“Galassie lontane che raccontano quello che sono diventato. Blocchi interi di libri”. Su IlLibraio.it lo scrittore Marco Peano racconta la sua “biblioteca personale”. E spiega come tiene in ordine i testi – #lelibreriedegliscrittori

Per prima cosa, bisogna immaginarsi la cameretta di un bambino. Chi ci dorme non è più un bambino: ha rimodellato la stanza secondo le passioni del momento, che coincidono con le esigenze del suo corpo che sta cambiando forma. Dunque poster alle pareti, pile di cd musicali, un portaincenso di legno intarsiato che vorrebbe dare un tocco esotico all’ambiente, un personal computer nuovo di zecca per fingere di studiare (verrà usato esclusivamente per i videogiochi).

Sono gli anni Novanta, e leggo solo Stephen King.

I romanzi del Re, in ordine rigorosamente cronologico, stanno tutti su un ripiano ben preciso. È il solo a non essere occupato da cianfrusaglie, da riviste musicali e di videogiochi, o da – unici altri libri presenti – manuali scolastici e sussidiari delle elementari e delle medie. A partire da quel ripiano, sgombrato ad arte, negli anni successivi si espande come un Big Bang cartaceo l’universo delle mie letture. Tolti di mezzo i cd di musica diventata nel frattempo inascoltabile, i floppy disk di videogiochi ormai obsoleti, i giocattoli residui dell’infanzia, trovano spazio altri libri. Su uno scaffale accanto a King arrivano dunque con prepotenza i testi consigliati dai miei coetanei, o quelli scoperti grazie a qualche insegnante illuminato.

Marco-Peano-off
Marco Peano – (C) massimilianobalazarelli

Non c’è ancora un ordine: la narrativa italiana e straniera, gli autori contemporanei e i classici, i saggi, le poesie e i fumetti convivono beatamente. Ma quando lo spazio si esaurisce, e quando la vetrinetta dove stavano le vhs con i film registrati dalle tv commerciali viene svuotata per cedere il passo ai libri che continuano ad aumentare a un ritmo sempre più incalzante (ho scoperto il mercato dell’usato, e ogni bancarella è una miniera d’oro), allora diventa necessario prendere provvedimenti.

Dunque vengono costruiti dei veri e propri ponti di legno: ripiani che a trenta centimetri dal soffitto corrono diagonalmente da un lato all’altro della stanza, sfruttando tutto lo spazio aereo disponibile.

invenzione-madre

Quella camera è così ancora oggi. Della collocazione che avevo predisposto a vent’anni – i classici, schierati per nazionalità e suddivisi a loro volta in ordine alfabetico; i contemporanei stranieri, nel medesimo ordine; gli adorati italiani, che occupano lo spazio più consistente e che dispongo ogni volta secondo un criterio diverso; la saggistica, con una nicchia apposita per quella letteraria; i fumetti, da un lato gli americani, dall’altro i giapponesi, dall’altro ancora gli italiani e poi tutti gli altri; la poesia e il teatro come un corpo unico –, di quella sistemazione originaria è rimasto ben poco.

Osservare quelle file di volumi sbocciati intorno a Stephen King – che nel frattempo non ha mai smesso di scrivere – equivale per me a studiare le origini dell’universo: galassie lontane che raccontano quello che sono diventato. Blocchi interi di libri – quelli necessari, o quelli a cui sono più legato – sono stati inghiottiti da un buco nero: spostati nelle case in cui ho abitato, alla fine precipitati in quella in cui abito adesso. Alcuni ripiani, molti dei quali in alto, emanano un debole bagliore: i libri che forse non leggerò mai più.

E oggi, come mi muovo in questa costellazione? Intanto ho imparato a usare il pavimento. La pila di quelli che sto leggendo (o che vorrei leggere) cresce vicino al letto, la pila di quelli che mi servono per lavorare si sviluppa in altezza accanto alla scrivania. In soggiorno, sulla credenza, ci sono i nuovi acquisti: occhieggiano in attesa di essere sistemati nella libreria. Ma anche il bagno e la cucina ospitano a rotazione le letture del momento. Tutti gli scaffali della libreria hanno una (scomoda e indispensabile) doppia fila, e l’ordine non è così diverso da quello messo a punto tanti anni fa. Anche il portaincenso di legno, fedele, mi ha seguito di casa in casa: è rimasto lo stesso.

*L’autore, editor di Einaudi, ha appena pubblicato il suo primo romanzo, L’invenzione della madre (Minimum Fax)

LEGGI ANCHE:

La biblioteca di Clara Sánchez? Disordinata e “sempre in movimento”

5 consigli d’autore per allestire la libreria di casa

 

Libri consigliati