Il libro “Perché le donne vogliono l’uomo che nel parlare esagera” raccoglie oltre 70 “folli” lettere del comico

“Non è stato facile mettere insieme l’epistolario sentimentale di Maurizio Milani, rigorosamente scritto a mano come faceva il giovane Werther. Ma ce l’abbiamo fatta, e possiamo dire che questa sia l’edizione completa, almeno per il momento, di un noto innamorato cronico di donne perlopiù impossibili, che siano attrici americane o semplicemente hostess incontrate su un treno ad alta velocità”. L’editore Wingsbert House racconta così Lettere d’amore – Perchè le donne vogliono l’uomo che nel parlare esagera di Maurizio Milani, maestro della comicità surreale.

Da Edvige Fenech a Maria Sharapova, da Jennifer Lopez a Sabrina Salerno, da Maria Elena Boschi a Barbara D’Urso. Pienamente conscio dei suoi limiti (“come uomo sono molto brutto. Anche i miei antenati, ma si fidanzarono lo stesso. Era tradizione non offendere”), forse proprio per questo Milani  (al secolo Carlo Barcellesi) si lancia in una serie di avventure quasi ariostesche in cui quel destriero che è il suo cuore vola a briglia sciolta.

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Su IlLibraio.it la lettera di Milani a Demi Moore

Gentilissima Demi, mi chiedo spesso perché le scrivo tutti i giorni da quindici anni. Non certo perché mi sento solo. Sono felicemente sposato con una cantante lirica tedesca di trentacinque anni. Abbiamo una bellissima famiglia con due giovanotti di quindici e quindici anni e mezzo (il secondo è nato in provetta).
La verità, gentile Demi, è una: sono innamorato come uno scemo di lei. Ho piombato tutti i canali musicali di modo da non poterla più vedere. Ma non è servito a niente. In edicola c’era un magazine speciale su di lei. Ebbene sì, li ho comprati tutti: dieci nella mia edicola e altri milleottocento facendo il giro delle edicole di Milano. Sì, voglio dirlo, sono geloso che qualcun altro abbia in casa delle tue foto.
Demi, amore! Puoi mandarmi una tua foto con un bacio sulla foto stessa? (che si vede tramite rossetto). Non mi importa se lo fai tu o il tuo ufficio stampa. Basta che me lo mandi.
Ieri la mia ditta ha chiuso. Per me ha fatto bene. Parlo contro il mio interesse, ma su venti dipendenti che lavoravano erano in cinque. Gli altri (compreso me) stavano tutto il giorno imboscati nel magazzino (che nessuno, nemmeno il padrone, sa che c’è). Tante volte mi chiedo: ma perché i nomadi a Milano non si trovano un bar. Tavola calda? Io come cliente ci andrei, sia a colazione che a prendermi un toast. Forse si aspettano che il bar glielo compri il comune? Per me sarebbe giusto. In fondo per il comune cosa sono centocinquantamila euro per ritirare una licenza di bar e darla in gestione a noi nomadi? Demi, adesso ti devo lasciare per motivi vari. Ti scrivo ancora domani.
… È già domani.
Demi, amore, sono stato tutto il giorno a pensare a cosa scriverti oggi. Non mi è venuto in mente niente, per cui tieni buona la lettera di ieri. Bene o male i concetti espressi sono questi:
“Amore”
“Ti amo” “Voglio baciarti”
“Sto diventando scemo per te”
Volevo chiederti una cosa, se puoi. Demi, amore, tu, Rihanna, Beyoncé, Keisha Pixie Lott potreste cantare nel coro della Scala?
La data è oggi pomeriggio alle cinque.

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