“Il preside di una scuola mi ha detto che sarebbe stato diverso se nei libri romanzi a masturbarsi fosse stato un ragazzo: in quel caso sarebbe stato normale…”, ci confida Judy Blume, che con le sue opere ha accompagnato tantissime adolescenti nel difficile passaggio tra adolescenza ed età adulta. E che non ha mai avuto paura di scrivere di sesso, nonostante la censura e le lettere che le auguravano di “bruciare all’inferno” – L’intervista all’autrice di cui sono appena tornate in libreria due opere

“Bisogna prendersi cura dei propri personaggi, se si desidera che i lettori facciano lo stesso”. A dirlo è Judy Blume, autrice statunitense tra le più abili nel raccontare storie di ragazze, in un’epoca in cui le giovani donne erano quasi sempre dipinte come esseri docili, senza altri scopi che trovare il vero amore e diventare madri e mogli. Fin dal suo romanzo d’esordio, pubblicato nel 1970, Are You There God? It’s Me, Margaret, si è dedicata a personaggi femminili alle prese con le questioni che ogni adolescente si trova ad affrontare: il primo reggiseno, le mestruazioni, gli assorbenti, ma anche le prime cotte…

Judy Blume

“Quando scrivo una storia mi impegno a raccontarla con onestà. Per questo motivo nei miei primi romanzi mi sono identificata con delle ragazzine al culmine della pubertà. Per loro tutto era ancora possibile: era un voce che mi veniva naturale adottare”. Il romanzo di Blume, Per sempre, pubblicato nel 1975 e che Rizzoli ha appena ripubblicato, è la storia di una giovane che incontra quello che sembra essere il suo grande amore, il suo “per sempre”.

Judy Blume

Nonostante il titolo suoni abbastanza innocuo, anche in relazione alle rigide norme del pudore che vigevano negli Stati Uniti negli anni Settanta e Ottanta, periodo in cui Blume ha pubblicato moltissimi dei suoi libri per ragazzi, il libro ha suscitato un certo clamore. Soprattutto per come affronta il tema del sesso.

“Ho avuto qualche problema dopo la pubblicazione del romanzo: Katherine ha un orgasmo dopo poco tempo che sta con Michael. Alcuni hanno detto che non era possibile, altri che era disgustoso permettere che una ragazza traesse piacere da sesso”, racconta l’autrice a ilLibraio.it. Oggi le cose sono cambiate, anche se non del tutto: “Si parla in modo più realistico della sessualità femminile, tuttavia la censura immotivata di alcune opere continua. C’è sempre un nuovo titolo che viene messo sotto accusa, ed è sempre un romanzo che piace ai più giovani”.

Censura e veto, due stigmate applicate anche ad altre opere della stessa Blume, tanto che l’ALA, l’Associazione delle biblioteche americane, l’ha inserita nella lista degli autori le cui opere sono state più spesso bandite nel 21esimo secolo.

Deenie è stato censurato e bandito da alcune scuole perché la protagonista si masturba. Non conosce nemmeno la parola, sa solo che quello è un posto ‘speciale’ e che trae piacere dal toccarlo. Un giorno l’insegnante di educazione fisica ne parla alle ragazze, spiegando che è sano e naturale e che non c’è niente di cui preoccuparsi se lo si fa. A causa di questo libro ho ricevuto lettere in cui mi si augurava di bruciare all’inferno. Addirittura, il preside di una scuola mi ha detto che sarebbe stato diverso se a masturbarsi fosse stato un ragazzo: in quel caso sarebbe stato normale”, continua Blume, che ha 78 anni e che il New Yorker definisce una delle autrici più importanti di romanzi young adult. Non solo: per la rivista i suoi libri sono “talismani che hanno accompagnato moltissime ragazze verso l’età adulta”.

Judy Blume

Ambientato alla fine degli anni Ottanta,  Ti vedrò nei miei sogni, è il suo nuovo romanzo per un pubblico adulto, in cui Blume ha deciso di raccontare una storia vera, che aveva rimosso dalla memoria per anni. Nel 1952 tre aerei sono precipitati su Elizabeth, la città natale della scrittrice. Nel suo libro, che Rizzoli ha appena pubblicato, Blume percorre la storia di Mira, che nel 1987 ritorna in città per la commemorazione della tragedia e ripensa ai suoi 15 anni, compiuti l’anno dell’incidente. Dal romanzo traspare una critica, neanche tanto velata agli anni ’50. Come spiega l’autrice in una recente intervista a Vanity Fair: “Tutti volevano essere uguali agli altri, tutti volevano sembrare normali… E intanto nessuno prendeva sul serio i ragazzi, né a scuola, né in famiglia. Noi eravamo cose a cui dare istruzione, non persone con cui parlare“.

Oggi Judy Blume vive una seconda vita a Key West, in Florida, dove ha aperto col marito la libreria Books&Books, “la sua nuova gioia”, di cui sul nostro sito abbiamo già scritto. Essere dall’altro lato della catena del libro “dà un brivido inaspettato”. E Blume trascorre le sue giornate in negozio, “chiacchierando coi clienti e consigliando loro i libri”, che sono quasi tutti turisti e “sono entusiasti di trovare una libreria indipendente anche nella cittadina di mare”.  “Comprano libri, li leggono e poi ritornano”. Ma i clienti che Blume preferisce sono i bambini: “Vederli così felici nella sezione a loro dedicata mi dà la speranza che diventeranno adolescenti e poi adulti che leggono“.

Un’attività molto importante la lettura, che per l’autrice significa “perdersi nelle vite degli altri, sia di quelli che si conoscono, sia degli sconosciuti”.

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