Oggi a Bruxelles si sono incontrano i ministri della cultura dell’Unione Europea. Franceschini: “La procedura di infrazione non è automatica…”

Dopo i passi avanti fatti in Italia per l’equiparazione dell’Iva degli e-book (attualmente al 22%) a quella dei libri cartacei (al 4%), con il ministro dei Beni e le attività culturali Dario Franceschini che nei giorni scorsi ha confermato l’appoggio alla campagna social #unlibroèunlibro promossa dagli editori e con la commissione Bilancio della Camera che ha dato il via libera agli emendamenti alla legge di Stabilità presentati da tutti i gruppi, riformulati come l’emendamento presentato dal governo, per abbassare l’Iva dei testi digitali,  la “battaglia” si è (ri)spostata in Europa.

Oggi, infatti, a Bruxelles si sono incontrani i ministri della cultura dell’Unione Europea per affrontare (anche) questo tema. Al termine, il ministro dei Beni Culturali ha dichiarato: “Il passo del consiglio dei ministri della Cultura Ue è molto importante. E’ una mediazione avanzata in cui si tiene conto del problema, che va affrontato e superato nel tavolo proprio (il riferimento è all’Ecofin, ndr). Quindi va nella direzione che volevamo”.

Ha aggiunto Franceschini: “Sono emerse differenze di posizioni che si conoscevano, perché alcuni Paesi ritengono che non sia giusto affrontare con i ministri della Cultura competenze che sono dell’Ecofin e alla fine il lavoro ha prodotto un testo che è passato all’unanimità, che spinge sul principio del sostegno alla lettura e che tiene conto espressamente della differenza di trattamento che c’è e quindi è un chiaro riconoscimento che questa differenza di trattamento deve essere superata”.

“Non so se il prossimo Ecofin sarà l’occasione per discutere dell’Iva sull’e-book”, ha però anche ammesso il ministro italiano.

Gli editori italiani a questo punto si augurano che venga fatta pressione sul Consiglio e sulla Commissione Europea per arrivare all’equiparazione fiscale tra e-book e libri di carta.

L’Italia, poi, potrà valutare se andare in procedura di infrazione (come ha già fatto Francia). A questo proposito, stamattina è intervenuto ancora Franceschini: “L’Italia rischia una procedura di infrazione? Esiste questa possibilità anche se a nostro avviso non ci sono i termini perl’infrazione, ma lo vedremo”. E ha aggiunto:  “Governo e Parlamento italiani sapevano che approvando l’emendamento rischiavano, ma la procedura d’infrazione non è automatica, perché poi avremmo da discutere su questo. Ce la giocheremo…”.

 

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