Al suo ultimo romanzo Matilde Serao affidò un messaggio fortemente pacifista. L’umanità varia che compone i protagonisti di “Mors tua” si trova a fronteggiare la guerra in tutto il suo potenziale distruttivo: sanguinosa, classista, capace di sterminare un numero incalcolabile di uomini e di avvelenare il cuore dei sopravvissuti, aprendo la strada al fascismo, alle sue guerre e ai suoi orrori

Loreta Leoni e Carletto Valli sono pronti a rimanere uniti sotto il fuoco nemico. Marta Ardore vive con l’angoscia di perdere il figlio, come già le è successo col marito. E poi c’è Don Lanfranchi, che rifiuta di cedere al Dio biblico delle battaglie, e vuole credere nel Cristo della pace e della solidarietà e così decide di abbandonare tutto per tenere fede ai propri principi.

mors tua copertina

Come un incubo, sulle teste dei protagonisti di questo romanzo corale, incombe la minaccia della guerra. Una guerra che i personaggi della Serao vedono già per come sarà: sanguinosa e classista. Eppure non riescono a intuire il lato peggiore del conflitto: il suo logorante non finire mai e l’incalcolabile debito in termini di ragazzi morti che lascerà al futuro del paese.

Si rivelerà l’evento bellico più devastante della Storia umana finora conosciuta, capace di sterminare una generazione, e di avvelenare i giovanissimi superstiti con un odio per lo straniero in cui l’autrice sembra volerci indicare le radici del fascismo.

Matilde Serao, nacque nel 1856 a Parnasso, in Grecia, da padre esule napoletano e fu una delle penne più rivoluzionarie della sua epoca. Fondò inoltre due quotidiani tutt’ora esistenti: Il Mattino e Il Giorno. Morì nel 1927, alla sua scrivania, ancora intenta a lavorare, un anno prima dell’uscita di Mors Tua, il suo ultimo romanzo, ora riproposto da Studio Garamond.