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Addio al poeta Pierluigi Cappello

Pierluigi Cappello

Morto nella notte il poeta friulano Pierluigi Cappello nella sua casa di Cassacco, dopo una lunga malattia. Poeta che ha fatto della ricerca di un luogo interiore la sua motivazione fondamentale. Nato nel 1967 in Friuli ha vissuto in un piccola valle tra la Carinzia e la Slovenia.

Nel 1994 ha pubblicato la sua prima raccolta, Le nebbie (Campanotto Editore). Allora era già accaduto il fatto che ha cambiato radicalmente la vita di Cappello: un incidente stradale che ha causato la recisione del midollo spinale, seguito da numerose operazioni, che però non sono riuscite a cambiare la condizione d’immobilità.

Nel 2016, su questa immobilità, Cappello ha scritto un libro, Questa libertà (Rizzoli), dove scrive  che “col tempo, il letto si è trasformato in un tappeto volante”.

La visibiltà arriva con le pubblicazioni per Crocetti nel 2006 e nel 2010. Oggi tutte le sue poesie sono raccolte in due volumi, Azzurro elementare e Stato di quiete, usciti entrambi per Rizzoli.

Opere che uniscono il dialetto e l’italiano e vanno alla ricerca di una libertà che al corpo di Pierluigi Cappello è preclusa. Una poesia in cui Roberto Galaverni per Il Corriere della Sera definisce “una sintonia con gli elementi primi della vita, con i sentimenti e le parole basiche, con la costellazione dell’azzurro. Azzurro elementare, appunto. Luce, vento, cielo, sole, raggio, nuvola, prato, erba, foglie, stelle, primavera, inverno, neve, notte, luna: queste e poche altre sono le parole-cose a cui sempre fa riferimento”.

La sua poesia, in particolare quella giovanile, ha lasciato una testimonianza di cosa significa essere giovane e avere un legame viscerale e ambivalente con la propria terra di origine, in cui si è costretti a restare per cause di forza maggiore.

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