Nel libro di Vincenza Barbagallo, memorie e riflessioni di un’insegnante “non pentita”, che ha raccolto e legato narrativamente tutte le lettere, i disegni, i bigliettini di affetto ricevuti dai suoi alunni…

Vecchi cassetti mai dimenticati, custodi di piccoli tesori preziosi: lettere e bigliettini, stralci di diari, richieste accorate di aiuto, manifestazioni di gratitudine, disegni dedicati; pensieri e sogni di ragazzi tracciati sulla carta per lasciare ognuno un segno.  Nasce da questo magazzino di sentimenti il nuovo libro di Vincenza Barbagallo, Ho menato me e ho fatto bene! – Il libro delle lettere: memorie e riflessioni di un’insegnante non pentita, appena uscito per Bonfirraro.

barbagallo

L’autrice, insegnante in pensione, romana con origini siciliane, travalica i confini tradizionali del rapporto docente – alunno e mira a dipingere il ritratto di una generazione di ragazzi che si confrontano con la vita, che affrontano di essa opportunità e problematiche, soffrendo e gioiendo in quel turbinio di alterne emozioni che l’adolescenza implica.

Nel libro emergono le difficoltà del rapporto tra genitori e figli, tra allievi e insegnanti, i problemi di autostima, quelli legati alla sessualità, agli eterni interrogativi dell’esistere, alla possibilità del cambiamento. Si affronta il drammatico incontro con la droga, lo sgomento con cui l’adolescente entra in contatto con la morte, le problematiche insite nel convivere con un handicap, crudele ostacolo, ma anche prezioso sprone.

Questo libro racchiude il dono prezioso, unico, impagabile che ho ricevuto nel corso della mia storia di insegnante – ha spiegato commossa non appena ricevuta la prima copia del libro – Sono le lettere che scrivono e parlano, testimoni di momenti di condivisione. Questo libro è un dono a tutti i giovani, a coloro che hanno espresso i loro sentimenti più intimi, profondi e a tutti coloro che nel silenzio mi hanno parlato con uno sguardo, con un rifiuto, con una protesta a volte velata, a volte aggressiva. Queste riflessioni sono per tutti gli adolescenti che mi hanno comunicato un disagio o un disappunto. È uno scorrere di pensieri su pensieri, momenti particolari, che ricordano quei giorni di scuola, al di là degli orari, dei voti, dei programmi da portare a termine entro date prestabilite».

 

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