“Le cupe profezie volevano ridimensionare questa comunità, fatta di autori, lettori, editori, librai, bibliotecari, insegnanti che poi, come abbiamo visto l’anno passato, leggendo vivono meglio degli altri…”. Nel nuovo numero della rivista “Il Libraio” l’editore Stefano Mauri racconta come i libri siano attuali più che mai

È una stagione straordinaria per gli amici del Libraio. Eccomi di Jonathan Safran Foer ha aperto le danze al ritorno dalle vacanze estive. È il libro da leggere di questa stagione letteraria per capire chi siamo noi. Rispetto a quelli che ci hanno preceduto, rispetto a chi in altre parti del mondo ha vissuto e vive una vita molto diversa e non sempre peggiore, perché magari ha qualcosa in più per cui combattere.

Poi è arrivato Lo stupore di una notte di luce di Clara Sánchez, con la sua struttura in cui il caso gioca un ruolo importante, come spesso accade nella realtà. Uno tsunami ha poi travolto le librerie di tutta Italia a metà settembre, quando allo scoccare di mezzanotte è cominciata la vendita del nuovo episodio di Harry Potter, ancorché in forma di pièce teatrale. È toccato infine a Ildefonso Falcones tornare sul “luogo del delitto” e proseguire con Gli eredi della terra, la saga barcellonese felicemente avviata con La cattedrale del mare.

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Il mondo che legge – foto di Yuma Martellanz

Quattro libri, circa 100 ore per leggerli, 80 centesimi l’ora il costo di questi viaggi straordinari. Più recentemente è arrivato Il coraggio di essere liberi di Vito Mancuso, e poi La notte del predatore, dalla penna di Wilbur Smith, il maestro della suspense, e Viva più che mai di Andrea Vitali, un grande romanzo per tutti, davvero tutti, perché come scrive Andrea non scrive nessuno. E aggiungo Il segno della croce di Glenn Cooper, che di tutti i lettori ama soprattutto, ricambiato, quelli italiani.

Ho citato questi autori perché ci hanno fatto compagnia per tanti anni ma anche in rappresentanza di tutti gli scrittori appassionati che popolano le nostre pagine. Non hanno mai avuto dubbi su quale fosse il loro compito, hanno perseverato perché devono poter raccontare le loro storie, non importa se a un milione o cento persone. In questi anni nei quali la rivoluzione di internet ha cambiato molte nostre abitudini, comportamenti, speranze e timori loro hanno continuato come prima. Fino a poco tempo fa le cupe profezie volevano ridimensionare questa comunità, fatta di autori, lettori, editori, librai, bibliotecari, insegnanti che poi, come abbiamo visto l’anno passato, leggendo vivono meglio degli altri.

Il digitale ci avrebbe sepolti vivi secondo tecnocrati che spesso non sanno nemmeno cosa voglia dire davvero leggere un libro. Chi si sarebbe immaginato che questa comunità sarebbe stata contesa con energia da città come Milano e Torino, da grosse operazioni di fusione e acquisizione di case editrici, che il principale negozio on line del mondo avrebbe deciso di sperimentare negozi nelle strade degli USA proprio partendo dalle librerie? Che le classi di età in cui la lettura aumenta sono quelle più giovani, che il libro avrebbe retto con resilienza agli urti della modernità, meglio di qualsiasi altro prodotto culturale?

A dire il vero chi lo ha detto forte è chiaro è stato Umberto Eco, un amico generoso che ci ha lasciato all’inizio di quest’anno. Aveva pronosticato che non ci saremmo mai liberati dei libri. I libri sono silenzio, sono una vita alternativa, sono umanità e legame con gli altri, sono sconnessione dalle futilità del mondo per connettersi con se stessi e con 5000 anni di umanità. Una mia cara amica è entrata in coma e quando si è risvegliata mi ha detto di aver visto al di là. E la sorpresa è stata che vedeva scorrere le pagine della propria vita, che era contenuta in un libro, il suo libro.

Che sia un’allucinazione o un effettivo contatto trascendente è un buon esempio di come il libro sia un oggetto strettamente legato alla nostra esperienza, alla nostra mente, al nostro più intimo bisogno di senso. Dentro i libri e le novità passa la modernità come passa attraverso le nostre vite e i nostri corpi. Con i libri possiamo regalare amore, divertimento, passione, studio, salute e anche, perché no, paura: come nell’ultimo, sorprendente thriller di Donato Carrisi.

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