Chi era la scrittrice Irène Nèmirovsky, scomparsa 75 anni fa, e riscoperta solo negli ultimi anni, a partire dal suo romanzo incompiuto, “Suite Francese”? Dal rapporto difficile coi genitori, che ha influenzato le sue opere, fino alla vita, resa difficile dalle leggi razziali…

Irène Némirovsky è scomparsa il 17 agosto del 1942 nel campo di concentramento di Auschwitz dopo un solo mese dalla deportazione. A trentanove anni era già autrice di numerosi romanzi e novelle, tra cui Il Ballo e David Golder, oltre all’incompiuto Suite Francese, pubblicato postumo.

irene nemirovsky

Nata a Kiev, in Ucraina, da una famiglia ebrea benestante (il padre era banchiere), la scrittrice ha vissuto in Russia fino alla rivoluzione d’autunno. Poiché i Némirovsky erano vicini allo Zar, si dovettero trasferire in Scandinavia e infine in Francia, dove la famiglia era già solita trascorrere le vacanze.

Irène crebbe con una bambinaia francese fin dalla tenera età, tanto che imparò prima il francese del russo. Tanto era stretto il legame con la tata, quanto era distante e freddo quello con la madre Fanny. Il Ballo, una delle sue novelle più acclamate, prende spunto dal rapporto difficile con la madre. L’opera racconta di Antoinette, ormai quattordicenne, ma a cui la madre vieta di partecipare a un ballo organizzato in casa per paura di sfigurare davanti alla giovinezza della figlia.

Anche al padre Irène non risparmia le critiche, tanto che il suo David Golder, emblema dell’ebreo arrivista e assetato di denaro, sembra proprio ispirato alla figura paterna.

Nonostante l’infanzia solitaria (o proprio grazie ad essa), Irène si dedica alla lettura e alla scrittura fin da giovanissima e nel 1927, a soli 24 anni, pubblica la sua prima opera, L’Enfant Genial. Intanto studia lettere alla Sorbona e conosce sette lingue tra cui il russo, il francese, l’inglese e l’yiddish.

Nel 1926 sposa l’ingegnere russo Michel Epstein con cui ha due figlie e nel 1929 diventa celebre con il suo David Golder, che le procura anche accuse di antisemitismo per via dell’aspra ironia con cui dipinge il protagonista eponimo del romanzo.

Sia quest’opera che Il Ballo vengono adattate per il cinema. Intanto Irène Némirovsky scrive anche numerosi racconti per delle riviste. Nonostante la fama e il successo, nel 1935 il governo francese rifiuta la sua richiesta di cittadinanza.

Con l’inasprirsi delle leggi razziali, nel 1939 si fa battezzare cattolica a Parigi, ma nel 1940 le viene proibito di pubblicare, anche se l’editore Horace de Carbuccia viola la legge continuando a occuparsi delle sue opere. Si trasferisce in campagna con la famiglia e lavora a Suite Francese. Nel luglio 1942 viene arrestata e deportata.

Invano il marito e i suoi editori si mobilitano per ritrovarla. Malata di tifo, viene uccisa ad Auschwitz. Le figlie, tuttavia, raccolgono i lavori della madre e permettono la pubblicazione di Suite Francese. Inoltre, basandosi sui diari e i carteggi della donna, ne scrivono la biografia, Mirador.

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