“Il Labirinto è una creazione del Potere e una fonte di turbamenti. Riflette la ‘perplessa’ esperienza che abbiamo della realtà…”. Scopri la storia dell’incredibile creazione dell’editore Franco Maria Ricci: in uno spazio di 7 ettari, ha costruito una vastissima biblioteca, un incredibile giardino, una torre, una Chiesa, una sala delle feste e… – Foto e particolari

“Perché vuoi combattere contro il labirinto? Assecondalo, per una volta. Non preoccuparti, lascia che sia la strada a decidere da sola il tuo percorso, e non il percorso a farti scegliere le strade. Impara a vagare, a vagabondare”, scrive Tiziano Scarpa.

A Fontanellato, in provincia di Parma, Franco Maria Ricci, editore emiliano, ha fatto costruire un labirinto realizzato con piante di bambù di specie diverse: in uno spazio di 7 ettari, la struttura, che inaugurerà a maggio, ospiterà plessi culturali per un’estensione di oltre 5mila metri quadrati; un museo (per la collezione di oltre 500 opere che Ricci possiede, ndr), una biblioteca (dedicata a opere grafiche e tipografiche: ospiterà i 1.200 libri stampati da Giambattista Bodoni, oltre a 15mila volumi di storia dell’arte, ndr), una casa editrice (la già nota Ricci Editore, che il proprietario ha venduto nel 2004 per finanziare il progetto e ora ha ricomprato, ndr), una sala delle feste e dei balli, la piazza di un borgo con la sua chiesa, una torre belvedere…

“Da sempre i Labirinti mi affascinano.  Insieme ai Giardini, sono tra le fantasie più antiche dell’umanità.
Il Giardino, o Eden – così bello che Adamo ed Eva, freschi di creazione, continuavano a stropicciarsi gli occhi – incarna l’innocenza e la felicità; il Labirinto è, invece, una creazione del Potere e una fonte di turbamenti. Riflette la perplessa esperienza che abbiamo della realtà”, ha scritto Francesco Maria Ricci sul proprio sito.

“Sognai per la prima volta di costruire un Labirinto circa venti anni fa, nel periodo in cui, a più riprese, ebbi ospite, nella mia casa di campagna vicino a Parma, un amico, oltreché collaboratore importantissimo della casa editrice che avevo fondato: lo scrittore argentino Jorge Luis Borges”.

Dai primi di giugno tutta la struttura sarà aperta al pubblico: le maestranze stanno completando gli ultimi ritocchi, tra cui riprodurre sulle pareti i motivi floreali dei damaschi, e trasferire nelle sale del museo i 400 pezzi della collezione d’arte che Ricci cominciò a raccogliere più di 50 anni fa.

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