L’idea del “caffè sospeso” è diventata “libro sospeso”. Il passo avanti? “Liberi di leggere”. Clienti che comprano un libro, ma non lo portano a casa: lo lasciano in libreria. E i librai lo consegnano alle biblioteche carcerarie… – I particolari sul progetto

La lettura può svolgere un ruolo molto importante per chi è in carcere. Per arricchire le biblioteche delle prigioni italiane, l’idea del “libro sospeso” (venuta a Cristina di Canio di Il Mio Libro, a Milano), a sua volta ispirata al “caffè sospeso”, si è trasformata in “Liberi di leggere”. Come racconta Lettera43, a promuovere l’iniziativa (e lo slogan) è stata la libreria Fanucci di piazza Madama, a Roma. Massimiliano Timpano, uno dei librai, ha spiegato: “Mi è arrivato un messaggio da un amico, Michele Gentile, libraio a Polla, in Campania. Mi ha detto che stava cominciando ad allargare la pratica del libro sospeso a un carcere minorile. Da lì abbiamo pensato di provare questa iniziativa sul piano nazionale”.


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Il progetto, partito a ottobre, ha già portato alla raccolta di numerosi volumi. In libreria i clienti comprano non solo libri che portano a casa, ma anche testi che lasciano alla libreria di turno, che ha il compito di rifornire le biblioteche delle carceri. Va precisato che i libri non vengono scelti dai lettori, ma sono gli stessi istituti penitenziari a indicare una lista di testi richiesti, in modo da evitare che le biblioteche si riempiano soltanto di titoli vecchi.

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Tante librerie in Italia stanno sostenendo l’iniziativa, come pure case editrici, tra cui Carocci, Laterza, Adelphi, Bompiani, Chiarelettere e Itaca.

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