Uno zingaro non è come gli altri tedeschi: come può rappresentare la grande Germania alle Olimpiadi del 1928? Il premio Nobel Dario Fo racconta la vita travagliata di Johann Trollmann, pugile sinti nella Germania nazista – Leggi l’estratto

È in libreria per Chiarelettere Razza di zingaro del premio Nobel Dario Fo, la storia di Johann Trollmann (1907-1943), pugile sinti nella Germania nazista.

La vita di Johann comincia subito di corsa, da quando, bambino, scopre la boxe e sale sul ring portando con sé i valori e la tradizione della sua gente, e guadagnando strepitose vittorie, con il pubblico (soprattutto femminile) in visibilio. Ma uno zingaro non è come gli altri tedeschi: come può rappresentare la grande Germania alle Olimpiadi del 1928? Le strade del successo ben presto gli vengono sbarrate, il clima politico peggiora, il nazismo travolge tutto, anche la sua vita e quella della sua famiglia. Non importa che Johann sia il più bravo, il titolo di campione dei pesi mediomassimi gli verrà negato, nonostante la vittoria sul ring. Da quel momento la sua vita diventa impossibile: prima il divorzio cui è costretto per salvare la moglie e la figlia, poi la sterilizzazione, la guerra a cui partecipa come soldato e infine il campo di concentramento e l’ultima sfida, quella decisiva, contro il kapò, che vincerà, e per questo sarà punito. Con la morte.

Grazie alla ricerca di Paolo Cagna Ninchi, Fo recupera una vicenda vera e dimenticata e la propone in una ricostruzione narrativa: un modo per parlare indirettamente del presente che non vogliamo vedere. Solo di recente la Germania ha riconosciuto il valore e l’autenticità di questa storia consegnando alla famiglia Trollmann la corona di campione dei pesi mediomassimi negata a Johann ottant’anni prima.

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Per gentile concessione di Chiarelettere, su ilLibraio.it un estratto:

La prima volta sul ring

Nel 1914, nella Germania del Nord, ad Hannover, un ragazzino di otto anni di nome Johann Trollmann accompagna un amico di un anno più grande di lui all’allenamento di boxe nella palestra della scuola secondaria del loro rione. È la prima volta che gli capita di assistere a un’esibizione del genere. Aveva fatto sì a pugni qualche volta con ragazzini della sua età, e in verità non si era assolutamente divertito, anche perché gli era arrivato un pugno proprio sotto l’occhio e un altro all’altezza dell’orecchio, per cui, per tutta una giornata, aveva continuato a lamentare strani fischi e vertigini. In occasione della visita alla palestra osserva i ragazzi salire su una pedana molto grande e affrontarsi con le mani coperte da guantoni, nel tentativo di colpirsi dalla testa a tutto il tronco. Si schivano, roteano uno intorno all’altro, e poi all’improvviso tempestano il rivale di pugni. I ragazzi della palestra che assistono incitano e commentano spesso con applausi e anche con risate, mentre il maestro di pugilato, muovendosi a ridosso dei due allievi, lancia ordini su come comportarsi: «Prendete fiato! Respirate col naso, non con la bocca! Muoversi con le gambe! Le gambe fanno la differenza fra un buon pugile e una schiappa! Stop, da capo! Non restate sempre col braccio sinistro teso, cambiate l’appoggio e la posizione! Indietreggiate, ma subito tornate all’attacco! No, no, senza foga, leggeri, come in un gioco!». Alla fine dell’allenamento tutti i ragazzi vanno in un’altra stanza dove ci sono le docce. È un rito che evidentemente li diverte molto e li scarica dalla tensione. Scherzano, sghignazzano, si prendono in giro l’un l’altro. Quando Johann si trova di nuovo col suo amico esclama: «Che bello questo sport! Mi sono divertito come un pazzo. Potrei iscrivermi anch’io a questa scuola?».
E l’amico: «Certo, lo possiamo chiedere subito all’allenatore». Johann viene presentato al maestro, che gli dà un’occhiata mentre gli afferra le braccia e le tasta risalendo fino alle spalle e al collo. Dopodiché gli prende un polso e lo costringe a girare, prima da un lato, e poi a volteggiare su se stesso. Quindi, indicando il suo ufficio, gli dice: «Vieni con me. Può venire anche Franz, il tuo amico. Domani mattina ci sarà il medico che ti farà una breve visita: al cuore, ai polmoni eccetera. Qui poi c’è un documento, in settimana tuo padre deve venire a firmarlo». E da quel momento la vita di Johann cambia completamente.

(continua in libreria)

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