Intervista del Libraio all’autore dell’inquietante thriller psicologico “Phobia”. Spazio (anche) per la battaglia tra il colosso di Bezos e gli editori…

Wulf Dorn riporta sulla scena il protagonista de “La psichiatra”, psicothriller-bestseller che ha in “Phobia” (Corbaccio) un nuovo, adrenalinico episodio. La trama del romanzo ci porta a Londra, in una fredda notte di dicembre, nell’elegante quartiere di Forest Hill. Sarah sta aspettando il rientro del marito da un viaggio di lavoro e quando sente aprirsi la porta gli corre incontro come sempre. Ma l’uomo che trova in cucina non è Stephen. Eppure indossa i suoi abiti, ha la sua valigia, ed è arrivato fin lì con l’auto di Stephen. Sostiene di essere Stephen, e conosce particolari della loro vita che solo lui può conoscere. Elemento ancor più agghiacciante, l’uomo ha il volto deturpato da orribili cicatrici. Per Sarah e per Harvey, il figlio di sei anni, comincia un incubo atroce, anche perché lo sconosciuto scompare così come era apparso e nessuno crede alla sua esistenza. Anche la polizia è convinta che Sarah sia vittima di un forte esaurimento nervoso e che non voglia accettare l’idea che il marito sia andato via di casa volontariamente o che presto tornerà. Sola e disperata, Sarah si rivolge alla sola persona che, forse, può aiutarla, il suo amico d’infanzia Mark Behrend, psichiatra che conosce gli abissi dell’animo umano. Insieme, Mark e Sarah iniziano a indagare, mentre il misterioso sconosciuto è sempre un passo avanti a loro e sembra divertirsi a tormentarli… (dalla scheda)

Il Libraio ha parlato* con lo scrittore tedesco della genesi del suo nuovo romanzo (ma non solo…)

Cos’ha ispirato la trama di “Phobia”?
“In realtà, le fonti di ispirazione sono due. Per prima cosa, una storia raccontatami da un amico…”.

Ce la racconti.
“Una notte, lui e sua moglie rientrarono a casa da una festa. Essendo stanchi, andarono subito a dormire. Quando il mattino dopo  si svegliarono, trovarono la loro casa saccheggiata. I ladri avevano portato via la tv, lo stereo e altri oggetti di valore, perfino in camera da letto. Per loro fu un forte shock. Cosa sarebbe accaduto se si fossero svegliati con i ladri in casa?”.

 E qual è stata la seconda fonte di ispirazione del romanzo?
“Un caso a cui ho lavorato quando ero un terapista: una sera, un uomo si introdusse in una casa non sua. Con sé aveva un coltello, con cui minacciò una donna sola e i suoi due figli, costringendoli a cenare con lui. Una volta finito, disse alla donna di telefonare alla polizia e si fece arrestare senza opporre resistenza. L’uomo soffriva di schizofrenia e fu portato in un istituto. Tempo dopo, ricordo che durante la terapia non era in grado di spiegare il motivo del suo gesto. C’è poi una coincidenza che vorrei sottolineare…”.

Di che si tratta?
“Il fatto che ‘Phobia’ sia stato pubblicato in Italia proprio l’11 settembre (2014, ndr), una data che ha cambiato la storia dell’Occidente. Così com’è successo nei due casi che ho citato, improvvisamente qualcosa di malefico ha fatto irruzione nella nostra quotidianità togliendoci la certezza di essere al sicuro nelle nostre case…”.

La psicologia e la psichiatria hanno uno spazio significativo nei suoi romanzi, e per Sarah, la protagonista del nuovo libro, il suo amico Mark, uno psichiatra appunto, rappresenta un aiuto fondamentale. Cosa l’affascina della descrizione dei duelli psicologici?
“La psicologia e i fenomeni a essa legata mi hanno sempre interessato. Amo esplorare la mente dei miei personaggi, scoprire i loro desideri, i loro punti di forza e quelli di debolezza. Da scrittore, ma anche da lettore, si può imparare molto sulla mente umana. E, senza dubbio, noi tutti possiamo imparare molto su noi stessi… Viene da chiedersi… come ci comporteremmo in certe situazioni?”

Cosa può anticipare sulla trama del suo prossimo romanzo?
“Ci sto ancora lavorando, e preferirei non svelare molto. Potrei apparire superstizioso, ma in questi casi cito sempre un detto giapponese: ‘Parlare di un bambino non ancora nato porta sfortuna’. Posso però dire che sarà un altro thriller ambientato a Fahlenberg, e che non mancheranno nuovi mister. I lettori conosceranno un nuovo protagonista, e spero che a loro piacerà come già piace a me”.

Qual è il suo giudizio sugli autori di thriller italiani?
“Sono un grande fan dei vostri ‘gialli’ e mi piacciono i thriller italiani. Scrittori come Donato Carrisi sono sempre nella mia lista delle letture consigliate”.

Chiudiamo parlando dello scontro tra Amazon e alcuni importanti gruppi editoriali, da Hachette negli Usa a Bonnier nella sua Germania, una “battaglia” che ha fatto molto discutere negli ultimi mesi…
“Amazon ha certamente abusato del suo potere nell’ambito del mercato mondiale del libro. Ostacolando e rallentando la distribuzione dei libri, la più grande libreria online mondiale ha preso di mira direttamente gli scrittori, nel tentativo di costringere gli editori ad accettare le proprie condizioni. Ciò è stato motivo di una lettera aperta firmata negli Usa da centinaia di autori, come ad esempio Douglas Preston, Stephen King e Nora Roberts, nella quale sono stati criticati gli atteggiamenti del colosso dell’e-commerce. Anche noi autori tedeschi abbiamo scritto una lettera aperta. La domanda è se la nostra protesta avrà delle conseguenze a lungo termine sulle strategie di mercato di Amazon. A essere onesto, ho delle perplessità… Penso però che sia arrivato il momento di decidere noi tutti, in qualità di clienti, quanto potere dare a un portale che si comporta così male”.

 

*L’intervista è stata realizzata prima che il gruppo Bonnier trovasse l’accordo con Amazon

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