Oggi in via Rizzoli è in programma il Cda, probabilmente decisivo. Nell’attesa, vale la pena ricordare quello che avvenne nel 2004 (protagonisti Lagardère, Editis e la Commissione europea)…

Mentre in Italia anche la politica discute della possibile acquisizione di Rcs Libri da parte di Mondadori (oggi in via Rizzoli è in programma il Cda, probabilmente decisivo), e, mentre si invoca l’intervento dell’Antitrust (l’altro ieri, il presidente Giovanni Pitruzzella, a margine di un’audizione alla Camera, ha dichiarato: “Non ho ricevuto alcuna notifica al momento. Vuol dire che l’operazione ancora non c’è, immagino”), vale la pena ricordare quanto avvenne nel 2004, quando la Commissione europea autorizzò l’acquisizione solo di una parte delle attività editoriali di Editis (l’allora polo editoriale di Vivendi Universal) da parte del gruppo francese Lagardère.

Undici anni fa, infatti, Lagardère puntava all’acquisizione dell’intera Editis. Operazione che, come allora sottolineò la Commissione, “avrebbe portato alla creazione o al rafforzamento di posizioni dominanti nei numerosi mercati in cui si articola la catena dei libri in lingua francese, quali quello dei diritti di pubblicazione, i servizi di diffusione e di distribuzione e la vendita di libri ai dettaglianti e la vendita da parte dei grossisti”. In Francia non mancarono le polemiche, come oggi in Italia. Nel 2004 la conseguenza fu la decisione di Lagardère di mantenere solo alcune delle attività di Editis.

Entriamo più nel dettaglio: in quel momento Editis (Vivendi) era il primo gruppo editoriale, di commercializzazione e distribuzione di libri in lingua francese; mentre Lagardère, attraverso la sua controllata Hachette Livre, era il secondo operatore del mercato. Allora, l’indagine europea dimostrò che la nuova entità “avrebbe controllato l’accesso sia alla ‘materia prima’ – ossia gli autori noti delle cui vendite vive l’editore -, sia ai punti di vendita, i quali possono assorbire e, in misura ancor più ridotta, ‘esporre’ solo una parte limitata delle opere pubblicate ogni anno. E ancor più grave, la supremazia della nuova entità nelle attività di carattere più prettamente industriale del settore dell’editoria – la diffusione, la distribuzione e la stampa di libri in formato tascabile avrebbe portato all”instaurazione di un settore a due velocità. Da un lato gli editori marginalizzati e dipendenti, privi di altra scelta se non quella di dedicarsi all’attività più rischiosa di scoperta e lancio (di autori) e, dall’altro, il gruppo industriale integrato sull’insieme della catena del libro e capace di accaparrarsi gli autori, dopo che questi si sono affermati, e di monopolizzare la maggior parte degli spazi espositivi dei dettaglianti”.

Lagardère prese atto delle riserve espresse dalla Commissione, e nel gennaio 2004 si impegnò a cedere Editis, mantenendo attività che rappresentavano circa il 40% del fatturato complessivo dell’impresa precedentemente controllata da Vivendi Universal (allora tenne, tra le altre cose, Larousse, Dalloz, Dunod, Armand Colin, Sedes e Nathan-Université). Oggi Editis (dal 2008 legato al gruppo spagnolo Planeta) è il secondo gruppo editoriale francese (il primo è Hachette Livre). L’attuale Editis nacque proprio nel 2004.

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