Tecnologia e collaborazione. Sono queste le premesse su cui è nata Libricity. Ne parlano Lorenzo Losa e Adriano Guarnieri, ideatori dell’app che punta ad abbattere “le barriere di attrito tra i libri e i lettori”

Pochi giorni fa è girata una notizia interessante. A Londra ha aperto una nuova libreria technology-free. Cosa vuol dire? Che smartphone, ereader computer portatili e tablet possono entrare, ma andranno tenuti rigorosamente spenti. Il motivo? Allontanano il cliente dalla merce. Si mettono in mezzo tra i lettori e i libri rendendo dispersiva, almeno secondo i fondatori, l’esperienza in libreria contribuendo al calo delle vendite della libreria stessa. Nell’approccio alla vendita di questi librai londinesi pensiamo ci sia un errore scambiato per un’ottima intuizione.

«If you want people to do more of something, make friction less». È una regola del mondo, non soltanto di quello digitale: se vuoi che le persone facciano più volte una cosa, rendigliela più facile. E quando sei un libraio e lavori per 12 ore al giorno nella tua libreria, l’azione che devi rendere più facile non è propriamente la lettura, ma l’acquisto.

Quando parliamo di acquisto, l’attrito tra un lettore e il libro che sta cercando non è detto che sia uno smartphone. Potrebbe sembrare paradossale, ma in quel momento la concorrenza peggiore per quel libro sono tutti gli altri libri. Intendiamoci, è bellissimo perdersi tra gli scaffali, farsi attirare da una copertina sconosciuta, da un titolo che ci ricorda qualcosa o da un libro che non conoscevamo di un autore che adoriamo. Ma non sempre abbiamo tempo di farlo, e non tutti lo fanno. Ci sono anche ricerche che non avvengono nemmeno in libreria, ma davanti alla televisione, leggendo le pagine culturali dei giornali, i blog, twitter, o ancora, facendosi consigliare dagli amici.

Nel racconto di Jorge Luis Borges intitolato La biblioteca di Babele, se il povero bibliotecario anonimo avesse avuto uno smartphone nella tunica, forse avrebbe trovato l’introvabile catalogo dei cataloghi, perso tra le infinite serie di infiniti libri in infinite librerie in infinite celle tutte identiche a se stesse. Anche per lui, come per chiunque entri in una più prosaica libreria finita, l’attrito maggiore, quello che gli impedisce di trovare il libro che sta cercando, non è nessuna distrazione esterna: sono gli stessi libri. Una libreria mediamente ha un catalogo vivo di 10.000 titoli. Tra questi, sempre mediamente, sono solo 100 quelli che possono interessare ogni singolo lettore al punto da spingerlo all’acquisto. In ogni libreria quindi ci sono in media 9900 libri che si mettono in mezzo tra il lettore e quello che vuole leggere. È il 99%.

2cafoscarinaLa libreria Cafoscarina di Venezia

Quei 100 libri che interessano al lettore lasciano intorno a loro informazioni, tracce e impronte per farsi prima scoprire e poi trovare. Stiamo parlando di presentazioni, di conferenze, di mostre, di proiezioni cinematografiche, di concerti, persino di partite di calcio, ovvero di tutto ciò che parte nella realtà e prosegue all’interno dei testi. Perché il mondo continua nei libri, e i libri continuano nel mondo.

Sono quantità enormi di informazioni sparse spesso tra siti, giornali, bacheche in giro per la città, vetrine di librerie. Informazioni che non riescono quasi mai a intercettare il loro pubblico elettivo perché frammentate su centinaia di piattaforme diverse. Ora il lettore, oltre a dover scovare i libri che sta cercando tra migliaia di altri volumi che li nascondono, deve anche muoversi da solo in questa foresta di informazioni, deve trovarle, deve metterle in relazione creando i collegamenti. E questo è un altro attrito. Ed è un attrito importante, perché toglie tempo al lettore, tempo che potrebbe usare in modo migliore, per esempio leggendo di più, andando a più presentazioni, frequentando più fiere, incontri, festival, e, infine, comprando più libri.

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Due esempi complementari, che però possono essere combattuti con la stessa arma, un’arma concessaci proprio da quella tecnologia che i librai di Londra da cui siamo partiti consideravano come nemica. Pensate a una piattaforma unica che oltre a dirvi in che libreria trovare un libro, riesca anche a collegare tutte le informazioni e tutte le tracce, digitali e analogiche, che quel libro ha lasciato intorno a sé. Pensate a una piattaforma che sia in grado di attenuare quell’attrito, qualcosa che io possa avere sempre in tasca e che sappia seguire le tracce come uno scout. Tracce per raggiungere un libro, o, da quel libro, per raggiungere il suo autore, o ancora per raggiungere la libreria in cui trovare il libro da cui hanno tratto il film che ho appena finito di vedere. Insomma, le possibilità sono infinite. Serve solo aggiungere un ingrediente: la collaborazione.

Tecnologia e collaborazione. Sono queste le premesse su cui è nata Libricity (www.libricity.com + app Android http://tinyurl.com/libricityandroid iOS http://tinyurl.com/libricityios), una piattaforma unica che propone un modo di abbattere quelle barriere di attrito tra i libri e i lettori mettendo in relazione tutte le tracce, gli eventi, le librerie e le informazioni che circondano i libri per aumentare e migliorare l’esperienza dei lettori sfruttando quegli strumenti che abbiamo sempre pensato ci fossero nemici, ma che nemici non sono.

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Non sempre nuove e vecchie tecnologie si affrontano. Ma ogni tanto sì. È il caso di Incroci di civiltà, Festival Internazionale di letteratura a Venezia che, dal 30 marzo al 2 aprile, mette in dialogo gli autori e i loro lettori intorno ai temi urgenti della contemporaneità e della fiera dei librai di Bergamo, la più antica fiera del settore in Italia, che dal 16 aprile al 1° maggio trasforma il Sentierone di Bergamo in una libreria a cielo aperto con un fitto programma di presentazioni, eventi e incontri con gli autori. Queste sono le prime due manifestazioni che hanno deciso di appoggiarsi a Libricity per comunicare direttamente con i lettori, per mettere in relazione il calendario dei propri eventi con i repertori delle librerie delle rispettive città, in modo da offrire ai lettori una doppia opportunità di navigazione e di ricerca: dall’evento alla libreria, dalla libreria all’evento, in un’alleanza virtuosa che fa bene a tutti.

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I due ideatori dell’app

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La partnership tra ilLibraio.it e l’app Libricity

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