinato alla cultura). Perché del pubblico ha sperimentato sia le opportunità che le insidie. Perché è una delle poche personlità italiane conosciute, apprezzate e rispettate all’estero. Perché è profondamente (significativamente) italiano, almeno quanto superficialmente (e inutilmente) lo erano Mario Monti e Elsa Fornero”;

-Per Loredana Lipperini, scrittrice, giornalista e blogger, autrice, tra gli altri, di Questo trenino a molla che si chiama il cuore (per la collana Contromano di Laterza) e di Morti di fama (Corbaccio, scritto con Giovanni Arduino), il candidato ideale è Stefano Rodotà, “per competenza e statura morale”.

Gianluigi Nuzzi, autore di Vaticano S.p.a. (Chiarelettere): “Il miglior nome espresso da Matteo Renzi nelle ultime due settimane ai suoi amici stretti è sicuramente quello di Raffaele Cantone. Un Presidente che raccoglierebbe consensi trasversali, dai liberali di Forza Italia ai grillini, e che risponderebbe a quelle esigenze di credibilità, legalità e svecchiamento che il paese esprime tutti i giorni. Viva l’Italia, viva Cantone”.

Francesco Pecoraro, autore de La vita in tempo di pace (Ponte alle Grazie), va controcorrente: “Non mi fido di un tipo buono e puro, anti-politico, né mi interessa sentirmi ‘rappresentato’. Penso a un presidente esperto, smagato, intelligente, intriso fino all’osso dello sporco della politica. E democristiano, perché ormai mi fido solo dei democristiani. Dunque Ciriaco De Mita“.

Elisabetta Sgarbi, direttore editoriale della Bompiani: “La mia proposta, che mi affretto a ritirare subito, è Claudio Magris, per integrità, valore culturale, prestigio internazionale. Ma preferisco rimanga uno scrittore”.

Emanuele Trevi, scrittore e saggista, autore di Qualcosa di scritto (Ponte alle Grazie), prima fa una premessa spiritosa: “Nel mio mondo ideale il nome ideale sarebbe quello di Valentina Nappi…”. E poi argomenta: “Ma visto che il Presidente della Repubblica deve conoscere bene la macchina dello Stato, al Colle vorrei Walter Veltroni“.

Sandro Veronesi, autore di Terre Rare (Bompiani): “Sono d’accordo con Christian Raimo, che ha scritto su minimaetmoralia.it un lungo e dettagliato articolo per sostenere la candidatura di Luigi Manconi alla Presidenza della Repubblica. Ha dato 19 motivazioni, che sottoscrivo. Aggiungo la ventesima: non ama il potere”.

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