“L’unica vera conquista non è il tesoro, ma il senso della vita come esperienza emozionante…”. La scrittrice Elisabetta Rasy, in libreria con “Le regole del fuoco”, racconta il suo legame con “L’isola del tesoro” di Stevenson, romanzo letto da adolescente, che l’ha accompagnata per tutta la vita – Torna la rubrica #lettureindimenticabili

Per fortuna, i miei genitori e gli amici di casa e gli amici degli amici di casa, hanno cominciato a bombardarmi di libri fin da quando ero piccola. Dico per fortuna, perché quei libri ricevuti sono uno dei ricordi più belli della mia infanzia, e ognuno – di quelli amati, s’intende – un pezzo della costruzione di me stessa così come volevo io, cioè fuori dal previsto e dal programmato.

Perché quei primi libri – Kim, Tom Sawyer, Piccole donne – erano tutti molto diversi l’uno dall’altro – ambienti diversi, comportamenti diversi – e mi davano la sensazione di un mondo dalle variegate possibilità.

Ma tra tutti questi c’è un romanzo che si è  annidato nel mio cuore senza mai più uscirne, che ho riletto da grande in un’edizione, quella Adelphi, ben più  curata del libro per bambini che avevo avuto tra le mani, e che mi ha travolto da adulta come da ragazzina: L’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson.

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Perché? Le ragioni sono tante. Prima di tutto la geografia tracciata dal romanzo: una locanda fumosa in mezzo a un nordico paese nebbioso, la nave, l’oceano, l’isola assolata ed esotica. Poi il senso dell’andare: l’andare incontro al rischio, che però è un’avventura che appaga per se stessa, con le sue paure e le sue sorprese, e soprattutto con le sue emozioni.

Non c’è un vero happy end alla fine del libro, l’unica vera conquista non è il tesoro, ma il senso della vita come esperienza emozionante. Credo che un po’ di Jim, il ragazzino protagonista, sia rimasto dentro di me da allora e mi abbia accompagnato, senza darlo troppo a vedere, come un maestro insospettabile acquattato per sempre in una botte.

L’isola del tesoro è un libro per nulla edificante – chi non ha amato il feroce pirata Long John Silver? – ma per questo esemplare: è un libro vitale, anzi è un libro sulla vitalità stessa. Sulle luci e le ombre della vita, le contraddizioni che ci fanno sentire umani: la locanda  buia ma accogliente,  il blu minaccioso e insieme  meraviglioso dell’alto mare,  poi l’isola tenebrosa  quanto luminosa.

Indimenticabile Stevenson.

 

LA RUBRICA – Letture impossibili da dimenticare, rivelatrici, appassionanti.Libri che giocano un ruolo importante nelle nostre vite, letti durante l’adolescenza, o da adulti. Romanzi, saggi, raccolte di poesie, classici, anche testi poco conosciuti, in cui ci si è imbattuti a un certo punto dell’esistenza, magari per caso. Letture che, perché no, ci hanno fatto scoprire un’autrice o un autore, di ieri o di oggi.

Ispirandoci a una rubrica estiva del Guardian, A book that changed me, rifacendosi anche al volume curato da Romano Montroni per Longanesi, I libri ti cambiano la vita. Cento scrittori raccontano cento capolavori, e dopo il successo dell’iniziativa proposta recentemente sui social da ilLibraio.it, #ilLibroPerMe, in occasione della presentazione della ricerca sul rapporto tra lettura e benessere, abbiamo pensato di proporre a scrittori, saggisti, editori, editor, traduttori, librai, bibliotecari, critici letterari, ma anche a personaggi della cultura, della scienza, dello spettacolo, dell’arte, dell’economia, della scuola, di raccontare un libro a cui sono particolarmente legati. Un’occasione per condividere con altri lettori un momento speciale.

elisabetta rasy
L’autrice

L’AUTRICE – Elisabetta Rasy è nata a Roma, dove vive e lavora. Ha pubblicato numerosi romanzi, racconti e saggi di argomento letterario, molti dei quali dedicati alla scrittura femminile. Ora è in libreria Le regole del fuoco (Rizzoli).

Le regole del fuoco

È la primavera di un anno terribile, il 1917, quando Maria Rosa Radice a poco più di vent’anni lascia gli agi della sua casa a Napoli. Scappa da sua madre, dal salotto aristocratico che fino ad allora è stato il suo unico, soffocante orizzonte. La destinazione è la sola possibile per una donna non sposata e in fuga: il fronte. L’impatto della guerra è brutale. In un piccolo ospedale sul Carso cura centinaia di feriti, li vede soffrire e morire. Ma c’è una luce nelle sue giornate, una scintilla di cui si accorge poco a poco. È la sua silenziosa compagna di stanza Eugenia Alferro, una provinciale del Nord che sogna di diventare medico. Giorno dopo giorno, le insegna a sopravvivere in corsia e a superare la paura. La guerra regala alle due ragazze una libertà altrimenti impossibile. Così, nel tempo, avvertono una passione inattesa crescere tra loro e a mezza voce, la notte, si dichiarano l’amore. Non sanno se il futuro permetterà loro di rimanere vicine, entrambe però sentono di essere cambiate. Ora sono pronte a lottare per restare se stesse.

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