“Girl in a band” è un libro (che piacerà non solo ai fan dei Sonic Youth) che inizia da una fine, ma che si conclude con un nuovo inizio. Kim Gordon ha smesso di essere la ragazza, la madre, la sorella “nel gruppo”, ora è pronta a essere solo se stessa, a dedicarsi all’arte e alla musica padrona dei suoi mezzi e cosciente come non mai dei suoi talenti…

La fine di un matrimonio e di una band. Un concerto, l’ultimo. Si apre con quello che è il finale, il memoir di Kim Gordon, Girl in a band da poco uscito anche in Italia. Lei, Kim Gordon, è la ragazza, il gruppo, i Sonic Youth.

Il libro si apre con  rabbia, quella che Kim prova per Thurston Moore, ex-marito ed ex-compagno di band, che, come da cliché ben rodato, dopo quasi trent’anni di matrimonio l’ha tradita con una donna più giovane. Rabbia che monta, nota dopo nota, durante l’ultimo concerto insieme a San Paolo e che fatica a sfumare.

Così si apre un viaggio nel passato, nella California degli anni Sessanta in cui Kim è cresciuta: genitori di sinistra, padre insegnante e madre sarta. La trasferta alle Hawaii per un anno, seguendo il lavoro del padre. Ma soprattutto il fratello Keller: tirannico, capriccioso, sadico. Kim si sente inadeguata acconto al fratello maggiore, teme i suoi sbalzi d’umore, ma lo ammira. Da adulti la situazione si capovolge, Kim diventa famosa, mentre a Keller, dopo anni allo sbando, tra LSD e comuni, viene diagnosticata la schizofrenia. Il rapporto con il fratello definisce tutte le relazioni di Kim con gli uomini, dai primi fidanzati in California, in poi: sbilanciati, iniqui, instabili. Almeno finché non incontra Thurston Moore: lui è di cinque anni più giovane, altissimo, sembra un ragazzino, ma dopo pochi mesi vanno a vivere insieme e fondano una band, i Sonic Youth.

La musica occupa gran parte del libro. La chitarra che Kim impara a suonare da ragazza, il punk che ascolta appena trasferitasi a New York, i musicisti che incontra suonando coi Sonic Youth. E poi le celebrità, a partire da Karen Carpenter, fino a Madonna e Lana del Rey. Donne perfette fino all’autodistruzione che Kim si diverte a smembrare, come in cerca di qualcosa, forse del senso stesso della parola “celebrità”.

Ci sono anche degli amici tra i musicisti incontrati tra concerti ed eventi, come Kurt Cobain, con cui si instaura fin da subito un rapporto d’amicizia quasi fraterna, in cui Kim per una volta è la sorella maggiore. Ma anche lo stilista Marc Jacobs, la modella Chloë Sevigny e la regista Sofia Coppola.

Gli aneddoti e i ricordi sono lo scheletro di questo libro: molti capitoli non sono altro che ricostruzioni delle canzoni più importanti dei Sonic Youth, e dei loro progetti, come quella band nella band, i Ciccone Youth e il singolo Addicted to Love, il cui video è costato una ventina di dollari, pagati con la carta di credito.

Ma soprattutto c’è Coco Gordon Moore, la figlia di Kim e Thurston, a cui è dedicato il libro. La gravidanza, la sua nascita, l’infanzia in tour dal Giappone all’Europa. E poi la vita in provincia, per permetterle di respirare un po’ di normalità, nonostante i suoi genitori abbiano inciso canzoni che vengono ascoltate dai suoi compagni di scuola. Genitori che, non appena lei, Coco, inizia l’università, smettono di essere una coppia.

Girl in a band è un libro che inizia da una fine, ma che si conclude con un nuovo inizio. Kim Gordon ha smesso di essere la ragazza, la madre, la sorella “nel gruppo”, ora è pronta ad essere solo se stessa, a dedicarsi all’arte e alla musica padrona dei suoi mezzi e cosciente come non mai dei suoi talenti.


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