“La notizia degli attacchi terroristici di Parigi ha gelato l’animo di tanti. La reazione di molti a questa strage ne uccide i cuori. Basta dare una scorsa ai media per assistere attoniti all’inferno che cova in tante persone…”. Su ilLibraio.it la riflessione di Alberto Maggi, frate-biblista: “Per non lasciare agli assassini la soddisfazione della duplice vittoria, quella della mattanza dei corpi e quella delle anime, occorre reagire al loro male liberando ancora più grandi energie di bene…”

LA BESTIA E L’AGNELLO

La notizia della mattanza di Parigi ha gelato l’animo di tanti. La reazione di molti a questa strage ne uccide i cuori. Basta dare una scorsa ai media per assistere attoniti all’inferno che cova in tante persone, siano queste credenti o no, al dèmone che sembrava addormentato e che invece si risveglia e si sente giustificato nella sua spietatezza dai fatti successi. Così c’è chi scrive che ci vorrebbe una bella bomba atomica, o in alternativa bisognerebbe eliminarli tutti, altri si limitano a chiedere di sprangare le porte delle nostre frontiere e ricacciare via tutti quelli che sono già entrati, alcuni evocano non già la legge del taglione, che per quanto barbara era almeno equa (occhio per occhio, dente per dente, Esodo 21,24), ma quella del più primitivo Lamec che si vantava di uccidere un uomo per una scalfittura e un ragazzo per un livido (“Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamec settantasette”, Gen 4,24).

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La diffidenza mai sopita verso lo straniero, il sospetto per l’appartenente a un’altra religione, il risentimento verso quanti si pensa vengano a rubare posti di lavoro e benessere, l’ansia crescente verso l’avanzata inarrestabile dell’invasione popoli disperati che fuggono dalla guerra e dalla miseria, diventano una tossica miscela capace di atrofizzare i naturali sentimenti di umanità. Questa è la vera vittoria degli assassini, il loro trionfo. Infatti il loro intento non è solo quello di seminare morte, paura e distruzione, ma riuscire a far riemergere nelle vittime i loro stessi diabolici sentimenti di profondo odio. Se dalla violenza fisica ci si può in qualche maniera difendere, perché è una violenza che si scatena dall’esterno, il risentimento che alimenta la rabbia, una volta innescato, è difficile da estirpare, perché precipita l’uomo negli abissi oscuri del suo essere, facendo riemergere il selvaggio che è stato, il primitivo che non è riuscito a evolversi.

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Per non lasciare agli assassini la soddisfazione della duplice vittoria, quella della mattanza dei corpi e quella delle anime, occorre reagire al loro male liberando ancora più grandi energie di bene: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Rm 12,21).

“Chiunque fa il male odia la luce” (Gv 3,10) dichiara Gesù, e nei vangeli si legge che “la luce splende nelle tenebre” (Gv 1,5). La luce non deve combattere le tenebre, ma deve splendere, e nella misura che allarga il raggio del suo splendere le tenebre sono costrette ad arretrare.  Nel Libro dell’Apocalisse il Male viene rappresentato da un’orrenda bestia con dieci corna, una bestia che “salirà dall’abisso, ma per andare verso la rovina” (Ap 17,8), perché la vittoria appartiene all’inerme Agnello. Quanti odiano e seminano menzogne e morte sono già sconfitti, perché la verità, l’amore, e la vita saranno sempre più forti.

L’AUTORE – Alberto Maggi, frate dell’Ordine dei Servi di Maria, ha studiato nelle Pontificie Facoltà Teologiche Marianum e Gregoriana di Roma e all’École Biblique et Archéologique française di Gerusalemme. Fondatore del Centro Studi Biblici «G. Vannucci» (www.studibiblici.it) a Montefano (Macerata), cura la divulgazione delle sacre scritture interpretandole sempre al servizio della giustizia, mai del potere. Ha pubblicato, tra gli altri: Roba da preti; Nostra Signora degli eretici; Come leggere il Vangelo (e non perdere la fede); Parabole come pietre; La follia di Dio e Versetti pericolosi. E’ in libreria con Garzanti Chi non muore si rivede – Il mio viaggio di fede e allegria tra il dolore e la vita.


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