“Mi piacciono moltissimo i libri usati che si aprono alla pagina che l’ignoto proprietario precedente apriva più spesso”. Un’apologia del libro usato: tutti (o quasi) i motivi per leggere (anche) volumi appartenuti ad altri…

Vi ricordate i 10 diritti del lettore elencati (e motivati) da Daniel Pennac in Come un romanzo (Feltrinelli, 1999):

1. Il diritto di non leggere
2. Il diritto di saltare le pagine
3. Il diritto di non finire il libro
4. Il diritto di rileggere
5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa
6. Il diritto al bovarismo
7. Il diritto di leggere ovunque
8. Il diritto di spizzicare
9. Il diritto di leggere ad alta voce
10. Il diritto di tacere

In questo ineccepibile elenco forse è stato trascurato un diritto fondamentale: quello di leggere libri usati.
A questo proposito, il Gruppo Libraccio è leader nel settore in Italia, mentre all’estero, in particolare negli Usa, Strand offre ai lettori libri usati “al metro”. Ma gli esempi potrebbero essere molti altri.

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Ma perché si dovrebbero leggere (anche) libri usati? La scrittrice e sceneggiatrice statunitense Helene Hanff già nel 1949 dichiarò: “Mi piacciono moltissimo i libri usati che si aprono alla pagina che l’ignoto proprietario precedente apriva più spesso”; questo è uno dei motivi.

Ognuno di questi volumi contiene (almeno) due storie: quella narrata e quella di chi lo ha posseduto in passato e ha annotato citazioni alla fine o all’inizio, sottolineato parti fondamentali e perché no, ha raccontato a bordo pagina i suoi amori adolescenziali.

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Inoltre, leggendo un libro usato si concede ad esso “un’altra occasione”, salvandolo da scaffali impolverati o scatoloni dimenticati; poi, i libri usati possono essere edizioni minori, antiche, ristampe rare da regalare a genitori o nonni, e conservano, il più delle volte, il classico “aroma” della carta ingiallita che nelle nuove edizioni non è presente…

Infine, il mercatino del libro usato è un tempio del lettore: nove volte su dieci si trova il testo di cui si ha bisogno che è fuori catalogo da anni, oppure ci si innamora di uno scrittore che si è solamente sentito nominare e che si ha finalmente l’occasione di leggere perché il suo libro capita casualmente tra le mani; e ancora, se per caso si è in vacanza nella Sicilia di Camilleri, sul Lago di Como di Vitali o sulle montagne di Rigoni Stern, si possono trovare libri che emanano il profumo dei luoghi narrati, perché un libro è come un cibo: è molto più buono da mangiare (in questo caso da leggere) nel paese in cui è stato inventato…

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