Quello di “infanzia” è un concetto relativamente recente. La Baldwin Library of Historical Literature ha raccolto online oltre 6000 volumi per bambini e ragazzi pubblicati nel 19esimo secolo: da “Alice nel paese delle meraviglie” a “20.000 leghe sotto i mari”

Oggi suona a dir poco curioso, ma quello di “infanzia” è un concetto relativamente recente. Nasce con la rivoluzione industriale, quando la borghesia comincia a regolamentare i turni di lavoro, a dare un orario prefissato agli impieghi quotidiani. Il tempo “libero” che ne deriva, sommato all’aumento del benessere e al miglioramento delle condizioni di vita che ha ridotto di molto la mortalità infantile, ha tra le proprie conseguenze la formazione, nell’immaginario comune, dell’idea di “infanzia”.

Prima dell’Ottocento un bambino non era altro che un adulto in miniatura, un’entità non autosufficiente da dover accudire fino a che non fosse pronto per essere impiegato come forza lavoro nell’attività di famiglia. Nessuno stupore, quindi, nell’apprendere che nell’America dell’epoca coloniale – ad esempio – non esistesse alcuna forma di letteratura per ragazzi, né di formazione.


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Non era quindi una questione di mancanza di istruzione, non solo almeno. È vero che a quell’epoca il tasso di alfabetizzazione era molto alto tra la popolazione, soprattutto se non benestante; ma la mancanza di letteratura d’infanzia era dovuta in primo luogo alla mancanza del concetto stesso di infanzia.

Apprendere queste cose fa quasi sorridere oggi, un presente in cui la fetta di mercato rivolto a bambini e ragazzi è quella più fiorente nell’economia editoriale. Eppure un tempo i più piccoli non avevano libri a loro dedicati e la maggior parte dei testi utilizzati nelle scuole erano costituiti da libri religiosi, in ogni caso troppo cari per essere comprati dai singoli studenti.

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Poi è nata l’idea di “infanzia” e si sono sviluppate tecnologie che rendevano il processo di stampa (anche di immagini) molto più agile ed economico. E si è finalmente sviluppata la letteratura per ragazzi. Come riporta Smithsonian.com oggi esiste un portale, il Baldwin Library of Historical Literature, che, basandosi sugli archivi della Biblioteca dell’Università della Florida, ha raccolto oltre 6000 volumi per bambini e ragazzi pubblicati nel 19esimo secolo.

I primi libri per ragazzi erano molto diversi da quelli a cui siamo abituati oggi, ma nel corso degli anni sono diventati sempre più sofisticati. Gli anni ’30 e ’40 del Novecento hanno visto l’epoca d’oro della letteratura d’infanzia e oggi questa rappresenta la voce più florida del mercato editoriale.

La collezione Baldwin comprende, oltre ai primi testi per bambini – per lo più trattati moralistici e racconti dell’orrore – una sezione speciale dedicata ad Alice nel paese delle meraviglie e classici come Black Beauty, 20.000 leghe sotto i mari e le Fiabe dei fratelli Grimm, ma anche una selezione dei libri meno noti di autori del calibro di Louisa May Alcott.

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