“Un manuale per una trasformazione responsabile della società. Una guida necessaria all’equilibrio della convivenza civile…”. Così Michelangelo Pistoletto introduce il suo manifesto “Ominiteismo e demopraxia”

“Un manuale per una trasformazione responsabile della società. Una guida necessaria all’equilibrio della convivenza civile, dove ognuno esercitando la Demopraxia, dalle piccole occupazioni del quotidiano saprà estenderla alle grandi relazioni sociopolitiche della vita comune”. Michelangelo Pistoletto spiega così l’intenzione che l’ha spinto a completare il suo Ominiteismo e Demopraxia, Manifesto per una rigenerazione della società (Chiarelettere), un’opera animata dalla volontà di proporre i passaggi fondamentali al proseguimento della nostra civiltà.

Michelangelo Pistoletto infinito

“Il cambiamento”, spiega l’artista biellese, tra i maggiori esponenti italiani dell’arte povera, “inizia da due aspetti fondamentali, la religione e la politica. L’Ominiteismo pone sia le persone sia le istituzioni religiose di fronte a se stesse per un giudizio che non arriva dall’alto, ma mette ciascuno e tutti direttamente davanti alle proprie responsabilità. La responsabilità diviene così la prassi che regola e unisce tutte le parti della società. La Demopraxia sostituisce il termine ‘potere’, dal greco krátos (da cui deriva democrazia), con il termine ‘pratica’, dal greco pràxis (da cui demopraxia), per arrivare con la demo-pratica là dove non si è potuti arrivare con l’imposizione del demo-potere”.

Basilari per la creazione del movimento dell’arte povera sono stati gli Oggetti in meno, prodotti da Michelangelo Pistoletto tra il ’65 e il ’66. Numerose sue installazioni sono diventate famose, come i Quadri specchianti, opera del 1962 che gli ha portato riconoscimenti alle mostre internazionali della Pop Art, e Plexiglass del 1964, che lo introduce all’Arte Concettuale. Negli anni Novanta fonda nella sua città natale Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, e il suo interesse si amplia, spostandosi verso l’utilizzo dell’Arte come forma concreta capace di ispirare e produrre una trasformazione responsabile della società.

Le sue opere sono presenti nelle collezioni di numerosi musei d’arte moderna e contemporanea, e nel 2013 il Museo del Louvre ospita la sua mostra personale. Ha ricevuto diversi premi: nel 2003 è insignito del Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia; nel 2004 l’Università di Torino gli conferisce la laurea honoris causa in Scienze politiche, e nel 2007 riceve a Gerusalemme il Wolf Foundation Prize in Arts “per la sua carriera costantemente creativa come artista, educatore e attivatore, la cui instancabile intelligenza ha dato origine a forme d’arte premonitrici che contribuiscono a una nuova comprensione del mondo”.

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