Torna l’autoironia della “mamma ribelle” Giada Sundas, per raccontare quando, “nel momento peggiore dell’anno, quando sei più indaffarata, più stanca, più stressata”, arriva immancabile l’influenza stagionale…

Arriva così, nel momento peggiore dell’anno, quando sei più indaffarata, più stanca, più stressata: l’influenza stagionale. I bambini hanno appena ricominciato a frequentare la scuola e, al ritorno, insieme a i grembiulini da lavare e i pantaloni scuciti in mezzo alle gambe, ti portano a casa greggi di batteri grossi come vitelli che pascolano in tranquillità su ogni superficie domestica. In poco tempo casa tua diventa il Coachella dei bacilli. Così, mentre sei affaccendata in una delle tante cose che avresti dovuto fare almeno tre giorni fa, alle tue orecchie giunge uno starnuto. Ma non uno starnuto qualsiasi: uno starnuto moccioso.

Dopo un lungo brainstorming di dodici ore, i principali esponenti dell’Anticorpi Corporation decidono di lanciare l’allerta: sono tornati, prepararsi alla difesa, questa non è un’esercitazione. Nel frattempo, nell’armadietto delle medicine c’è gran fermento: il paracetamolo ha fiutato il pericolo e tra gli antipiretici si è scatenato il panico.

Nei giorni a seguire hai pulito nasi, imboccato sciroppi, bollito riso, rinfrescato fronti calde e rimboccato coperte e, proprio mentre tutto stava per finire, nell’aria è echeggiato un altro starnuto: il tuo.

Ricordi quando avere l’influenza voleva dire saltare la scuola, oziare sul divano e guardare Fantaghirò con il solo inconveniente della sodomia delle supposte e le sessioni di aerosol? Bei tempi, eh? Adesso che sei adulta puoi prendere le compresse, se vuoi, ma non ti verranno concesse dodici ore di serie televisive intervallate da televendite Mondialcasa, ti toccherà fare tutto quello che facevi da sana, anche se con la reattività di Internet Explorer.

Ed eccoti lì: due occhiaie boreali sotto gli occhi, narici aride come le campagne campidanesi mentre sorseggi il tuo cocktail di principi attivi – una Tachipiriña con l’ombrellino – e provi a svolgere il tuo lavoro asciugandoti di tanto in tanto il naso in un fazzolettino già riempito dai tuoi figli. Se sei fortunata il tutto si sarà già seccato. Di solito le tue ovaie scelgono proprio questo periodo per ricordarti che sei donna e devi pagare con il sangue in piccole, comode rate mensili. Sarai splendente come un sole con la tua carnagione giallastra!

C’è solo una certezza in tutto questo: quando la luce in fondo al tunnel si farà sempre più vicina, ti sentirai meglio e sarai di nuovo in grado di respirare dal naso, comparirà tuo marito con un termometro in mano e ti dirà “non mi sento bene, mi metti Fantaghirò?”

 

L’AUTRICE – Giada Sundas è una giovane madre molto seguita in rete. Sui social racconta la sua esperienza di “madre imperfetta ma imperterrita” con freschezza e ironia. Il suo romanzo d’esordio, edito da Garzanti, si intitola Le mamme ribelli non hanno paura, e racconta la storia di Giada dal giorno in cui la piccola vita di Mya, sua figlia, ha cominciato a crescere dentro di lei.

Qui tutti gli articoli di Giada Sundas per ilLibraio.it.

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